Parigi. Tre militanti curde assassinate

A chi fa paura l'avvenire del Kurdistan?

12 / 1 / 2013

Parigi. Centinaia di curdi hanno manifestato giovedì 10 gennaio davanti al Centro d'Informazione comunitario di Parigi dove tre donne sono state uccise da colpi tirati alla nuca e al cuore: Fidan 'Rojbin' Dogan, animatrice del Centro d'Informazione del Kurdistan e rappresentante della Federazione delle associazioni curde in Francia nel consiglio nazionale curdo (KNK), Sakine Cansiz, militante storica e figura di rilievo in Europa, fondatrice con Abdullah Öcalan del PKK (Partito dei lavoratori del Kurdistan), finita in carcere a Diyarbakir e torturata dalla giunta militare turca al potere tra il 1980 e il 1983, e Leyla Soylemez, attivista del movimento giovanile curdo.

Tre donne che lavoravano per la pace tra Kurdistan e Turchia.

Mercoledì le tre militanti si trovavano nella sede del Centro ai primo piano di un immobile al 147 di Rue Lafayette, nei pressi della Gare du Nord, nevralgica stazione ferroviaria nel X°arrondissement. Verso la fine del pomeriggio un conoscente ha tentato di contattarle senza riuscirci. Amici preoccupati sono allora andati sul posto e hanno visto tracce di sangue sulla porta che hanno poi deciso di sfondare trovando i corpi quando era già notte.

Nel pieno centro di Parigi, una tripla esecuzione in un luogo ben identificato e sorvegliato sia dai servizi francesi che turchi accade nel momento cruciale in cui si profila una "road map" per accordi di pace tra la Turchia e il PKK dopo 30 anni di guerra. L'uccisione a freddo delle tre militanti per sabotare la prospettiva di pace sembra plausibile dato che gli ultranazionalisti dell'estrema destra turca restano molto attivi nella diaspora in Francia e i loro legami con l'apparato di sicurezza interna dello stato sono conosciuti.

L'assassinio politico non ha solo traumatizzato la comunità curda, numerosissimi parigini hanno raggiunto la folla di simpatizzanti del PKK riunitasi in mattinata davanti alla sede del centro culturale kurdo. "Vogliono uccidere il nostro futuro" dicono i curdi.

Dalle montagne di Qandil, nel Kurdistan iracheno, il portavoce del PKK Roz Walat, fa sapere che "il movimento non esprimerà alcuna posizione riguardo al crimine fino a che non sarà conclusa l'inchiesta della polizia francese".

Il presidente François Hollande parla di "orrendo" assassinio, il governo turco "denuncia l'atroce esecuzione" sostenendo l'ipotesi della faida interna kurda come rapportano i media in Turchia. Anche il porta voce dell'AKP, partito islamico al potere sposa la versione del "regolamento di conti".

Il Partito per la Pace e la Democrazia (BDP), principale partito curdo chiede alla Francia un immediato chiarimento sul "massacro" e lancia un appello a manifestare.