Quanto costa dissentire? A Vicenza oltre 40000 euro

In centinaia alla manifestazione in sostegno allə attivistə multatə per il blocco di Ponte Alto lo scorso 8 luglio. Il 30 settembre una manifestazione per richiedere la moratoria immediata al progetto TAV.

24 / 9 / 2023

Giovedì 21 settembre a Vicenza sono scese in piazza centinaia di persone, tra cittadine e cittadini e le molte organizzazioni politiche e sociali della città che hanno aderito alla manifestazione per sostenere lə attivistə climaticə multatə per aver bloccato Ponte Alto lo scorso 8 luglio. 

Sono stati numerosi gli interventi a sostegno delle lotte ambientali, poiché Vicenza sarà prossima all'attraversamento del Treno Alta Velocità/Alta Capacità, che porterà inquinamento, cementificazione e peggioramento della qualità dell'aria. Un'opera, viene ricordato più volte in piazza, che è non sostenibile ed è giusto che venga contestata.

Se da una parte si vede un chiaro intento, da parte di forze politiche istituzionali e questura, di cercare di smorzare la partecipazione e fermare la battaglia No Tav che animerà Vicenza nei prossimi anni dall’altra il “processo democratico” di informazione che le istituzioni hanno organizzato sull'impatto che l’opera avrà nella città è stato finora ampiamente insufficiente. Al contrario, sono state molto più numerose le assemblee e i momenti di discussione e contestazione organizzati dai comitati dei quartieri cittadini.

Alcune delle persone che hanno contribuito ad informare la città sulla questione TAV, sono le stesse che hanno ricevuto le multe emesse dalla polizia locale per aver infranto il codice della strada bloccando il Ponte Alto per qualche ora.

Alla manifestazione è intervenuto anche l’avvocato Giuseppe Romano che ha portato un importante contributo alla questione, analizzando le problematiche relative all’attuazione di queste misure per i movimenti e non solo.

Come sottolineato anche dai sindacati ADL Cobas e USB le pratiche di contestazione, come il blocco delle merci o di strade, è spesso l’unico modo con cui si può far pressione sulle aziende per ottenere i propri diritti.

Questo è un precedente che deve parlare a tutte le persone che si mobilitano e manifestano il loro dissenso e lottano per i diritti. Con i recenti decreti ed ordinanze, scendere in piazza per dissentire può comportare multe che partono dai 1000 ai 4000 euro o denunce penali, per cui si può rischiare dai 2 ai 12 anni.  Queste misure repressive mettono in seria difficoltà la possibilità di poter contestare, in questo caso, la costruzione di una grande opera che metterà in seria difficoltà la comunità vicentina. Come evidenziato dagli interventi, le misure repressive notificate per il blocco di Ponte Alto non sono altro che un tentativo di censura della reale contro informazione rispetto alla questione TAV.

La risposta di Vicenza a tutto questo è stata non solo la solidarietà alle misure attuate dalla questura, ma anche e soprattutto la volontà di tessere una lotta comune per la salute del territorio. Da Contra' Garibaldi, la manifestazione si è poi spostata sotto la Prefettura per richiedere che le multe vengano cancellate immediatamente, e per ribadire che verrà fatto ricorso.

È stato ricordato che la lotta contro il TAV non si arresta e viene rilanciato un appuntamento molto importante, che vedrà nuovamente la Prefettura come luogo di rivendicazione. Il 30 settembre i movimenti e comitati vicentini torneranno sotto la Prefettura per richiedere la moratoria immediata al progetto TAV.