«Ieri ho avuto paura della polizia, ma sono rimasta in piazza…»

La lettera di una studentessa vicentina che racconta la manifestazione di Fridays for Future, bloccata ripetutamente dalla polizia in assetto antisommossa.

10 / 10 / 2020

Riceviamo e pubblichiamo una lettera inviataci da Gaia, studentessa media di Vicenza, sulla manifestazione di Fridays for Future di venerdì 9 ottobre, che nella città berica è stata ripetutamente bloccata dalla polizia in assetto antisommossa.

Ciao, mi chiamo Gaia, ho 14 anni e frequento un liceo artistico a Vicenza. Ieri sono andata alla mia prima manifestazione, era per la scuola, la salute e l’ambiente. Nessun* è andat* a scuola, anche se ero la sola della mia classe a partecipare alla manifestazione,  perché i miei compagni di classe hanno un po’ il sedere pesante, ma mi sembrava una causa giusta.

Ci siamo trovati alle 9 in piazza dei Signori: c’era musica, interventi al microfono, striscioni colorati e si stava bene, fino a quando non siamo partiti in corteo. La polizia con scudi e manganelli ci ha bloccati in corso Palladio, erano sia a sinistra che a destra; erano molto più nervosi e agitati di noi, per un attimo ho pensato di andare via. Alla fine io e una mia amica ci siamo dette che se la situazione fosse diventata violenta ce ne saremmo andate e abbiamo deciso di restare.

Le persone attorno a noi volevano continuare il corteo, ma nessuno voleva andare contro la polizia e siamo riusciti a trovare un’altra strada. Abbiamo imboccato il vicolo che porta alla biblioteca pubblica e Il corteo è andato avanti, con la musica, gli interventi e i cori siamo arrivati all’SVT (la Società Vicentina Trasporti, ndr) e ci siamo seduti per terra occupando l’entrata.

Arrivo a scuola in ritardo 2 giorni su 3 perché non ci sono abbastanza corse, alcuni miei compagni di classe che arrivano da lontano si lamentano della calca dentro a corriere in cui stanno magari per tre quarti d’ora e chissenefrega delle restrizioni anticovid.

A un certo punto ci siamo alzati e volevamo andare in piazza castello all’Eni store. Lì, senza che riuscissi bene a rendermene conto c’è stato un episodio di violenza. La polizia ci è venuta addosso e ha cominciato a spingere chi si trovava davanti al corteo. Si sono sentite urla confuse e ho visto da lontano dei manganelli che si muovevano con delle persone grosse che se la prendevano con studenti che avevano in mano gli striscioni.

Quando ho realizzato cosa stesse succedendo mi sono resa conto di avere molta paura e mi sono resa conto del fatto che quello che stavamo facendo non era approvato dalle autorità. Non riesco a smettere di pensare che se le autorità non approvano le nostre proteste dovrebbero prima preoccuparsi del fatto che se le cose andassero bene non sentirei lamentarsi così tanti miei compagni di scuola e non ci sarebbe bisogno di protestare.

Per la seconda volta ho avuto paura che però si è trasformata in rabbia, perché io non riesco a concepire come possano, le forze dell’ordine, reagire così. Siamo solo dei ragazzi che vogliono lottare per il futuro.

Foto copertina di Anna Celi.