18.06.13 Sherwood Festival - Loris Contarini con Rachele Colombo e Paolo Valentini in Lost in Veneto e concerto di Fabio Cinti

Park Nord Stadio Euganeo Viale Nereo Rocco - Padova

18 / 6 / 2013

Spettacolo teatrale - Spazio CineStreet


Loris Contarini con
Rachele Colombo e Paolo Valentini
in

Lost in Veneto

di
Massimo Carlotto e Loris Contarini

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1 € può bastare
Apertura cancelli ore 19.00



Informazioni sullo spettacolo
:


Musiche originali di Rachele Colombo e Paolo Valentini eseguite dal vivo

Drammaturgia e regia di Loris Contarini

Produzione Amistad Associazione Culturale

Durata: 65 minuti


Il tormento interiore di un veneto “spaesato”: questo è lo spunto da cui prende la sua genesi “Lost in Veneto”. E lo spaesamento è la condizione autentica non solo dell’attore, ma anche dei musicisti presenti con lui in scena.
Lo spettacolo è il tentativo di capire il presente di un territorio che diventa così simbolo, metafora: una “terra dell’anima”, per citare il titolo di un famoso romanzo di Massimo Carlotto, autore del testo originale insieme a Loris Contarini.

Tutto ha inizio nelle parole dell’Amleto di Shakespeare, ma più precisamente nella loro poetica traduzione in vicentino di Luigi Meneghello. Il sentimento di spaesamento, di disorientamento del giovane Principe “trapiantato” in lingua veneta ri-suona – ed è proprio il caso di dirlo - in modo del tutto nuovo nel cuore e nelle viscere del protagonista, tanto da fargli sentire la propria condizione e quella del danese vicine, molto simili. Ed è Amleto stesso a suggerirgli lo strumento per una possibile via di “indagine” e di soluzione: il teatro. Così, attraverso la metafora della scena, chiamando sul palcoscenico via via personaggi e storie che ci parlano del nostro presente in Veneto, sono raccontati il tentativo e la fatica di ri-orientarsi, di ritrovare i punti cardinali della propria terra da parte del protagonista (cioè dell’attore stesso).

Tra le storie che si raccontano quella di un Veneto di ieri, migrante per miseria, che ci evoca i migranti di oggi, arrivati in questa terra ora non più povera.
E poi ci sono le storie del presente, di chi si sente fortemente ancorato al suo “qui e ora”, la figura di un “veneto-tipo” dotato di notevole pragmatismo, né leghista né non leghista…: di quel “centro” che lascia le mani libere per frequentare sia la moderazione che il cinismo estremista, in nome della modernità e dell’interpretazione “pratica” dell’attualità. Ci spiegherà come affrontare il problema del lavoro, degli stranieri, dei rom,… in una sequela di risposte “dinamiche, moderne, flessibili”.


E ancora, storie di chi lotta per il riconoscimento di una città-stato, con una propria lingua e propri confini, contro uno stato che impone altri confini e un’altra lingua che lui non riconosce. Storie di chi sostiene che è necessario avere più coraggio, maggiore senso di appartenenza a un popolo che si ritiene sopraffatto da un‘unità nazionale che lo ha solo reso schiavo: bisogna, in prima persona, combattere per l’indipendenza.

E poi il racconto di una rivoluzione tentata, in un Veneto il cui spaesamento diventa polveriera pronta a esplodere, e loro, i “patrioti”, ne innescano la miccia, pronti al sacrificio per riconsegnare la libertà al popolo, per restituirgli ciò che è suo da sempre: la terra, le radici, la lingua, la ricchezza... Ma nello sforzo di appropriarsi del cuore pulsante dell’identità veneta, goffamente perdono e - anche loro - si perdono.

Il senso di spaesamento del protagonista via via aumenta, i tentativi di orientarsi falliscono. Ma a soccorrerlo, come all’inizio, è Meneghello, e con lui le parole di un altro grande Maestro veneto: frammenti di poesie, parole sparse di Andrea Zanzotto.

Trova alla fine, il nostro naufrago terrestre, un appiglio per restare aggrappato alle sue, nuove, radici: identità, civiltà, lingua non sono e non possono essere punti cardinali se non hanno, a loro volta, radici profonde e forti in un luogo dove ricordare «che esiste il sublime». Un Luogo che «per risaltare gli antichi splendori e accogliere vie di beltà» non può chiedere se non alla poesia e a chi gli dà voce. E solo così può ritrovarsi.
Quel luogo può essere, nuovamente, Veneto.



