Reggio Emilia - Chi ha paura dell'orto? IV edizione

31 Marzo e 1 Aprile presso il Laboratorio Aq16

30 / 3 / 2012

Ci piace immaginare "Chi ha paura dell'orto?" come un grande shaker che, anno per anno, ha avuto, ha e (speriamo) avrà la capacità di miscelare e meticciare esperienze, idee e sogni diversi, mescolando produttori a km 0 con musici, artisti e teatranti che ci fanno piacere essere ingredienti fondamentali di questa alchimia.

Stiamo camminando questa esperienza anche per far si che il nostro spazio sociale si avvicini sempre di più al quartiere che lo circonda, alla città che lo incontra.

Ingrediente delle ultime due edizioni è il "Mercatino anticrisi" dove tra scarpe, giocattoli, pantaloncini e papillon avviene uno scambio tra il Laboratorio Aq16 e la città che lo circonda, sperimentando piccole pratiche solidali per un’economia alternativa.

I soggetti che si incontrano a "Chi ha paura dell'orto?" sono tanti. Ad esempio Libera ci accompagna dalla prima edizione. Ci ha sempre fatto compagnia con il suo Placido Rizzotto, un nome che racconta una storia che tanti di noi conoscono e che non andrebbe mai dimenticata. Quest’anno condividiamo con loro, Emergency Reggio Emilia e Città Migrante anche uno spettacolo che ci parla di Rosarno, “La Spremuta”, sfumatura importante per il cocktail "Chi ha paura dell’orto?" IV edizione. Saremo anche in compagnia dei Gasparazzo, gruppo locale ma di fama nazionale, che ha attraversato il Laboratorio Aq16 in svariate occasioni, anche con la presentazione del progetto “Sabbia e Libertà” nei campi profughi Sahrawi. A km 0 saranno inoltre le birre propinate in questi giorni, prodotte nella bassa reggiana dai meravigliosi birrai del Dada e di Zion; dalle premurose cuoche dell’Osteria Casa Bietola invece arriverà la cena del sabato e l’aperitivo della domenica.

Alla fine dei conti "Chi ha paura dell’orto?" è semplicemente un essere in divenire che vuole avere la capacità di arricchire ed arricchirsi di tante esperienze, sperimentando il comune per costruire Bene Comune.

Di seguito il programma delle due giornate:

SABATO 31 MARZO

ore 20.30 - Cena a buffet a cura dell'Osteria Casa Bietola e presentazione del progetto.

Una cucina critica, biologica e solidale: Le osterie non sono stati solo luoghi dove condividere un piatto di pasta o una bottiglia di vino, ma soprattutto dove condividere esperienze e scambiare idee. Spesso sorgevano in edifici dimessi nei luoghi di passaggio come strade, piazze e mercati, assumendo la funzione di spazi d’incontro e ospitalità che riportavano vita ai quartieri. All’Osteria Casa Bietola la cultura dei gruppi di acquisto solidale s’incontra con quella degli spazi sociali autogestiti, per affermare che la cultura si crea anche in cucina e si costruisce anche a tavola. L’idea è di creare un contesto in cui le “discussioni di osteria” possono parlare anche di quello che troviamo a tavola; da dove vengono i prodotti, in che modo sono stati coltivati, raccolti e trasportati, chi li ha coltivati e in quali condizioni. Osteria Casa Bietola vuole essere una cucina critica, biologica e solidale. Una cucina critica al modello di produzione e consumo di oggi, che vuole falsificare il paradigma thatcheriana e dire che un’alternativa invece è possibile; che vuole diffondere l’idea che tante piccole esperienze di alternative praticate nel quotidiano, insieme possono contribuire a disegnare una società diversa oltre il recinto del mercato. Una cucina biologica che vuole sostenere una produzione che non si basa sul massimo rendimento secondo il massimo sfruttamento della terra e chi la lavora, ma viceversa sulla salvaguardia dei territori e la biodiversità; sulla tutela della dignità e i diritti dei produttori. Una cucina solidale che cerca di sviluppare una solidarietà reciproca tra chi lavora la terra e chi si alimenta con i suoi frutti, per una filiera corta o potenzialmente diretta; una vicendevole fiducia che mira a costruire un mutuo appoggio tra produttori e consumatori. Il proverbio dice che “ogni osteria ha la sua malizia”: quella di Osteria Casa Bietola è di non accettare la legge del mercato e il profondo desiderio d’immaginare e costruire un’altra economia.

