No Tav, il vento della Val Susa soffia a Trento

3 giorni di presidio permanente nel cuore della città

4 / 3 / 2012

Questa sera alle 18 si è chiuso a Piazza del Duomo (#occupyduomo) a Trento il presidio in cui per tre giorni e due notti - da venerdì 2 marzo - il movimento trentino NO TAV ha elaborato e fatto sentire la sua voce unitaria in solidarietà alla Valsusa che resiste, contro gli arresti del 26 gennaio e contro il progetto TAV nel corridoio del Brennero.
L’iniziativa è partita con una partecipata assemblea (160 persone) autoconvocata sempre in piazza del Duomo a Trento il 27 febbraio alle 18 per reagire ai fatti gravissimi della mattina in Valsusa, quando Luca Abbà come tutti sanno è caduto da un traliccio per responsabilità esclusiva di chi ha pianificato a freddo l’assalto in Val Clarea per allargare il cantiere che non c’è; e quella sera stessa l’assemblea si è trasformata in un corteo spontaneo verso la stazione con blocchi temporanei del traffico auto.
Un’altra più partecipata assemblea in piazza Duomo c’è stata l’1 marzo, seguita da un altro corteo spontaneo fin dentro l’atrio della stazione FS e poi nelle strade della città con nuovi blocchi, ancora una volta in risposta alle ulteriori violenze subite in Valsusa.
Dal presidio del 2-4 marzo sono nate iniziative più organizzate: controinformazione e volantinaggi sulla situazione in Valsusa e sul progetto TAV del Brennero, discussioni collettive, l’unificazione con  “La Ballata della Terra” già programmata dal Cso Bruno, una biciclettata di quattro ore lungo il centro storico e via Brennero fino al carcere di Spini di Gardolo per portare solidarietà a Juan (tra gli arrestati del 26 gennaio).
Una assemblea del movimento trentino NO TAV si è riconvocata alle 18 di mercoledì 7 marzo nello stesso luogo.

www.notavbrennero.eu

Riportiamo il testo del volantino che è stato distribuito nella giornata di oggi:

La resistenza della Valsusa è anche la nostra
Cosa dire di fronte a tanta arroganza, a tanta violenza, a tanto calpestare la dignità di una popolazione intera.
Noi sappiamo che in Valsusa - a parte la spinta a rendere concreti gli annunci del capo della polizia sui morti imminenti - lo Stato risponde con la rabbia di chi non si rassegna alla sconfitta politica e morale e con la forza cieca (forse la sola arma di cui dispone) alla grande manifestazione di sabato 25 febbraio da Bussoleno a Susa, dove oltre 70.000 persone hanno detto basta a questa truffa mascherata da cantiere.
In Valsusa - come altrove in Italia - è forte l’evidenza che i programmi delle opere grandi sono solo spreco di soldi pubblici; quei programmi, di fronte al rifiuto delle popolazioni investite, possono provare ad avanzare solo se assistiti dalla violenza militare. Il mercato non ha più sbocchi per le sue merci inutili e cerca di estrarre valore dalle basi essenziali della nostra vita; per proseguire con i suoi profitti vuole la nostra terra, la nostra acqua, la nostra aria.
Il nostro paese ha bisogno di tutto fuorchè dell’ennesimo sperpero di denaro pubblico e dell’ennesima prova di forza da parte di un Governo arrogante di fronte ai legittimi bisogni della sua popolazione.
Questo Stato sospende di fatto i diritti civili ogni qual volta incontra l’opposizione di una popolazione decisa a difendere la propria terra e la propria vita.
Questo Stato non sa e non vuole dialogare con la propria gente, costringendola a difendersi da chi la dovrebbe proteggere.
Dov’è la violenza in Valsusa?
Tra i giovani, gli anziani, le donne e gli uomini che a viso scoperto e disarmati frappongono il loro corpo tra la propria terra e l’attacco devastante di chi avanza con lacrimogeni, manganelli, idranti e ruspe? Questa si chiama resistenza e disobbedienza civile.
Anche il Trentino è investito dal progetto TAV Innsbruck-Verona, che nel solo territorio provinciale prevede quasi 80 km di linea con 72 km di gallerie al “modico costo” di 150 milioni di Euro al km. Quante cose potremmo fare con un km di TAV, mentre la gestione della crisi demolisce il lavoro e lo stato sociale (scuole, ospedali, servizi pubblici)? Quando verranno qui le ruspe, gli idranti, i blindati, ecc., che faranno? Avremo lo stesso trattamento della Valsusa. Che fine faranno la nostra terra, la nostra acqua, la nostra aria?
In questi giorni di marzo, con il presidio permanente in P.zza Duomo a Trento, il movimento NO TAV trentino ha voluto non solo essere solidale con la Valsusa ma anche parlare con tutti voi ed informare su ciò che il TAV significherebbe per la nostra terra se realizzato.

Fermarlo è possibile – Fermarlo tocca a noi
NO TAV né in Trentino né altrove

Il presidio NO TAV di P.zza Duomo a Trento

Trento - #occupyduomo #notav

Interviste al presidio permanente No Tav

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