I movimenti rispondono alle retate poliziesche

Roma - Azioni, blocchi e occupazioni contro il G8 della crisi

Azioni diffuse in tutta la città per disegnare la vera mappa della crisi: banche, speculatori immobiliari, agenzie finanziarie internazionali.

8 / 7 / 2009

Roma si ribella al clima di intimidazione scatenato ieri da questura e governo che ha portato al fermo di 26 persone e all’arresto per altri 8. Blocchi, occupazioni, “sanzionamenti dal basso”, sit comunicativi hanno attraversato la città dalle prime ore della mattinata. Verso le 12 un centinaio di precari, studenti e occupanti di case, insieme ai centri sociali Horus liberato, Strike e Bpm, ha bloccato le entrate di due filiali della Banca di Roma e del Credito Artigiano per segnalare i veri responsabili della crisi globale. L’azione è avvenuta a via XX Settembre davanti all’ingresso del ministero dell’economia, presidiato da decine di mezzi della polizia e della guardia di finanza, prese alla sprovvista dall’incursione nel cuore della City romana. Gli attivisti indossavano i caschetti gialli, simbolo della lotta degli aquilani contro le speculazioni e la ricostruzione dall’alto che impone il governo, con due striscioni: «il G8 è un terremoto, siamo tutti aquilani», e «G8, Fmi e Banca mondiale: chi devasta e saccheggia siete voi».

Il blocco è durato circa un’ora, tra cartelli e scritte contro il G8 e il vero No Global di questo paese, il ministro Tremonti: “Indebitati di tutto il mondo unitevi”,  “meno rendita più reddito, “o la Borsa o la vita”, “meno banche più banchi, più piazza meno affari”. Verso le 13, i manifestanti si sono spostati in corteo verso piazza Fiume bloccando il traffico di un pezzo del centro storico. In via Piave, proprio davanti agli uffici della Regione Abruzzo, si è svolto un momento di protesta rumoroso contro i costruttori privati responsabili degli edifici crollati durante il terremoto.

Nelle stesse ore, una cinquantina di persone, tra studenti e precari, hanno occupato gli uffici di Sapienza/Innovazione, organizzazione di interfaccia tra Università e aziende private. L’occupazione è stata accompagnata da slogan contro la privatizzazione dell’università e soprattutto ha portato solidarietà agli studenti arrestati ieri durante le manifestazioni nella zona dell’Ostiense e ai 21 arrestati per gli scontri di Torino al G8 dell’Università del maggio scorso. Gli studenti ed i precari, all'interno della campagna "follow the white rabbit",maschere da coniglio - rappresentando la ribellione del Bianconiglio, stanco di subire tempi di vita impossibile e tentare di assecondare i desideri folli delle tante regine di cuori e determinato ariprendere spazi, tempi, desideri.Sono state poi realizzate diverse scritte sul muro dell'edificio, in viale Regina Elena di fronte alla città universitaria, con gli slogan "liberi tutti, da Torino a Roma"per denunciare la gravissima operazione avviata dalla P indossavano rocura di Torino nei giorni scorsi e gli arresti di ieri degli studenti e degli attivisti che, partendo dalla facoltà di architettura di roma tre, stavano manifestando contro il G8. Dopo l'accensione di diversi fumogeni, la occupazione degli uffici è stata interrotta e l'ingresso dell'edificio è stato simbolicamente chiuso, con nastro adesivo e nastro biancorosso.

Alle 13, nella zona dell’Eur, un gruppo di attivisti di Action ha occupato uno stabile di proprietà della Cassa Forense in via Antonio Malfante, a Roma. «La nostra soluzione alla crisi, case vuote ad affitto sociale – spiega Action quale motivazione del blitz - Un sistema in crisi, insensatamente, chiede la ricerca delle soluzioni ai responsabili delle cause. Lo stesso capita a Roma. Alemanno, con il progetto dell’Housing sociale, e Di Carlo con il Piano Casa, riprendono la cementificazione del territorio per fare regali ai costruttori senza risolvere l’emergenza abitativa». «A Roma esistono 270 mila case vuote che, da sole, sarebbero sufficienti per risolvere il problema abitativo. Stabili come questo, dove è iniziata una ristrutturazione mai completata, rimangono abbandonanti [per anni]. Chiediamo all’amministrazione comunale ed alla proprietà di aprire una trattativa per dare in affitto questo stabile alle famiglie in emergenza abitativa. Oggi inoltre rilanciamo la Legge di iniziativa popolare sul diritto all’abitare scritta con i Comitati di quartiere».

Alle 16, nel quartiere del Pigneto, un centinaio di studenti della Sapienza del progetto CREW in Onda ha occupato un palazzo abbandonato da quasi dieci anni per farne uno spazio abitativo per studenti: nasce lo studentato Occupato Point Break, nel quartiere Pigneto, abitato da studenti e migranti costretti a pagare 300 o 400 euro per una piccola stanza: “50 euro possono bastare, e non siamo disposti a pagare di più”  [LEGGI l'articolo su Uniriot.org]

Un’azione che rivendica il diritto alla casa per un nuovo welfare dal basso, che risponda alle necessità dei soggetti giovanili tagliati fuori dalle garanzie tradizionali. Point Break è una risposta alla crisi che da mesi si abbatte sulle condizioni di vita di giovani, studenti e precari. Point Break nasce fra le pieghe dell'Onda, sulla scia di quel movimento che, partendo dalle università e dalle scuole, è riuscito a mettere in campo un’opposizione vera alle politiche di dismissione dell’università e della scuola. Point Break è una risposta alla precarietà diffusa che attanaglia la vita dei giovani, all’impossibilità di poter avere accesso al reddito, alla formazione, alla felicità. Dopo pochi minuti, diverse volanti sono accorse sul posto bloccando la strada. Ma fino ad ora non c’è stato nessun intervento.

Ultimo appuntamento per oggi, dalle 17, presidio davanti l’ingresso del carcere di Regina Coeli per richiedere la scarcerazione di tutti gli attivisti arrestati nelle retate indiscriminate di ieri.

Roma, 8 luglio. La mappa della crisi.