Egitto - L'opposizione continua la protesta mentre le Forze Armate emettono il loro primo comunicato

Sempre più tesa a situazione nel paese

8 / 12 / 2012

A poco sono servite le dichiarazioni di Morsi in tv ed anche la proposta non annunciata pubblicamente ma fatta circolare di spostare il referendum in cambio della scelta da parte dell'opposizione di non ricorrere contro la Costituzione.

Ieri al Cairo ed in altre città del paese migliaia di persone sono scese in piazza determinate a non cancellare la speranza di un cambiamento reale nato da Piazza Tahir e dalla conquista della caduta di Mubarak.

I manifestanti hanno di nuovo assediato il palazzo governativo ed in serata l'immagine dei manifestanti che sventolano la bandiera sui carrarmati oltre i cordoni di poliziotti ha fatto il giro del mondo.

 "La gente vuole la caduta del regime" e "Vattene, vattene", gli slogan più intonati oltre ad uno sventolio di tesserini rossi per far capire che è finito il tempo di Morsi e del tentativo di far passare una costituzione che contiene articoli volti a prospettare una limitazione delle libertà personali e collettive.

"Faccio appello al presidente Morsi perchè annulli questa sera la dichiarazione costituzionale e il referendum, in modo da avere una intesa nazionale e scrivere una nuova Costituzione", questa la dichiarazione fatta in serata da El Baradei, come esponente del Fronte di salvezza nazionale, composto dalle varie forze dell'opposizione.

Questa mattina la calma è apparente al Cairo ed un centinaio di manifestanti continuano a restare davanti al palazzo presidenziale presidiato dai carriarmati. "Sono pronto a morire come tutti i miei compagni. Sono contro la violenza, ma se si cerca di opprimerci, bisogna ribellarsi" ha dichiarato a Le Monde Moustafa El Tabbal un giovane di 27 anni che ha passato la notte in piazza.

Da un lato gli oppositori di Morsi, determinati a non vedere sparire la possibilità di continuare un cammino di diritti e democrazia. Dall'altra il governo Morsi, che peraltro continua a perdere pezzi,  forte del nuovo ruolo internazionale dell'Egitto e che per il momento cerca di continuare la forzatura rappresentata dal decreto accentrapoteri e da una costituzione che apre la strada ad un regime di controllo.

Mancava un terzo attore importante nel paese: l'Esercito.

Proprio questa mattina come racconta il quotidiano spagnolo El Pais "è uscito il primo comunicato ufficiale dall'inizio della crisi in cui le Forze Armate invitano il governo e le opposizioni a risolvere le loro controversie attraverso il dialogo, avvertendo che al contrario il paese enterà in un tunnel oscuro.  Il comunicato arriva poche ore dopo che  il quotidiano ufficiale Al Ahram aveva annunciato che il presidente Morsi prepara un decreto per dare all'esercito nuovi poteri per garantire l'ordine pubblico.". Il quotidiano spagnolo commenta il comunicato delle Forze Armate dicendo che si tratta di "un avviso ad ambo le parti fatto da parte dell'istituzione più forte e potente del paese. I generali hanno preso le redini del paese dopo la rivluzione del 1952 e non le hanno cedute fino allo scorso mese di giugno, una volta eletto Morsi. Dopo la caduta di Mubarak è stata una Giunta militare quella che ha guidato il paese per 16 mesi. Anche se ha abbandonato il primo piano della scena politica, l'esercito continua a considerarsi il garante ultimo della sicurezza della nazione, come spiega il comunicato, letto stamattina alla televisione, da un portavoche che ci ha tenuto a sottolineare che le Forze armate si assumono la responsabilità di preservare gli interessi vitali del paese, proteggere ed assicurare i punti nevralgici, le istituzioni pubbliche e gli interessi dei cittadini innocenti.  Fin dall'inizio della crisi il silenzio dell'esercito era stato interpretato come una dimostrazione di neutralità nella lotta di potere tra governo ed opposizione. La guardia repubblicana, unità d'élite, incaricata di proteggere il palazzo presidenziale, scenario delle proteste, ma non era intervenuta durante le manifestazioni."

Il quotidiano spagnola continua poi dicendo che sarebbe in corso da parte del presidente un tentativo di coinvolgere direttamente le Forze Armate nel mantenere l'ordine attraverso un nuovo decreto che permetterebbe ai militari di arrestare i civili, potestà questa che finora era nelle mani della polizia dopo la fine dello stato d'emergenza del passato. 

In questo quadro non certo semplice si muovono le opposizioni determinate a contrastare quello che è stato definito il "golpe strisciante" di Morsi, sostenuto ieri nella giornata della preghiera nelle moschee da incitamenti volti a non permettere che si cambi dalla strada intrapresa dal presidente.

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