ore 22.30 - Gasparazzo in concerto

Obiettivo Sensibile è senz’altro la “boccata di energia” che i Gasparazzo indicavano nella descrizione per la stampa. Iconograficamente pieno di riferimenti (dalla plaça de Mayo di Buenos Aires a Tina Modotti, attrice e fotografa socialista italiana morta in Messico in circostanze sospette), è un ensemble naturalmente denso di concetti e forze fisiche che interagiscono per formare una rete complessa di significanti e significati. Il folk rock rappreso in inquantificabili riferimenti pop, che sono la giusta mazzata al prevedibile, caratteristica sicuramente lontana dall’essere connaturata in questo disco. Si aprono gli sportelli e si scorgono subito, dal primo colpo che raggiunge vista e udito, “Serenata” e “Pick Up” , i due episodi più veementi e rumorosi, dove la grinta che veleggia fiera dalle parti del rock più spinto serpeggia con delle chitarre iperdistorte e un messaggio di rabbia che sarà controbilanciato lungo tutto il disco dalla più completa promiscuità di elementi malinconici, dolci e sofferti (la title-track, “Dietro La Tenda”), mentre dall’altro lato è la collera sterile e cupa di “Serenata Alla Notte” a evidenziare l’ambiguità dell’anima di una band matura e versatile, per questo anche capace di stupire con del materiale fresco, fuori dalla forsennata banalità che molti lavori di scarso valore obbligano ad accostare ai termini “indie” e “folk” (qui invece esaltati e perfezionati all’ennesima potenza). Dino Olivieri, nel 1937, scrisse “Tornerai”, tenebrosamente rivisitata in un’intensa ballad elettronica dal gusto noir e vintage. Obiettivo Sensibile è un cerchio chiuso, una figura perfetta. Lo ricorderemo per una compattezza sicuramente degna di nota, mentre tanto folk va alla deriva in insensibili contenitori da classifica. L’orecchiabilità di questo disco, ridotta al minimo indispensabile, fa da base per visualizzare più luminosamente il background della band, riempito dalle più diverse influenze che, però, non compaiono in maniera troppo palese. Omogeneo, ecco la parola giusta. Molti, si spera, lo ameranno. Per gli altri, un’esortazione a digerirlo (e comprenderlo) meglio. [THEWEBZINE]

DOMENICA 1 APRILE

Mercatino Anticrisi dell'usato domestico per tutta la giornata nel parcheggio del Foro Boario (antistante al Centro Sociale). Si terranno inoltre iniziative per i bambini a cura degli educatori dello Spazio Incontro Casa Bettola.

ore 21.00 - Spettacolo teatrale "La Spremuta" di e con Beppe Casales

Il 7 gennaio 2010 i migranti che lavorano a Rosarno si ribellano. Gli africani dopo anni di violenze e sfruttamento reagiscono, fanno ciò che gli italiani non fanno da anni: alzano la testa. In due giorni si consuma tutto: scontri con la polizia, la caccia al nero, e infine lo sgombero. I media nazionali sottolineano che la mafia non c’entra. Ma dire che la mafia non c’entra in Calabria è una bugia. La mafia c’entra eccome, non solo in Calabria. Nei fatti di Rosarno si concentrano tre nodi fondamentali che stringono al collo l’Italia, e che prima o poi bisognerà avere il coraggio di sciogliere: il rapporto coi migranti, la mafia e il concetto di lavoro.
L’Italia è spremuta da mani violente, da molte mani. Il coraggio di chi non vuole più girare la testa, di chi pensa che vivere esiga più dignità deve essere imitato, non temuto. Lo spettacolo è promosso dalle associazioni Città Migrante, Emergency Reggio Emilia e Libera Reggio Emilia.

Come arrivare al Laboratorio Aq16

Eventi

31/3/2012 20:30 > 1/4/2012 23:45