Quarto Diario dalle carovane. Le vie (tossiche) della sete

5 / 12 / 2010

Sembra una epidemia silenziosa quella che sta contaminando comunità e centri urbani in tutto il Messico; una rete fitta di punti che, uniti tra loro, formano una geografia desolante di malattia e devastazione.

La contaminazione da sostanze tossiche di corsi d'acqua e falde acquifere è un piaga nazionale, che sta avvelenando il sangue e il futuro del popolo messicano. Scarichi industriali, sversamento di rifiuti tossici, discariche incontrollate, miniere a cielo aperto sono tra le principali cause della morte per sfinimento di molti fiumi del paese. Fonte di approvvigionamento per uso umano di milioni di persone, la contaminazione dei fiumi produce effetti incalcolabili sull'ambiente e la salute pubblica. Veracruz, prima fermata della Carovana ripartita dalla capitale verso Cancun, è lo stato messicano più colpito dall'emergenza climatica. All'uragano Karl che danneggiò nel settembre scorso oltre un milione di persone, sono seguite le inondazioni che hanno messo sott'acqua (un'acqua mista a scarichi fognari e con alti livelli di residui tossici) decine di comunità.

“In quei giorni si spendevano cifre enormi per i festeggiamenti del bicentenario” - racconta Carmen  “mentre a Veracruz si calcolavano i danni e decine di migliaia di persone rimanevano senza casa”.  Il fiume di Veracruz, Rio Blanco, è solo uno dei casi emblematici di questa devastazione. Assieme ad esso il Rio Santiago, il Rio Lerma e molti altri importanti fiumi giacciono ormai privi di vita, di flora e di pesci. Nel maggio prossimo, a Buenos Aires, durante la prossima sessione del Tribunale popolare Latinoamericano dell'Acqua, il Messico istruirà un'unica maxi denuncia sulla distruzione del sistema idrico nazionale. Per presentare  l'agghiacciante scenario dei fiumi del paese e denunciare le responsabilità delle imprese e del governo messicano.

pubblicato ne Il Manifesto