Note biografiche



L’Associazione Culturale Amistad ha come scopo la pratica, la diffusione e la promozione dell’attività e della cultura teatrale.
In particolare mette al centro la sperimentazione della contaminazione dei linguaggi espressivi (teatro, musica, letteratura, danza, grafica, pittura, scultura, attività multimediali audiovideo, fotografia...) e delle sue molteplici potenzialità e ricchezze artistiche.

La nostra è la storia di artisti le cui strade si sono incontrate.
...Continuiamo ad attraversare frontiere per cercare parole e note. Storie da raccontare
e da suonare. Per non dimenticare. E per essere presenti. Nei luoghi e tra la gente.
Noi lavoriamo così. I nostri progetti coinvolgono i cuori e le intelligenze di artisti che non hanno mai smesso di credere nella necessità di essere protagonisti del nostro tempo.
E nel piacere di lavorare assieme.

(Amistad)



Loris Contarini
Attore e regista. Il suo percorso teatrale incrocia, fin da subito, quello di altre discipline artistiche e di altri artisti. È, infatti, proprio la ricerca di un incontro e una fusione tra linguaggi differenti uno degli elementi caratterizzanti del suo lavoro e della sua carriera. Nasce da qui la sua collaborazione diretta e continuativa con lo scrittore Massimo Carlotto e i musicisti Maurizio Camardi e Ricky Gianco, e inoltre con danzatori e registi di teatro musicale come Stefano Patarino.
Partecipa a spettacoli con Moni Ovadia, Dario Vergassola, Lucia Vasini e a reading con gli scrittori Carlo Lucarelli, Marcello Fois, Antonio Scurati,...
Tra i suoi ultimi lavori: la regia, insieme a Velia Mantegazza, di “Cristiani di Allah”, spettacolo di e con Massimo Carlotto che vede in scena la cantante Patrizia Laquidara e i musicisti Maurizio Camardi e Mauro Palmas; la drammaturgia, la regia e l’interpretazione di “Amo l’amore che fa boom” testi e canzoni di Boris Vian, e di “Millimetri (sensazioni di cose minime)” da Fernando Pessoa; l’interpretazione di “Urlo” di Allen Ginsberg con la regia di Stefano Patarino.



Rachele ColomboNata a Vicenza vive e opera nel padovano dagli anni '80. Cantante, compositrice e polistrumentista. Affermatasi come componente del gruppo di folk-revival “Calicanto” (‘95/’99), interprete di canto popolare, da anni si dedica allo studio delle tradizioni musicali e vocali dell’area Istro-Veneta. Fondatrice con Corrado Corradi, del progetto ARCHEDORA pubblica i CD “Archedora” e “Descalso” dedicati al dialetto e all’innovazione della musica veneta. Svolge attività concertistica in Italia, Europa, America con produzioni discografiche, radio-tv, cinema (“La ragazza sul ponte” di Leconte, “Les enfants du siecle” con J.Binoche), progetti per l’infanzia (con Ketty Grunghi de La Piccionaia premio Rai Sat e Stregagatto ‘05), teatro di ricerca (tra gli altri il teatro civile di Gian Antonio Stella e Gualtiero Bertelli), progetti dedicati alle donne (tra gli altri CARE RAGAZZE sul Canzoniere Femminista - BAMBOLE OFFLINE sul rispetto del corpo delle donne).



Paolo Valentini
Chitarrista nato a Padova, intraprende lo studio dello strumento all’età di 12 anni. Dal 1992 si dedica all'approfondimento della chitarra jazz e successivamente alla musica popolare brasiliana.
Partecipa a numerose rassegne (Ubi Jazz, Jazz e Dintorni, Un anno di Jazz a Padova, Voci nell'aria, ecc..) ed eventi (Venezia Suona, Locarno Film Festival, Festiva del Cinema di Venezia) all'interno di formazioni diverse, contando prestigiose collaborazioni.
Negli anni ha seguito seminari con Tony Scott , Toninho Horta, Nicola Stilo, Joe Diorio, Pat Martino.
Forte è l’interesse per le tradizioni musicali popolari italiane, europee ed extraeuropee, che lo portano ad avvicinarsi allo studio di strumenti di estrazione etnica e a conseguire il diploma accademico in “etnomusicologia e prassi esecutiva degli strumenti etnici” presso il conservatorio “C. Pollini” di Padova.
Ha all’attivo due cd con il gruppo musicale “Bossamba” e altri come ospite.
Nel 2006 ha collaborato con l’attore-cantautore David Riondino. Ha scritto ed eseguito dal vivo colonne sonore per spettacoli teatrali, documentari e materiale multimediale.

