Venezia80 - “The Killer”, la storia di un assassino che manca il bersaglio

In questo thriller di David Fincher, adattato da una graphic novel di Alexis Nolent, Fassbender interpreta un assassino dalla vuota malvagità.

16 / 9 / 2023

Michael Fassbender è un sicario senza nome, un asceta che nella sequenza di apertura del film, dal tono sensazionalmente basso, ci parla di come affrontare la sfida più grande del lavoro: la noia. Con una schietta voce fuori campo, l'assassino titolare rende partecipe il pubblico del suo monologo interiore, riferendo pensieri che spaziano da citazioni da seguire, a tattiche che usa sul lavoro fino al mantra che lo tiene concentrato. "Attenersi al piano. Non fidatevi di nessuno. Anticipare, non improvvisare. Combatti solo la battaglia per cui sei pagato”. Scopriamo anche che gli piace ascoltare gli Smiths mentre lavora.

Il personaggio di Fassbender deve essere un diligente signor nessuno: non affascinante, non ferocemente crudele né gelidamente freddo, a volte, sembra una persona che potremmo trovare simpatica se la incontrassimo per strada; in altri momenti, la sua spietata brutalità è in piena mostra.

Ma nonostante l’ossequioso rigore, l’elaborata disciplina e le impressionanti posizioni yoga, qualcosa va terribilmente storto senza alcun motivo: le persone ricche, spietate e ora rabbiosamente deluse che hanno commissionato l'assassino vorranno ora ucciderlo e lui dovrà uccidere loro. Naturalmente da questo momento il film diventa un elenco di omicidi, rendendo l’ultimo lavoro di David Fincher un'opera d'azione minimalista e nichilista, perché la trama diventa unicamente incentrata sulla scoperta del viaggio di vendetta e autodifesa di Fassbender.

Ciò che risalta di più è che “The Killer” non è altro che il centesimo film su un killer su commissione, o forse addirittura il cinquecentesimo. È un genere eterno, soggetto anche a varie sperimentazioni, scrivendo storie più elaborate e contorte per mantenere il pubblico coinvolto. In questo caso, invece, il regista non sovraccarica e riduce tutto all'essenza del genere. Quello che ci rimane è un assassino e la sua coscienza, o qualsiasi cosa abbia che possa passare per tale.

Almeno nessuno arriverà alla fine della proiezione sentendosi in qualche modo fuorviato dal titolo.

In diversi frangenti, l'assassino non fa ciò che molti spettatori potrebbero aspettarsi, e questa imprevedibilità persiste fino alla fine, ma forse non in modo del tutto soddisfacente.

The Killer rimane una storia lenta ormai troppo familiare a chiunque abbia già visto un film su un assassino solitario. Anche nelle parti più divertenti, il film ha poche tracce della solita creatività esplosiva di David Fincher.