Vicenza - E' iniziato con grande partecipazione il Festival No Dal Molin

3 / 9 / 2009

Grande concerto di apertura, ieri sera con Sweet Poison Crew, Medrano e Piotta. Più di 2000 persone hanno invaso l’area del Festival per assistere ad uno spettacolo "coatto" e "tacchente". Fantastici gli artisti che hanno dimostrato tutta la loro solidarietà per il movimento No Dal Molin urlandolo e facendolo urlare ad un pubblico carico e reattivo. Straordinaria la chiusura del concerto di Piotta al ritmo della "Grande Onda" che ha fatto scatenare le folle. Questa sera si balla con gli Africa Unite venite a vedere...

Un allestimento ancor più curato degli altri anni, una proposta gastronomica ampliata, nomi d’eccezione e tanti ospiti a caratterizzare il programma di dodici giorni di spettacoli ed eventi; ma, soprattutto, questo è il Festival della discussione e del confronto, con dibattiti in ogni serata e la volontà di realizzare un grande laboratorio collettivo con il quale ricercare le forme e le pratiche per continuare a opporsi, con efficacia, alla costruzione della nuova base militare statunitense, imposta con l’arroganza, la menzogna e la supponenza di chi vorrebbe sotto di sé tanti sudditi accondiscendenti.

Il cantiere è aperto da alcuni mesi; la piantapali, all’opera per realizzare le fondamenta su cui poggiare milioni di metri cubi di cemento, suona la sveglia ogni mattina all’alba per migliaia di residenti. Intorno ai bunker sotto i colli berici, intanto, si innalzano le recinzioni: una protezione che apparirebbe spropositata per un sito che, a detta degli statunitensi, ospita un allevamento di funghi curato da un soldato in pensione. Ma si sa, ci sono funghi e funghi...

Dunque, il danno sarebbe fatto, come ci dicono bonariamente gli estensori del “Patto per Vicenza”, il tormentone estivo che ha riempito le pagine de Il Giornale di Vicenza facendoci assaporare il gusto della propaganda. E, come chi si procura volontariamente un’incidente per incassare il premio dell’assicurazione, i pragmatici e i realisti – come si sono definiti – quasi si azzuffano nel proporre le più disparate compensazioni. In sostanza, hanno scritto nel loro documento e nelle miriadi di editoriali che il quotidiano nostrano gli ha concesso, Vicenza potrebbe ottenere una [inutile, ndr] tangenziale se solo fosse disposta a rinunciare all’acqua della falda più grande del nord Italia, a una parte del suo territorio, alla sua democrazia e alla sicurezza dei suoi cittadini, alle opportunità che avrebbe slegata dal giogo delle servitù militari e – ma quest’ultimo per gli estensori è un particolare di poco conto – alla sua dignità.

È paradossale doversi chiedere se una città può rifiutare di essere compensata di un danno e decidere di non subire uno sfregio per poi ricevere un risarcimento. Ma, tant’è: questo è il livello del dibattito politico che vorrebbero imporci taluni. Il Festival NoDalMolin, terza edizione, è invece lo spazio semantico della dignità: laddove si coltivano sogni collettivi, ma anche dove si costruiscono proposte obiettive. Perché la razionalità non sta nella tacita accettazione di ciò che – e questo sono costretti ad ammetterlo anche gli estensori del “Patto per Vicenza” - è imposto, il pacifismo e la moderazione non significano rinuncia e sottomissione, e la democrazia – lo abbiamo dovuto sperimentare sulla nostra pelle – non sempre è di casa nelle istituzioni che qualcuno vorrebbe farci venerare. Vogliamo, dunque, essere molto realisti: come lo fermiamo il cantiere statunitense? È la domanda che ci porremo, attraverso dibattiti e discussioni, in questi dodici giorni.

PROGRAMMA

OSPITI

SPETTACOLI