L’emergere di nuove forme di scienza aperta sta riconfigurando profondamente le relazioni tra ricerca, società e mercato. Le culture hacker sono infatti uscite dal mondo del software per contaminare altri saperi, in particolare le scienze della vita. È così nata l’inedita figura del biohacker, capace di mettere in discussione la ricerca proprietaria perseguita da «Big Bio» e la sua politica dei brevetti.
Le modalità che caratterizzano questa trasformazione non sono però univoche, come mostrano i tre casi esemplari discussi nel libro: quello del biologo Craig Venter, quello della virologa Ilaria Capua e quello dell’artista-hacker Salvatore Iaconesi. E se una tendenza sta evolvendo verso una forma definibile come biocapitalismo, l’altra si muove invece verso una scienza partecipativa basata sulla più ampia condivisione di informazione e conoscenza.
La presentazione del libro è Venerdì 11 alle 18 presso l'aula studio occupata Exploit (via Buonarroti). Intervengono:
L'autore Alessandro Delfanti, insegna Sociologia dei nuovi media nell’ Università di Milano ed è ricercatore presso la McGill University di Montreal;
Salvatore Iaconesi e Oriana Persico, dell'associazione Art is Open Source.
A seguire apericena con dj set drum 'n' bass
" I biohacker sono tra noi. Questo studio appassionante mostra come una nuova generazione di scienziati stia scardinando la ricerca biologica con lo stesso approccio usato un tempo per hackerare i computer. Grazie al loro lavoro, la scienza potrebbe non essere mai più la stessa."
Fred Turner, Stanford University
Exploit
EigenLab