Treviso - Okaka: «Genitori da arrestare»

Il nazionale di colore attacca le mamme ultras, ma il sindaco sta con la società

26 / 3 / 2011

 SILEA. Lo sdegno per un episodio «inaudito», «gravissimo», «scandaloso», «agghiacciante». La politica e la società civile, all’indomani degli insulti razzisti al baby calciatore del Casierdosson, raccontano di un sentimento tra la rabbia e la vergogna. Qualcuno invita i genitori a tornare sui banchi, altri a rimanere a casa durante le partite, altri ancora attribuiscono le responsabilità alla politica. Ma il commento più duro è proprio quello di un calciatore di colore, l’italiano Stefano Okaka, attaccante barese e nazionale under 21: «Quelle persone sarebbero da arrestare. E’ assurdo che un genitore si svegli la mattina per vedere il figlio giocare e possa alla fine arrivare ad insultare un ragazzo avversario per il colore della pelle». L’assessore allo sport del comune di Silea Giuliano Zanette non usa mezzi termini: «Le mamme dovrebbero preoccuparsi di fare le mamme e di non essere ultras. - ha detto - Quello che è successo è gravissimo. Ma non sono completamente stupito. Ho giocato a calcio, ho fatto l’allenatore, il dirigente e ora anche l’assessore. E ho sempre visto genitori che incitano nevroticamente i figli. Quando ciò si trasforma in razzismo il danno e la gravità sono però doppie. La società faccia pagare l’ammenda ai genitori, perchè rischiano di rovinare ciò che fanno di buono». Il fatto che a insultare quel bambino di colore di appena 12 anni sia stato un genitore della squadra avversaria rende se possibile ancor più impietosa l’analisi di coloro che dello sport si occupano anche per lavoro. «La scuola tifo la dovremmo fare anche per i genitori - ha sentenziato l’assessore provinciale allo sport Paolo Speranzon - Un episodio che va stigmatizzato e che non va giustificato in alcun modo. Ma soprattutto che suggerisce di rivedere i nostro progetti educativi, fino ad ora concentrati principalmente sui ragazzi». Il presidente dell’Us Silea, condannata dal giudice sportivo ad un ammenda di 600 euro, non cambia condotta, e annuncia un ricorso immediato. «Tutta la partita si è svolta nella massima lealtà e in un corretto clima sportivo, sia in campo che sugli spalti. - ha detto Dario Liberale - Ai dirigenti presenti non risultano assolutamente atteggiamenti anti sportivi dei genitori-tifosi presenti e ancor meno atteggiamenti di discriminazione razziale. Se così fosse stato la società sarebbe intervenuta direttamente e severamente». Stupisce invece la presa di posizione del sindaco Silvano Piazza, che si schiera al fianco della società «Ho parlato con il presidente e mi ha detto che non è successo nulla di ciò che è scritto nel referto. Mi fido di lui, almeno finché non ci saranno testimonianze dirette del contrario. Un arbitro di 17 anni può aver sbagliato».