Padova - 19.12.12 Don Gallo al Mercato contro la crisi presso il CSO Pedro

La serata con produttori e consegna degli Acquisti Collettivi contro la Crisi

16 / 12 / 2012

La giornata del 19 dicembre si arricchisce di un gradito ospite al Centro Sociale Pedro Via Ticino a Padova del Mercato contro la crisi e della consegna degli Acquisti Collettivi contro la Crisi: alle ore 17.30 Don Andrea Gallo porterà un contributo ed un saluto.

Il Mercato vedrà la presenza contro di piccoli produttori, biologico, prodotti di stagione, km0, artigianatoe durante tutta la giornata sarà possibile  ritirare gli ordini fatti per gli Acquisti Collettivi Contro la Crisi.

Alle ore 19:00 Silvia (tecnico di campo) di “Diversamente bio”  parlerà della questione dei semi e della biodiversità.

Durante la serata i produttori spiegheranno al microfono i propri progetti e le diverse tipologie di produzio. Saranno comunque ai banchi a disposizione di tutti per domande, dubbi e informazioni sulle proprie attività.

L'Osteria ErEtica proporrà la cenaaperitivo durante tutta la giornata: stuzzicheria, spunciotti, vini biologici e birre artigianali.
La lista dei produttori:
- “Coislha”, pane (diverse varietà), pizze e focacce, biscotti, crostate,
- “Biojuna”, frutta e verdura di stagione al dettaglio;
- Carla, confetture e distillati di frutta ed erbe;
- Mauro, miele, vino e olio biodinamico;
- Franca, conserve di verdure e di pomodoro, miele ed confetture;
- “Pasta Iris”, vario assortimento di pasta biologica;
- “Birra Olmo”, birre artigianali italiane;
- “Alla Costiera”, vini biologici dei Colli Euganei;
- “L'Acqueria”, detergenti bio, cosmesi naturale;
- “Cicli e Ricicli”, riciclo creativo delle Malefatte di Venezia;
- “Follow The White Rabbit”, Banco libri reminder e usati;
- Arianna, artigianato locale, prodotti con cuoio riciclato;
- Luca a Manu, libri usati e abbigliamento usato;
- Righetto, Finitura a cera d'api, Sapone  kit produzione sapone
- “Astroflex”, calzature artigianali;

Alle ore 17.30 Don Gallo porterà un contributo sui suoi nuovi progetti

"La mia cattedrale è la strada, i miei insegnanti prostitute, barboni, tossici, tutte quelle vite perdute che sono anime salve. Sono da cinquant'anni un prete da marciapiede, da quarantanni il fondatore della "Comunità di San Benedetto al Porto di Genova", che accoglie chi ha bisogno e chi vuole trovare un punto da cui ripartire a nuova vita. Io, ottantaduenne che viaggio in direzione ostinata e contraria e che resto orgogliosamente un prete semplice, sgrano il rosario laico di Fabrizio De André, raccolgo le storie di bassifondi e vicoli che tanto somigliano a quelle delle Scritture, cerco l'efficacia storica del messaggio evangelico e impasto mani e cuore nelle realtà più dolorose, lavorando senza risparmiarmi affinché questa terra diventi cielo”.
Un prete "prete", anarchico, discusso, amatissimo.

Andrea nasce a Genova il 18 Luglio 1928 e viene immediatamente richiamato, fin dall'adolescenza, da Don Bosco e dalla sua dedizione a vivere a tempo pieno "con" gli ultimi, i poveri , gli emarginati, per sviluppare un metodo educativo che ritroveremo simile all'esperienza di Don Milani, lontano da ogni forma di coercizione. Attratto dalla vita salesiana inizia il noviziato nel 1948 a Varazze, proseguendo poi a Roma il Liceo e gli studi filosofici.

Nel 1953 chiede di partire per le missioni e viene mandato in Brasile a San Paulo dove compie studi teologici: la dittatura che vigeva in Brasile, lo costringe, in un clima per lui insopportabile, a ritornare in Italia l'anno dopo. Prosegue gli studi ad Ivrea e viene ordinato sacerdote il 1 luglio 1959. Un anno dopo viene nominato cappellano alla nave scuola della Garaventa, noto riformatorio per minori: in questa esperienza cerca di introdurre una impostazione educativa diversa, dove fiducia e libertà tentavano di prendere il posto di metodi unicamente repressivi; i ragazzi parlavano con entusiasmo di questo prete che permetteva loro di uscire, poter andare al cinema e vivere momenti comuni di piccola autogestione, lontani dall'unico concetto fino allora costruito, cioè quello dell'espiazione della pena. Tuttavia, i superiori salesiani, dopo tre anni lo rimuovono dall'incarico senza fornirgli spiegazioni e nel '64 Andrea decide di lasciare la congregazione salesiana chiedendo di entrare nella diocesi genovese: "la congregazione salesiana, dice Andrea, si era istituzionalizzata e mi impediva di vivere pienamente la vocazione sacerdotale". Viene inviato a Capraia e nominato cappellano del carcere: due mesi dopo viene destinato in qualità di vice parroco alla chiesa del Carmine dove rimarrà fino al 1970, anno in cui verrà "trasferito" per ordine del Cardinale Siri. Nel linguaggio "trasparente" della Curia era un normale avvicendamento di sacerdoti, ma non vi furono dubbi per nessuno: rievocare quel conflitto è molto importante, perché esso proietta molta luce sul significato della predicazione e dell'impegno di Andrea in quegli anni, sulla coerenza comunicativa con cui egli vive le sue scelte di campo "con" gli emarginati e sulle contraddizioni che questa scelta apre nella chiesa locale.