CONCERTO CON:

Fabio Cinti
+

Guest:

Paolo Benvegnù

Alessandro Deidda


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1 € può bastare

Apertura cancelli ore 19.00

Biografia:

Fabio Cinti, musicista, scrittore, cantautore, classe 1977.
I suoi esordi sono vissuti a Roma, dove incontra Mauro Mazzetti, poeta con il quale inizia una collaborazione nella scrittura dei testi che continua ancora oggi. Sempre con Mazzetti nel 2001 produce un disco-raccolta dal titolo "Musica per lavare i piatti" che contiene alcune sue produzioni per piccole compagnie teatrali o sonorizzazioni di mostre (su tutte, le musiche per l'antologia fotografica su Federico Fellini al Museo di Roma in Trastevere).

L'esperienza romana si conclude con l'incontro di Morgan. Tra i due nasce anzitutto una profonda amicizia fatta anche di interessi e direzioni comuni fino a portarli ad esibirsi in numerosi concerti in tutta l'Italia, durante le tournée di Morgan.
Nel 2009 quindi Fabio si trasferisce a Milano, e in quell'anno scrive la prefazione della riedizione  di DisSoluzione, una raccolta di poesie di Marco Morgan Castoldi.

Nell'ottobre del 2010 esce il singolo Bow House che anticipa il disco L'Esempio delle Mele prodotto da Fabio Cinti con la stretta collaborazione di Danilo Lo Santo e di Giovanni Mancini chitarrista de Le Nuove Logiche, la band che lo accompagna nei live tour di cui fanno parte anche Paolo Sturniolo al basso, Gianluca Giannasso alla batteria e Alessandro Russo al pianoforte/tastiere.


L'Esempio delle Mele
contiene tre brani prodotti da Morgan (Amore elettrico, Eccessi, Bow House – home version) e un brano con il testo di Pasquale Panella Il punto di vista. Partecipano alla lavorazione del disco anche Livio Magnini (Bluvertigo), Massimo Martellotta (Calibro 35), e Lucio Bardi (F. De Gregori).

I cinque video che accompagnano i singoli (Questo mondo fa rumore, La Distrazione, Amore Elettrico, Eccessi, Se fanno pop) sono diretti da Simone Di Turo che cura anche il progetto grafico dell'opera.

Dopo l'uscita del suo primo disco Fabio Cinti si occupa anche di produzioni artistiche e di scrivere per altri (Giops, Elisa Rossi) e continua il lavoro di produzione per il suo secondo album che uscirà a un anno esatto di distanza dal primo con la produzione esecutiva di alcuni fan-mecenate, situazione singolare che anticipa, in Italia, i tempi del crowdfunding.

A maggio 2012 esce dunque Il Minuto Secondo, dove, insieme ai suoi sette inediti, Fabio Cinti si cimenta nell'adattamento di alcuni brani celebri della classica e non solo, brani legati al ricordo, all’ardore dei sensi. Il David Gilmour di Sonnet 18, Silent Worship e Lascia ch'io pianga di Handel, e poi Henry Purcell, Dvorak, XTC e Sting, insieme per un album che è stato accolto in modo eccellente da pubblico e critica.


Ospiti Lele Battista (voce), Elena Cirillo (violino), Federica Sala (voce), Marco Santoro (tromba), e Maddalena Balsamo (voce).
E' sempre Simone Di Turo a curare tutto l'artwork dell'album e la produzione dei video Questo strano abisso e Loop.

Alla fine del 2012, edito da Trantran Editore, esce Un anno d'amor(gan), romanzo di formazione dedicato all’amico Marco Castoldi che narra il rapporto tra allievo e maestro che Fabio ha sperimentato di persona negli anni passati accanto all’ex Bluvertigo.

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Nel 2013 Battiato gli affida le aperture di alcune date del suo Apriti Sesamo Tour.

Per l’autunno 2013 è prevista l’uscita del suo terzo album, Madame Ugo, di pubblicazione Mescal, che vedrà il contributo di artisti importanti del panorama musicale italiano.

Affiancano Fabio Cinti nella produzione artistica di Madame Ugo, l’inseparabile Giovanni Mancini e Lele Battista con il quale Fabio, nel 2012, ha fondato Il Gruppo Corrente composto anche da Davide Ferrario e da Yuri Beretta.

WEB TV

Intervista a Matteo Righetto
autore de La pelle dell'orso (Guanda)

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Intervista a Loris Contarini
a cura di: Ernesto Milanesi (Il Mattino - Il manifesto)

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