Festival NoDalMolin: la rassegnazione non è di casa

7 / 9 / 2009

Alle spalle i primi cinque giorni di Festival NoDalMolin; sono tante le persone che, in questi giorni, hanno attraversato tendoni e stand - almeno un terzo in più dell’edizione passata - e partecipato ai dibattiti che hanno animato la discussione del movimento contro la nuova base statunitense.

Contributi importanti, quelli regalati ai vicentini dagli ospiti stranieri, dalla tenacia di Vieques - che, per sessant’anni, non si è arresa alla militarizzazione e alla fine l’ha spuntata - alla sconvolgente storia di Diego Garcia, metafora tragicamente reale dell’arroganza militare contro le comunità locali. O le informazioni su Africom - portate da Antonio Mazzeo - che dietro il velo umanitario nasconde lo scontro egemonico in corso nel continente in cui ieri si rastrellavano gli schiavi e oggi si rubano le risorse, più o meno con la stessa brutalità.

Cinque giorni di discussioni, dunque, ma anche di socialità con artisti di indubbio valore e, soprattutto, la voglia di tanti vicentini di ritrovarsi insieme, continuare a confrontarsi e incoraggiarsi. Un modo per dire che, nonostante tutto, il futuro lo vogliamo ancora nelle nostre mani.

E, se proprio vogliamo tirare un primo, sommario bilancio, quel che salta agli occhi non può che essere questo: di fronte al tentativo di polverizzare la comunità - che è fatta di uomini e donne e non di dichiarazioni più o meno politiche - e di dichiarare sconfitto il movimento, tanta parte di Vicenza continua a frequentare, con affetto e allegria, i luoghi dell’opposizione. Quasi a voler rispondere che nessuno vuol mettersi nelle mani di qualche "compensatore" che, durante l’estate, ha tentato di stendere la tela per dichiarare cosa fatta e conclusa la militarizzazione di Vicenza.

Insomma, il Patto per Vicenza, strumento dei poteri politico-economici cittadini per estromettere gli abitanti dal futuro della città, qui non è di casa e, a giudicar dalle presenze, non lo è in molte abitazioni vicentine; come non lo è la rassegnazione che alcuni, in buona o cattiva fede, hanno tentato di instillare nella città per potersi lavar le mani delle proprie responsabilità. Il Festival NoDalMolin continua, l’opposizione alla nuova base pure.

Sigla No Dal Molin Festival '09