03.07.13 Sherwood Festival - Anonimous "Noi siamo legione" e Roy Paci

Nella serata intervista con Antonella Beccaria e Carlo Gubitosa, a seguire concerto con Roy Paci che presenta Corleone

3 / 7 / 2013

3 luglio

presso Web Tv

Intervista ed incontro con Antonella Beccaria e Carlo Gubitosa

Antonella Beccaria autrice di "Anonimous, noi siamo legione"

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Dettagli sul libro:

Anonymous - Noi siamo legione(Aliberti Editore)

di
Antonella Beccaria



"Noi non perdoniamo. Noi non dimentichiamo. Aspettateci".

Si annunciano con queste parole gli ignoti che si riuniscono sotto la sigla Anonymous e promettono battaglia contro censura, imperialismo, finanza d'assalto, devastatori dell'ambiente e militarismo. Questo libro è un'inchiesta su una forma di lotta da nuovo millennio che ha finito per colpire sette religiose, corporation, partiti reazionari e dittature mediorientali. Ogni volta che verrà compiuto un abuso, compariranno gli anonimi fustigatori il cui volto è rappresentato dalla maschera del giustiziere Guy Fawkes. E già oggi si può intuire il loro scopo: servizi digitali che garantiscano agli utenti la libertà di espressione.

Mercoledì 3 Luglio 2013
Sherwood Festival
Park Nord Stadio Euganeo
Viale Nereo Rocco - Padova

Roy Paci
presenta

Corleone


1 € può bastareApertura cancelli ore 19.00

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Info:
Corleone è una delle tante anime musicali di Roy Paci, e per molti versi la più sconosciuta al grande pubblico: quella che trae la sua ispirazione dalla lezione del jazz sperimentale e d’avanguardia, molto free in quanto a linguaggio e contenuti. È un percorso nel quale Roy non si improvvisa, anzi: è proprio questo, in verità, uno degli elementi fondanti del suo background musicale.

Il viaggio di Roy all’interno del jazz meno convenzionale inizia nel 1986, quando ha solo 17 anni, grazie al sestetto As Sikilli del sassofonista Stefano Maltese.
Gli Zu e Trionacria, formazioni rispettivamente di jazzcore e jazz sperimentale – da lui coofondate tra il 1997 e il 2001 – , The Ex & Brass Unbound e Mondo Cane, costituiscono altre esperienze importanti di questo percorso, che Roy ha deciso di non abbandonare nonostante grazie al successo riscosso con Manu Chao e con Aretuska, il suo tempo per le collaborazioni e l’esplorazione musicale a tutto tondo si sia drasticamente ridotto.

Corleone rappresenta così per Roy una sorta di “wake up call”, una chiamata alle armi per una sua dimensione artistica che negli ultimi tempi – e a malincuore – aveva dovuto accantonare. Roy definisce Corleonela sua “viscerale profondità musicale. Quella profondità che viaggia dentro la mente, scava, è luminosa, ma non tiene conto dell’aspetto materiale della vita”.

Il crossover che esprime il progetto Corleone è un pairing tra hardcore selvaggio e jazz sperimentale: il tutto stemperato nei colori elettronici minimali e nei suoni “terragni” della Sicilia e dei paesi mediterranei, come una sorta di couscous armolodico.

In Corleone c’è anche la musica “saracena”, di derivazione araba, c’è il sole a picco delle marce funebri delle processioni religiose, c’è il choro brasiliano che riporta a casa nostalgie sudamericane; ma al tempo stesso ci sono le strutture improvvisative e i picchi estremi del free jazz, riferimenti alla no wave newyorkese, le grandi contaminazioni di stile di progetti come Fantomas e Mr. Bungle, echi di “Sketches of Spain” di Miles Davis, la ricerca interiore di Mongezi Feza, la grande lezione di Lester Bowie e il rispetto assoluto per un suo contemporaneo e amico Dave Douglas. Il tutto senza mai smarrire il senso – imprescindibile in tutto quello che Roy Paci fa – della musica come supremo divertimento.

 
 

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