Padova - Gestione delle molestie in Università: presidio transfemminista durante il senato accademico

Continuano le mobilitazioni per una gestione transfemminista delle molestie in ateneo. Durante il senato accademico sono stati stanziati 250mila euro.

13 / 3 / 2024

Martedì 12 marzo si è tenuto a Padova, in concomitanza con il senato accademico dell’università, un presidio contro la gestione delle molestie da parte dell’ateneo organizzato dall’Assemblea Universitaria Transfemminista (AUT).

Il presidio arriva a seguito delle mobilitazioni della scorsa settimana che hanno visto la facoltà di psicologia venire occupata per una due giorni transfemminista, ed un partecipatissimo corteo in occasione dell’8 marzo.

Non è una novità che la gestione delle molestie all’interno degli atenei risulti fallace e inadeguata. Dall’analisi costruitasi all’interno delle assemblee e dei tavoli di lavoro sono state più volte mosse critiche al ruolo della consigliera di fiducia, che nel suo operato non solo viola la Convenzione di Istanbul, proponendo una riconciliazione tra chi agisce la violenza e chi la riceve, ma riproduce le stesse dinamiche del sistema patriarcale della legge italiana stabilendo un tempo massimo nell’accaduto entro cui la molestia deve essere denunciata (60 giorni).

Nella piazza di ieri, numerosi interventi hanno rimarcato la necessità di aprire spazi transfemministi dal basso all’interno dell’ateneo. “Vogliamo un’università che parta dai nostri bisogni, vogliamo un’università che dia spazi di autogestione orizzontali in cui la componente studentesca possa sentirsi al sicuro e protagonista nella gestione delle molestie”. Viene detto dall’intervento di apertura. “Non possiamo accettare di delegare la gestione delle molestie a figure di potere istituzionali, perché un approccio di questo tipo non fa sentire sicure le persone, dato che le pone di fronte alla stessa disparità di potere che sta alla base delle dinamiche patriarcali”.

Dalla piazza è stato richiesta a gran voce l’introduzione di un centro anti violenza all’interno dell’ateneo. “Le realtà che si occupano realmente di contrasto alla violenza di genere sono sempre più de finanziate, noi pensiamo che sia necessario dare spazio a progetti che mettono al centro la cura e la sorellanza. Per questo vogliamo aprire spazi di sorellanza internamente all’ateneo, spazi di ascolto e di aiuto orizzontali ed autogestiti”.

Dall’università la risposta è stata ancora una volta il silenzio e le porte chiuse. Il presidio ha provato a raggiungere l’interno del palazzo, ma è stato bloccato dall’ennesima chiusura del cancello, al quale sono stati simbolicamente legati dei panuelos simboleggianti ogni corpo oppresso da violenze patriarcali. Tutto questo mentre un assordante tintinnio di chiavi riecheggiava nel cortile chiuso del rettorato.

Nella piazza è stata inoltre rimarcata la necessità di strutturare spazi dove costruire saperi di genere e praticare la decostruzione del maschile. Da mesi, infatti, come viene raccontato dai tavoli durante diversi interventi, in università stanno prendendo piede due percorsi che, tramite il confronto tra la componente accademica, da un lato stanno immaginando nuovi modi di portare un’educazione trasversale transfemminista all’interno delle aule dell’università, dall’altro stanno organizzando dal basso gruppi di decostruzione e di autocoscienza.

Durante la seduta del senato accademico è stata approvato uno stanziamento di 250mila euro per costruire progetti contro la violenza di genere e le molestie in ateneo, tra cui uno sportello antimolestie. “È uno sviluppo positivo, ma non aspetteremo i due anni del progetto immobili” è stato detto da un intervento subito dopo la comunicazione dell’esito. “Pensiamo che il protagonismo di chi vive queste cose quotidianamente sia fondamentale, e, continueremo ad organizzarci in spazi dal basso di sorellanza e cura, perché la gestione delle molestie che vogliamo non può esistere senza l’autogestione ed il riconoscimento dei percorsi spontanei ed autorganizzati.”

Alla fine della piazza è stato rilanciato il momento nazionale a Torino di mercoledì prossimo, organizzato dall’assemblea mai più zitt3, dove, in occasione del consiglio nazionale dei rettori, si parlerà in università di violenza di genere e gestione delle molestie.