Sorpresa
al processo sull'occupazione della prefettura; ieri mattina c'era un
nuovo pubblico ministero che ingaggia subito un corpo a corpo con gli
avvocati e con il primo teste esibito dalla difesa: il prof. Ilvo
Diamanti, ricercatore autorevole e giornalista molto conosciuto. Il
punto su cui si concentra la sua deposizione è il rapporto fra
legittimità e legalità contenuto in ogni atto od azione e che lo connota
in senso positivo e negativo. Così la decisione di autorizzare la
costruzione di una base militare a ridosso di una città e così
devastante come il Dal Molin, non può essere considerato un atto legale
se non si appoggia sulla legittimità che solo una condivisione ed un
consenso ampio della popolazione interessata può fornire. E questo a
Vicenza e a Caldogno non è avvenuto perchè le sue indagini dimostrarono
allora quanta parte della popolazione fosse contraria a quella decisione
e come lo Stato non avesse attivato alcun procedimento per misurarne il
consenso. Ma per il sig PM del processo tutto ciò non è nè pertinente
nè congruo all'oggetto, ossia se lui -il prof. Diamanti-avesse preso
parte o meno all'occupazione della prefettura (sic).
Poi sono intervenuti gli altri testi ed esperti, sempre sottoposti
allo stesso trattamento, che hanno tentato di inquadrare il fatto in un
contesto internazionale e geopolitico più vasto perchè quello e solo
quello può far capire se l'azione compiuta il 16 gennaio 2008 avesse una
sua logica e, appunto legittimità, e non fosse invece il prodotto di
una estemporanea e stravagante iniziativa.Vicenza- Occupazione della Prefettura; legittimati a farlo
Conferenza stampa in occasione del processo agli attivisti No Dal Molin per l'occupazione della Prefettura e consegna dello striscione con le firme al sindaco
21 / 2 / 2013
Infine la monumentale deposizione di G. Verneau che ha sepolto di
dati ed analisi la dannosità di una base i cui costi, altro che
benefici, pagano in gran parte i cittadini vicentini e italiani.