Una Francia pesta e livida

Il Front National ha conquistato molti territori, vinto la battaglia politica sul campo con la prospettiva di vincere le presidenziali.

5 / 4 / 2015

Passata la patetica soddisfazione della formula "tutti vincenti" da platea televisiva post-elezioni dipartimentali, bisogna guardare la realtà in faccia. Non è rosa socialista. Inutile aggrapparsi ai sondaggi per presentare un paesaggio politico che resiste all'attacco del FN, arrivando al punto di felicitarsi di un abbondante 51% di astensione. Oppure rassicurarsi con il fatto che il fronte dei nazionalisti non abbia raggiunto la percentuale predetta dagli oracoli statistici: ci si aspettava il FN al 30% e invece si ferma al 25%, enfin! Che sollievo!

Per capire la profonda mutazione politica in corso occorre paragonare i risultati delle precedenti elezioni dipartimentali del 2011 e si vede che il FN ne esce nettamente vincente. Ha intercettalo localmente l'elettorato giovane, di estrazione popolare, meno fornito di diplomi, una buona parte di quegli elettori che in alternativa si sarebbero comunque astenuti dal votare.

La minaccia del "Front, primo partito di Francia" non è esorcizzata, un elettore su quattro ha votato FN ed è un bel passo avanti. Non è cosa banale che il FN arrivi in testa in decine di dipartimenti, che sia arrivato al 40% nei suoi bacini elettorali tradizionali, che si installi nelle regioni dove era assente.

Marine Le Pen compie, da quando si è messa a capo del partito nel 2011, il suo disegno politico di connessione territoriale con i candidati FN presenti nel 93% dei cantoni. cioé ovunque.

Nessun altro partito copre l'insieme del territorio francese come il Front national. Si è stabilizzato nei territori rurali, periurbani e popolari, e aumenta progrogressivamente nelle zone urbane e benestanti. Questo radicamento diffuso è frutto di un capillare intervento locale persino nelle regioni tradizionalmente di sinsitra dove arriva anche al 35%. I candidati FN si presentano come portavoce degli "invisibili", quelli che non sono ascoltati e passano il loro tempo a rassicurare tutti, sono presenti, poche idee e tanto conforto tra "simili", vittime di un sistema governato da una classe politica i cui candidati sono assenti e diventati distanti politicamente. Si arriva così al 73% di abitanti soddisfatti del sindaco nei comuni amministrati dal FN.

Poi c 'è l'astensione, certo poco meno che alle scorse elezioni dipartimentali, ma un elettore su due non ha votato. Considerato il 7% di non-iscritti al voto, si può dire che il partito dell'astensione è maggioritario ed oggi è l'astensione che determina il risultato elettorale. Vince chi riesce a mobilitare gli elettori e il FN è in una posizione favorevole come lo hanno dimostrato le elezioni europee del 2014: 71% degli elettori che alle presidenziali hanno votato FN sono andati a votare alle europee, il 41% degli elettori UMP (centro-destra) e solo il 26% degli elettori PS.

Intanto, Hollande Valls annunciano che non c'è nulla da cambiare nella politca di governo. Tutto va bene.

La domanda cruda è: fino a dove può avanzare il Front National? Alla presidenza della République?

Senza sovrappore elezioni nazionali su quelle dipartimentali, si pone il problema della partecipazione al voto, tenendo conto della forte capacità di attrazione di chi vende un orizzonte ideologico di speranza e restaurazione. Il voto FN non è più di reazione e di protesta ma di adesione.

Marine Le Pen ambisce a diventare la figura dominante della destra. Per questo sottolinea la specificità "ne' a destra ne' a sinsitra" del FN che rifiuta le alleanze per proporre un modello culturale autoritario ed economicamente antiliberista destinato a sedurre l'elettorato popolare e i lavoratori 'indipendenti'. Pronta in un secondo tempo a posizionarsi più classicamente come destra radicalizzata, insistendo sul rifiuto dell'immigrazione e diluendo il discorso economico antiliberale.

Il Partito socialista incassa e Sarkozy banalizza le idee di Marine Le Pen.

Da una ventina di anni il FN è una forza politica di rilievo, da quando c'è Marine Le Pen il partito avanza lentamente ma progredisce dinamicamente per avere il tempo necessario a poter governare il paese, nel 2022?