Svezia: l'ingresso nella NATO e il patto con la Turchia mettono a rischio la libertà di stampa

3 / 7 / 2022

Il patto tra Svezia, Finlandia e Turchia in base a cui si sancisce l’ingresso della Nato da parte dei due paesi scandinavi, finora rimasti fuori dall’Alleanza Atlantica, è stato caratterizzato da alcuni punti specifici, alcuni dei quali hanno destato un fondato allarme da parte degli esponenti della stampa libera svedese. In un sistema di Nato allargata, (come è stata definita, globale) insieme ad un clima di guerra generale in cui i media sembrano essere schierati con inclinazioni da caccia al nemico, l’attenzione sui possibili effetti di questo patto potrebbe essere un problema per la libera stampa di tutto il mondo nei riguardi della causa curda.

Sull’edizione del quotidiano online svedese Dagens Nyheter dello scorso 28 giugno sono stati pubblicati in breve i punti principali il documento firmato dal ministro degli Esteri turco Mevlüt Çavuşoğlu e dai suoi omologhi finlandesi e svedesi Pekka Haavisto e Ann Linde:

- La Finlandia e la Svezia non dovrebbero sostenere l'YPG/PYD o il cosiddetto movimento Gülen (N.d.T.: la milizia curda YPG combatte contro il gruppo terroristico IS in Siria e il suo ramo politico, il PYD, secondo la Turchia è una copertura per l'organizzazione terroristica PKK).

- Finlandia e Svezia confermano che il PKK è un'organizzazione terroristica vietata. Si impegnano a prevenire le attività del PKK e di tutte le altre organizzazioni terroristiche. Lo stesso vale per le persone o le reti legate al PKK.

- I Paesi istituiranno un dialogo congiunto e strutturato e un meccanismo di cooperazione a tutti i livelli di governo, anche tra le forze dell'ordine e le agenzie di intelligence. Questo per rafforzare la cooperazione nella lotta contro il terrorismo e la criminalità organizzata.

- La Finlandia e la Svezia porteranno avanti la lotta al terrorismo con determinazione e in conformità con le disposizioni dei documenti e delle politiche NATO pertinenti. Essi prenderanno provvedimenti per rafforzare la legislazione nazionale a tal fine.

- La Finlandia e la Svezia tratteranno le richieste della Turchia per l'espulsione o l'estradizione di sospetti terroristi in modo rapido e approfondito, tenendo conto delle informazioni, delle prove e dell'intelligence fornite dalla Turchia. Stabiliranno inoltre i quadri giuridici bilaterali necessari per facilitare l'estradizione e la cooperazione in materia di sicurezza con la Turchia, in conformità con la Convenzione europea di estradizione.

- La Finlandia e la Svezia indagheranno e proibiranno eventuali attività di finanziamento e reclutamento del PKK e di tutte le altre organizzazioni terroristiche e delle loro estensioni.

Sul sito di informazione giornalistica Journalisten.se dello scorso 29 giugno sono state riportate alcune delle reazioni da parte dei giornalisti della stampa libera svedese rispetto alle possibili conseguenze del documento firmato tra i rappresentanti politici di Svezia, Finlandia e Turchia.

Ulrika Hyllert, presidente dell'Associazione svedese dei giornalisti, ha ad esempio dichiarato: “Ovviamente sono preoccupata che i giornalisti svedesi fuggiti dalla Turchia non possano più fidarsi del fatto che la Svezia difenda i diritti umani”. Il sindacato dei giornalisti, scrivendo sul proprio sito, si chiede al governo svedese di chiarire cosa significhi la lettera d'intenti tra i Paesi per i giornalisti fuggiti in Svezia dalla Turchia e come il governo svedese continuerà a proteggere una forte libertà di espressione e una stampa libera.

Martin Schybbye, della piattaforma digitale online svedese Blankspot basata sulle inchieste giornaliste ad ampio raggio, ha dichiarato a mezzo twitter: “Le organizzazioni per la libertà di stampa hanno da tempo avvertito che la legislazione sul terrorismo è una delle principali minacce al giornalismo libero. Gli Stati etichettano le interviste ai gruppi terroristici come terrorismo, criminalizzando così il giornalismo”.

Anche il presidente di Reporter senza frontiere Erik Halkjaer ha espresso la sua preoccupazione su Twitter: “Ora tocca alla Svezia e ad @AnnLinde tenere la lingua in bocca quando la #Turchia vuole etichettare giornalisti e attivisti per i diritti umani come terroristi. Svezia e Turchia hanno la stessa visione di chi è un terrorista? #pressfreedom #libertà di espressione”.