Pisa - Conferenza stampa e invasione della Scuola Normale a seguito dell'arresto

Lunedì alle ore 9.00 processo per direttissima per Dario.

11 / 7 / 2011

 In seguito all'episodio gravissimo dell'arresto di Dario di sabato sera, student*, cittadin* e partiti solidali come Prc e Sel hanno indetto una conferenza stampa sotto la caserma dei Carabinier- peraltro circondata da ilitari in divisa nel timore che potesse essere assediata dalla conferenza-, edificio dove è stato trattenuto Dario prima della convalida dell'arresto e dove gli hanno negato il diritto ad un'assistenza medica nonostante il trauma cranico e contusivo, l'ecchimosi sulla schiena e le varie escoriazioni sul braccio dovute alle manette e agli strattoni dei carabinieri.

 Gli intervistati sono stati i testimoni diretti dell'accaduto della sera prima. I testimoni hanno voluto così far emergere la verità dei fatti contro la cortina fumosa che sta offuscando l'accaduto, come ad esempio l'immaginaria aggressività di Dario e il presunto morso che questi avrebbe dato in macchina ad un agente dopo essere stato malmenato e percosso. I contenuti della cofnerenza stampa hanno anche contestualizzato l'episodio all'interno del paradigma securitario nella città di Pisa, che ormai gestisce i fenomeni di socialità come problemi di ordine pubblico militarizzando le piazze e dando nei fatti maggiori poteri alle forze dell'ordine.

 Alla fine della conferenza stampa il centinaio di persone solidali a Dario che si è ritrovato sotto la caserma si dirige verso la Scuola Normale, dove Beltram, direttore della stessa, avrebbe presentato in un'altra conferenza stampa il suo comunciato ufficiale sui fatti di sabato sera (ricordando che a chiamare le forze dell'ordine sono stati i vigilantes della Normale). Nel comunicato la posizione ufficiale della Scuola assume per intero le linee guida della relazione dei carabinieri e rimanda alla sentenza del processo di lunedì mattina la decisione di giudicare l'episodio; la prospettiva assunta da Beltram è la testimonianza dei vigilantes, che tra l'altro non hanno potuto assistere alla scena in quanto chiusi dentro le mura della Normale durante la festa.

 La volontà di aprire una dimensione pubblica di confronto e di riportare la testimonianza oculare diretta di ciò che è successo a Dario, è però stata negata. Dopo dei tafferugli con gli stessi vigilantes, il centinaio di persone riesce a passare il per i corridoi e ad entrare pacificamente nella sala dove Beltram stava tenendo la conferenza stampa. La reazione del direttore è immediata: fugge dal contesto pubblico e si va a nascondere in presidenza, negando di fatto la possibilità di comprendere la gravissima gestione delle forze dell'ordine e la loro inadeguatezza in un contesto di serena socialità.

 Di fronte a questo atteggiamento, alcun* student* della Normale decidono di scrivere un comunicato, diffuso poi per tutta la Scuola, per stigmatizzare la posizione della presidenza ed esprimere la propria preoccupazione nei confronti del comportamento delle forze dell'ordine.

 A domani il processo per direttissima per Dario: alle ore 9.00 tutt* coloro che vogliono stargli vicino e riportare la propria testimonianza si trovano in tribunale per presenziare all'udienza pubblica.

Di seguito il comunicato degli alliev* della Normale:

 In quanto studenti della scuola Normale ci teniamo ad esprimere una posizione in merito a quanto è accaduto ieri sera in piazza dei Cavalieri, a margine della festa di fine anno che si teneva dentro Palazzo della Carovana.

 Un dottorando della scuola, mentre usciva dal palazzo, è stato picchiato e trascinato in caserma da una pattuglia di carabinieri, giunta sul posto su chiamata dei vigilantes che svolgevano servizio d’ordine alla festa.

Varie testimonianze oculari confermano che causa scatenante dell’accaduto è stato il fatto che il ragazzo, di fronte alla richiesta di mostrare i documenti, ha espresso perplessità e chiesto spiegazioni sulla presenza massiccia delle forze dell’ordine i piazza.

 Il ricorso ad un tale schieramento di polizia per risolvere un banale problema di “infiltrazione” di esterni ad una festa pensata come “esclusiva” ci sembra inaccettabile e si inserisce nella politica di militarizzazione degli spazi sociali cui assistiamo da un po’ di tempo,  e che, nell’ultimo mese, ha visto protagonista proprio piazza dei Cavalieri.

 Crediamo che non ci si debba concentrare su sterili polemiche riguardo alla presenza o meno di “infiltrati” alla festa, ma piuttosto sull’episodio gravissimo di un ragazzo che, a pochi metri dalla sua scuola, viene picchiato e arrestato senza aver fatto niente.

 Alla luce di ciò siamo sconvolti dall’atteggiamento della scuola, che sembra più interessata a “lavarsi le mani”, trattando la questione come un problema esterno, invece che di tutelare il suo allievo, adoperandosi per il suo immediato rilascio.

 Alcuni studenti della Scuola Normale

Pisa - Conferenza stampa a seguito dell'arresto