Arrestati e condotti nel carcere di Capanne -Aldo viene portato in isolamento e Roberta nel braccio femminile- al termine di una perquisizione, firmata dal PM Petrazzini, trovate solo alcune piante di marijuana e 30 euro in contanti...” 

E' l'assurdo inizio della fine di Aldo.

Uomo libero, consumatore e coltivatore di canapa che per questo viene arrestato e muore in carcere, in una città che si preoccupa soltanto di reprimere i consumatori e la “manodopera di strada” mentre rimane una piazza centrale del narcotraffico. A più di due anni da questa "misteriosa" morte, si tenta ancora di insabbiare la verità. Infatti, mentre è stata rinviato a giudizio l'agente di polizia penitenziaria accusato di omissione di soccorso, oggi si richiede l'archiviazione del procedimento per omicidio, volendo farci credere che Aldo sia “stato ucciso” in carcere da un malore accidentale.


Il comitato verità e giustizia per Aldo Bianzino, con i familiari di Aldo, si oppone ancora una volta a questa richiesta di archiviazione mentre molte questioni rimangono aperte:

  • Le telecamere potrebbero spiegare diversi interrogativi, ma come mai prima si dice che quella notte hanno avuto delle “anomalie” e giorni dopo che funzionano solo per 15 secondi ogni 2 minuti? E nei minuti e 45 rimasti scoperti quante persone sono entrate nella cella? E quelle che si vedono transitare perchè non sono state annotate nei registri? È credibile che tutto questo possa accadere in un carcere, luogo del controllo per eccellenza? Come è possibile che non possiamo sapere chi è entrato ed uscito dalla cella di Aldo?
  • Aldo venne trovato praticamente nudo in periodo autunnale. Perchè non è mai stato disposto il sequestro degli indumenti di Aldo né furono mai effettuati rilevamenti della scientifica nella sua cella? Cosa ha subito Aldo mentre era chiuso in cella?
  • Se fosse veramente morto per cause naturali che bisogno ci sarebbe stato di occultare la vista del suo corpo, steso nudo per terra, agli altri detenuti ponendo delle lenzuola sulle porte di tutte le altre celle della sezione?
  • Nella prima autopsia vengono riscontrate diverse lesioni "compatibili con l'ipotesi di omicidio" e i medici legali dichiarano probabile la sua morte per percosse. Viene aperta un'inchiesta. Nella seconda, con l'asportazione del fegato e del cervello, la sua morte viene fatta risalire a cause naturali, negando di fatto l'ipotesi delle percosse. Perchè durante la seconda autopsia uno dei medici legali di parte smentisce che la milza e le costole siano state lesionate, al contrario di quanto affermato nella prima autopsia, senza dare giustificazioni credibili? E' stata mai effettuata una radiografia delle costole di Aldo?
Dov'è la verità ?
  • Come è possibile che lo stesso P.M. Petrazzini che ha ordinato l'arresto di Aldo sia anche quello che ha indagato sulle cause della sua morte? Non e' corretto che uno stesso magistrato svolga contemporaneamente il ruolo dell'accusa e della tutela (ruolo della difesa) nei confronti della medesima persona. Al limite il magistrato che ha emesso l'ordinanza di perquisizione nei confronti di Aldo potrebbe essere sentito come parte in causa all'interno dell'inchiesta sull'omicidio. Come potrebbe Petrazzini interrogare se stesso?


Se questo procedimento verrà archiviato come sarà possibile fare piena chiarezza su questi aspetti oscuri di questa vicenda?

Come è possibile che il magistrato inquirente chieda l'archiviazione quando analizzando gli atti consultabili emergono numerosi altri aspetti oscuri?

L'11 dicembre 2009 ci sarà l'udienza per l'opposizione alla richiesta di archiviazione per l'accusa di omicidio di Aldo Bianzino a opera di ignoti.

 Il comitato Verità e Giustizia per Aldo sarà presente, come sempre, con un presidio davanti al tribunale di Perugia.

Invitiamo tutte e tutti a esserci l'11 dicembre 2009 alle ore 9, facciamo sentire la nostre voce perchè la morte di Aldo non passi sotto silenzio!