Venezia - Il battello dei diritti è salpato

La Festa della Repubblica che vorremmo

2 / 6 / 2009

Venezia - E' salpato alle 9.30 dal Tronchetto il battello dei diritti promosso dalla Rete delle associazioni "Tuttiidirittiumanipertutti" che da un anno denuncia quanto avviene al porto di Venezia, ai danni dei profughi afghani, curdi e africani. L'idea era quella di trasformare un luogo di frontiera e violazione dei diritti in un luogo aperto, di condivisione e di pace. Ma il Presidente dell’autorità Portuale di Venezia Paolo Costa non ha concesso l'accesso all'area portuale.
Il battello ha attraversato il Canal Grande fino a raggiungere la zona di Rialto dove gli attivisti delle numerose realtà che promuovono la rete hanno promosso un volantinaggio per rompere il silenzio sulla quetsione dei respingimenti, per indicare precise responsabilità e per raccontare le storie di uomini, donne e bambini che partono da territori di guerra, raggiungono Patrasso e provano ad imbarcarsi nelle navi che raggiungono l'Italia. Storie e racconti che alcuni attivisti hanno riportato dal Campo di Patrasso in un recente viaggio.
Il battello dei diritti ha infine raggiunto il bacino San Marco dove ha issato una bandiera della pace.

Una giornata, quella di oggi, in cui si vogliono ricordare tutte le persone che hanno perso la vita in questi anni a causa dei respingimenti, a causa, cioè, di un diritto negato.

Vedi anche:
Il Comunicato della rete Tuttiidirittiumanipertutti
Il report della delegazione dell’Ambasciata dei Diritti a Patrasso (del 15 maggio)
Abbiamo bisogno di aiuto - L'appello dal campo di Patrasso
Venezia - Ancora una morte al porto