La predicazione di Andrea irritava una parte di fedeli e preoccupava i teologi della Curia, a cominciare dallo stesso Cardinale perché, si diceva, i suoi contenuti "non erano religiosi ma politici, non cristiani ma comunisti". Un'aggravante, per la Curia è che Andrea non si limita a predicare dal pulpito, ma pretende di praticare ciò che dice e invita i fedeli a fare altrettanto: la parrocchia diventa un punto di aggregazione di giovani e adulti, di ogni parte della città, in cerca di amicizia e solidarietà per i più poveri, per gli emarginati che trovano un fondamentale punto di ascolto. Per la sua chiara collocazione politica, la parrocchia diventa un punto di riferimento per molti militanti della nuova sinistra, cristiani e non.

L'episodio che scatena il provvedimento di espulsione è un incidente verificatosi nel corso di una predica domenicale: lo descrive il settimanale "Sette Giorni" del 12 Luglio 1970, con un articolo intitolato "Per non disturbare la quiete". Nel quartiere era stata scoperta una fumeria di hashish e l'episodio aveva suscitato indignazione nell'alta borghesia del quartiere: Andrea, prendendo spunto dal fatto, ricordò nella propria predica che rimanevano diffuse altre droghe, per esempio quelle del linguaggio, grazie alle quali un ragazzo può diventare "inadatto agli studi" se figlio di povera gente, oppure un bombardamento di popolazioni inermi può diventare "azione a difesa della libertà".

Qualcuno disse che Andrea era oramai sfacciatamente comunista e le accuse si moltiplicarono affermando di aver passato ogni limite: la Curia decide per il suo allontanamento dal Carmine. Questo provvedimento provoca nella parrocchia e nella città un vigoroso movimento di protesta ma, la Curia, non torna indietro e il "prete scomodo" deve obbedire: rinuncia al posto "offertogli" all'isola di Capraia che lo avrebbe totalmente e definitivamente isolato. Lasciare materialmente la parrocchia non significa per lui abbandonare l'impegno che ha provocato l'atteggiamento repressivo nei suoi confronti: i suoi ultimi incontri con la popolazione, scesa in piazza per esprimergli solidarietà, sono una decisa riaffermazione di fedeltà ai suoi ideali ed alla sua battaglia "La cosa più importante, diceva, che tutti noi dobbiamo sempre fare nostra è che si continui ad agire perché i poveri contino, abbiano la parola: i poveri, cioè la gente che non conta mai, quella che si può bistrattare e non ascoltare mai. Ecco, per questo dobbiamo continuare a lavorare!".

Qualche tempo dopo, viene accolto dal parroco di S. Benedetto, Don Federico Rebora, ed insieme ad un piccolo gruppo nasce la comunità di base, la Comunità di S. Benedetto al Porto: quest'anno festeggiamo trentadue anni: se il nostro progetto con tanti compagni e compagne non fosse un poco riuscito, potremmo essere ancora qui???

Bibliografia:
San Giovanni Battista di Vinigo e i suoi fioli de jesia, s.l., s.n., 1993.
La chiesa di San Giuliano. Guida storico artistica, Venezia, Edizioni studium cattolico veneziano, 1995
Poi siamo tutti belli. La Comunità di San Benedetto attraverso le agende di don Andrea Gallo, Roma, Sensibili alle Foglie, 1995.
L'inganno droga, Tivoli, Sensibili alle Foglie, 1998.
Il fiore pungente. Conversazione con Don Andrea Gallo, di Fabia Binci e Paolo Masi, Arenzano, O Caroggio, 2000; Milano, Dalai, 2011.
Trafficanti di sogni, con altri, Lerici, Ippogrifo Liguria, 2004.
Angelicamente anarchico. Autobiografia, Milano, Mondadori, 2005.
Il cantico dei drogati. L'inganno droga nella società delle dipendenze, Dogliani, Sensibili alle Foglie, 2005.
Io cammino con gli ultimi, con Federico Traversa, Genova, Chinaski, 2007.
In viaggio con Don Gallo, con Federico Traversa, Genova, Chinaski, 2008.
Così in terra, come in cielo, con Simona Orlando, Milano, Mondadori, 2010.
Sono venuto per servire, con Loris Mazzetti, Roma, Aliberti, 2010.
E io continuo a camminare con gli ultimi, con Federico Traversa, Genova, Chinaski, 2011.
Ancora in strada. Un prete da marciapiede, con Bruno Viani, Genova, De Ferrari, 2011.
Di sana e robusta Costituzione, Roma, Aliberti, 2011.
Il vangelo di un utopista, Reggio Emilia-Roma, Aliberti, 2011.
Se non ora, adesso. [Le donne, i giovani, la liberazione sessuale], Milano, Chiarelettere, 2011.
Non uccidete il futuro dei giovani, Milano, Dalai, 2011.
La buona novella. Perché non dobbiamo avere paura, Roma, Aliberti, 2012.

 
 

Links utili:
Don Andrea Gallo su FB
Comunità San Benedetto