Pubblichiamo integralmente il comunicato oggi diffuso dalla nota
band Punkreas, in relazione ai fatti folli e ingiustificabili che si
sono verificati, a loro danno, nella notte del 29 giugno, provocati
dalle "forze dell'ordine".
Episodi come questo non rientrano
in nessuna logica di civiltà e ragionevole operato delle forze
dell'ordine, tese piuttosto ad abusare, ancora una volta e senza
motivo, del loro potere.
Esprimiamo tutta la nostra
vicinanza e solidarietà ai Punkreas, band amatissima che non si è mai
limitata a calcare i palchi come impresa fine a se stessa, ma che in
tanti anni di attività ha sempre messo in luce attivamente gli aspetti
oscuri, corrotti e repressivi di un certo sistema esistente.
Stendiamo il presente comunicato per rendere
pubblica la gravissima situazione che ci ha visto involontari
protagonisti nella notte tra il 29 e il 30 giugno 2011 presso l’Euro Hotel di Nichelino, alle porte di Torino .
Dopo il concerto dei Punkreas tenutosi presso il Free Music Festival
di Nichelino, ci dirigiamo verso l’albergo insieme alla crew e ai
rapper Anti L’Onesto e Dj Noko che hanno chiuso la serata e che
viaggiano con noi.
Arrivati sul posto, attorno alle ore 02:00 constatiamo la presenza di militari in divisa – carabinieri – che presidiano l’entrata e immediatamente ci si approcciano con modi poco amichevoli.
Veniamo
inoltre a conoscenza del fatto che l’albergo ospita un alto numero di
carabinieri (70-100), presumibilmente destinati a servizio di O.P. in
Val di Susa, dove il giorno precedente si sono avuti duri scontri con
ampio uso di lacrimogeni contro i manifestanti.
Alcuni di noi, come
da consolidata tradizione, si ritrovano nella camera di Paletta per
parlare del concerto appena effettuato e fare gli ultimi saluti prima di
raggiungere le rispettive stanze.
Dopo circa un’ora, il gruppetto si
scioglie e restano nella stanza solo Paletta, Gagno e il fonico
Gianluca Amen, che continuano a chiaccherare.
Quando sono circa
le 03:30, senza aver avuto peraltro alcun avviso o richiamo né dalla
direzione né dagli ospiti delle stanze confinanti, i 3 sentono dapprima
bussare violentemente alla porta e subito dopo cominciano ad avvertire difficoltà respiratorie che in breve diventano sempre più pronunciate, unitamente a bruciore intensissimo a gola e occhi.
In breve, si rendono conto che qualcuno sta pompando gas urticante da sotto la soglia della porta della camera.
Sentendo rumori e grida di sfida e di scherno dall’esterno, e
nonostante la situazione sia resa anche più grave dall’impossibilità di
aprire completamente la finestra della camera , i 3 decidono di non
uscire, per timore di aggressioni fisiche.
Si chiudono
momentaneamente nel bagno, sperando così – e con l’ausilio degli
asciugamani bagnati – di limitare i danni e resistere a quello che
sembra un vero e proprio assalto. Immaginatevi 3 persone chiuse in una
camera satura di gas iniettato dall’esterno da un numero indefinito ma
alto di militari che gridano di volersi vendicare di un tono di voce – a
loro detta – troppo alto.
Nel frattempo qualcuno nelle stanze vicine sente qualcosa. Il primo ad affacciarsi è Anti, che subito si trova la strada sbarrata da tre militari in borghese, muniti di manganello .Il rapper viene schiaffeggiato, malmenato e spinto nel bagno. Gli viene intimato di non uscire dalla stanza e di “farsi i cazzi suoi”.
A
questo punto si sveglia il band manager Ruvido che si rende subito
conto della gravità della situazione e chiama immediatamente ambulanza e
carabinieri di Nichelino.
Nel frattempo band e crew si compattano per affrontare la situazione.
Solo
a quel punto, rendendosi conto di avere a che fare con persone che
potrebbero godere di attenzione mediatica, i militari cambiano
repentinamente atteggiamento tentando di minimizzare l’accaduto.
Appaiono graduati che si offrono insistentemente di trovarci dapprima delle nuove camere, poi addirittura un nuovo hotel.
Ovviamente rifiutiamo, raccogliamo i nostri bagagli e ripartiamo da Torino con destinazione casa.
Abbiamo
deciso di rendere noto l’accaduto non solo perché di per sé vergognoso e
meritevole di suscitare indignazione, ma anche perché abbiamo avuto la
netta sensazione che le cose sarebbero precipitate ulteriormente se non
avessimo dato velocemente l’impressione di avere immediati e
sufficientemente influenti contatti esterni (agenzia, ufficio stampa,
avvocato).
Per una lunghissima mezz’ora noi, e in
particolare i 3 chiusi in camera ci siamo sentiti come devono essersi
sentiti Uva, Cucchi, Aldrovrandi, e tanti, tantissimi, troppi altri
finiti senza possibilità di difendersi nella mani di chi abusa del suo
potere per scopi che nulla hanno a che vedere con l’ordine pubblico.