Dopo alcune settimane di mezzi annunci e minacce,
il ministero del lavoro,guidato da Javier Lozano, ha emesso la
sentenza: il nuovo segretario del Sindacato messicano degli
elettricisti (Sme), uno dei più importanti del Messico, non sarà
riconosciuto, ovvero non riceverà il registro dal ministero. E' una
conferma dell'obsoleto meccanismo che conferisce per legge al ministero
del lavoro la facoltà di concedere il registro sindacale e apre la
porta a incognite tanto sul futuro del sindacalismo quanto su quello
del settore energetico.Dal punto di vista sindacale, quella di Lozano è
un' indebita intromissione. Perché il potere in mano al ministro, che
dovrebbe essere esercitato solo con funzioni di controllo, è stato
usato negli ultimi anni per favorire questo o quel un candidato, aprire
spazi d'intervento sindacale ad organizzazioni di comodo, a sindacati
«imprenditoriali» o a veri e propri speculatori che poi hanno fatto
milionari affari alle spalle dei lavoratori. Nel caso specifico vanno
sttolineati due fatti. Il primo, l'elezione del nuovo segretario
generale del Sme, che conta su oltre 60.000 iscritti, è stata regolare.
Nonostante l'opposizione sindacale sindacale al segretario eletto abbia
ricevuto, stando ai si dice, 5 milioni di dollari da parte del Pan, di
cui il Lozano è membro attivo.Secondo e decisivo fatto, spaccare il Sme oggi,
significa poter privatizzare il settore della produzione elettrica
domani. Perché se è vero che il governo ormai da anni non vede l'ora di
concedere ai privati, nazionali e stranieri (tra cui l'Enel, che nel
dicembre 2007 annunciava l'acquisto di tre impianti idroelettrici in
Messico), concessioni milionarie, la realtà parla anche d'una
opposizione tale da parte del Sme e dei suoi alleati che hanno impedito
sinora la privatizzazione di uno dei pochi settori ancora pubblici nel
paese. E quale miglior maniera che imporre una dirigenza amica? Il caso
del Sme, emblematico, non è l'unico.
Il ministero del lavoro
dell'attuale come della precedente amministrazione Fox non ha fatto che
interferire e disconoscere sindacati scomodi alle grandi imprese. Oggi
il Sme, ieri già il grande Sindacato metallurgico e il Sindacato
nazionale dei lavoratori dell'educazione (Snte), il sindacato più
grande dell'America latina con oltre 1.5 milioni d'iscritti, in mano da
oltre una decade a una segretaria intima amica di Fox e molto vicina
all'attuale amministrazione.
Tratto da: Il Manifesto 13.10.09
Come il governo del Pan manovra i sindacati non addomesticati
13 / 10 / 2009