Da Rosarno a Padova - Diritti per tutti!

13 / 1 / 2010

Nel pomeriggio di oggi è avvenuto nella città di Padova un presidio antirazzista in solidarietà ai lavoratori di Rosarno.

Di fronte ai gravissimi fatti avvenuti negli ultimi giorni nella città calabrese, un gruppo di studenti universitari ha deciso di lanciare un'iniziativa contro ogni politica razzista e xenofoba.

Il sit-in si è trasformato ben presto in un corteo che ha attraversato le vie del centro cittadino, a cui hanno partecipato circa 200 persone, tra studenti, migranti, associazioni e cittadini padovani.

A livello nazionale si stà costruendo una giornata di sciopero sociale dei migranti prevista per l'1 marzo 2010. L'associazione Razzismo Stop stà organizzando delle iniziative in vista di questa importante data. La prima si terrà sabato 23 gennaio alle 17, presso via Gradenigo 8, dove avverrà la prima assemblea del comitato cittadino “Primo marzo – Un giorno senza di noi”. E poi martedì 19 presso la stazione di Padova, in concomitanza con un'analoga iniziativa che si tiene a Castelvolturno, ci sarà un presidio comunicativo in solidarietà ai migranti di Rosarno.

Di seguito il comunicato di lancio dell'iniziativa:

L’eccezionalità di quanto sta accadendo a Rosarno impone a noi tutti una presa di posizione netta, univoca, urgente.
I fatti di Rosarno sono il frutto della commistione di diversi fattori - contingenti e non -, che nella sua complessità non è affrontabile in questa sede. Tuttavia, per la loro tragicità, travalicano l’ambito locale e sono emblematici di una realtà che interessa e riguarda noi tutti.
Una realtà fatta di lavoro nero, precarietà, criminalità organizzata, politiche razziste e xenofobe, emarginazione ed esclusione sistematica dei soggetti più deboli e ricattabili, banalizzazione della violenza e incapacità assoluta delle istituzioni non solo nell’esercizio del loro ruolo di mediazione e risoluzione dei conflitti, ma in quello assolutamente elementare di tutela e garanzia dell’integrità della vita umana e del vivere civile.
La richiesta della comunità migrante di Rosarno era basilare: “Non sparateci addosso”. L’ennesimo gesto di violenza perpetrato nei confronti dei lavoratori stranieri – il ferimento di due di loro – ha scatenato una rivolta che ha visto una reazione assolutamente sproporzionata, violenta e xenofoba di parte della cittadinanza che ha praticato una vera e propria caccia al nero: attualmente si contano 4 africani investiti intenzionalmente con auto, altri 4 sono stati sprangati e 2 di loro sono tutt’ora ricoverati in gravi condizioni, 5 sono i feriti da arma da fuoco; 1 cittadino rosarnese è in stato di arresto con l’accusa di tentato omicidio per aver tentato di investire degli africani con un escavatore. 
Questa esplosione di assoluta brutalità è stata spiegata dal ministro degli Interni Maroni con una frase che ha dell’incredibile: “C’è stata troppa tolleranza con i clandestini”. E’ lo stesso ministro che qualche mese fa invocava “cattiveria” nei confronti degli immigrati.
Tutto ciò è l’esemplificazione di uno stato di ingiustizia sociale, sfruttamento e diseguaglianze prodotto anche da politiche nazionali razziste e securitarie che mai come in questo momento si rivelano fallimentari e inappropriate. 
Ma tutto ciò può costituire anche un pericolosissimo precedente.
E’ doveroso fermarci a riflettere su come i fatti di Rosarno potrebbero facilmente avere una declinazione “Veneta”. La nostra Regione vede uno dei più alti tassi di popolazione immigrata del paese e la domanda di manodopera a basso costo ha creato anche qui situazioni di sfruttamento. 
I toni della politica semplicistica e xenofoba rischiano di far degenerare le reazioni della pubblica opinione al fenomeno dell’immigrazione. Questa iniziativa vuole marcare uno spartiacque, tra chi è in grado di distinguere il reale dalla sua mistificazione.
I fatti di Rosarno ci mostrano come un gruppo di migranti sia stata vittima di mali italiani, quali le organizzazioni criminali, lo sfruttamento del lavoro nero e una barbarie antidemocratica che hanno portato ad estreme conseguenze.
Domani Padova potrebbe essere il teatro delle stesse violenze. Domani si potrebbero creare delle barricate di poveri contro poveri divisi solo dall’intolleranza e da politiche di gestione dei flussi migratori controproducenti e scellerate. 
I più deboli, resi vulnerabili proprio da politiche che non garantiscono il loro inserimento nel tessuto economico e sociale – ed anzi, ne praticano la sistematica esclusione - hanno avuto, come ha detto Saviano, il coraggio della disperazione nel lanciare la rivolta dei più puri. 

Padova deve stare dalla parte della verità e della solidarietà. Dalla parte della giustizia e dei giusti.

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