«Non accettiamo lezioni da Nordio!»: il Ministro della Giustizia contestato a Padova

Contro la presenza del ministro della giustizia durante l’inaugurazione dell’anno accademico, si è tenuta una manifestazione vicino a palazzo Bo. Tra i temi toccati: la situazione carceraria, le politiche repressive, il "caso Ilaria Salis" e il genocidio in Palestina.

9 / 2 / 2024

Oggi, venerdì 9 febbraio, in occasione della cerimonia di inaugurazione del 802 esimo anno accademico, l’Università di Padova ha invitato il ministro della giustizia del governo Meloni, Carlo Nordio, a tenere la lectio magistralis a Palazzo Bo.

In risposta, è stato organizzato un presidio in Piazza Cavour da parte del collettivo universitario Spina, al quale hanno aderito diverse realtà cittadine.

«È inaccettabile pensare che il nostro ateneo inviti a tenere la lectio magistralis uno dei principali alfieri del governo più a destra della storia repubblicana» si legge nell’appello scritto dal collettivo. In particolare, viene puntato il dito contro Nordio riguardo la gestione delle carceri in Italia: al momento sono detenute più di 60mila persone, rinchiuse in celle fatiscenti e sovraffollate, i suicidi nelle strutture detentive sono in costante aumento e solo nel mese di gennaio di quest’anno sono già stati 16.

«Di fronte alla situazione nelle carceri italiane l’unica risposta da parte del ministro è il loro inasprimento» viene detto dal collettivo Spina durante un intervento, «Il nostro ministro colpevolizza i migranti per il sovraffollamento delle carceri, così come per i suicidi e le morti dentro le strutture detentive».

Il tema dei migranti è stato toccato anche dal collettivo Open Your Borders, che ha sottolineato le politiche repressive e punitive del governo Meloni in fatto di immigrazione, tra cui l’intenzione di aumentare il numero dei CPR e le strategie per le espulsioni di massa dei migranti in entrata in Italia.

Durante la piazza viene inoltre chiesta a gran voce libertà per Ilaria Salis, militante antifascista incarcerata a Budapest da più di un anno le cui condizioni di detenzione e di umiliazione ai processi hanno riempito i media nelle scorse settimane, ma per la quale il governo ha scelto di non agire per riportarla in Italia.

«Il silenzio è complice, da più di un anno Ilaria Salis è rinchiusa a Budapest in condizioni inumane, senza nemmeno avere accesso alla traduzione degli atti che la accusano. Di fronte alla richiesta di poter scontare la pena ai domiciliari o in ambasciata italiana, il governo ha scelto di girare la testa dall’altra parte, lasciando che continuassero le condizioni di detenzione, evidenziate dai video circolati la scorsa settimana che la ritraevano incatenata durante il processo, a cui Ilaria in questo momento è sottoposta».

Il tema delle condizioni carcerarie e delle risposte punitive è stato toccato anche dal collettivo Squeert: oltre alla denuncia dell’inasprimento delle condizioni di detenzione per le madri in carcere, viene sottolineato come l’unica risposta data dal governo Meloni alla violenza di genere sia stato il decreto Caivano e l’aumento della militarizzazione e della repressione.  «Contro la violenza di genere non vogliamo più carcere, vogliamo saperi transfemministi ed educazione sessuale, vogliamo una giustizia riparativa che sappia andare alla radice della violenza di genere, non inutili politiche repressive».

Al presidio è stata posta l’attenzione anche sul silenzio istituzionale, che accomuna l’università e il governo Meloni, per quanto riguarda il genocidio in corso in Palestina ed il cessate il fuoco. «L’università di Padova ancora una volta sceglie di stare dalla parte di un governo che in un anno e mezzo di attività non ha fatto altro che produrre repressione, con i decreti rave e Caivano, e restare in silenzio sul genocidio in corso in Palestina», viene detto al microfono durante un intervento.

Non è la prima volta che l’ateneo viene accusato di non prendere posizioni e di essere troppo legato al governo Meloni: in occasione delle mobilitazioni per la Palestina era stato denunciato a gran voce da parte dei collettivi il silenzio istituzionale di fronte ad un genocidio, silenzio mantenuto anche in concomitanza dell’astensione da parte dell’Italia alle votazioni per il cessate il fuoco. In diversi interventi viene rilanciata la manifestazione nazionale sulla Palestina che si terrà il prossimo 24 febbraio a Milano.

Al termine della manifestazione sono stati rilanciati gli altri appuntamenti cittadini della giornata: la manifestazione per l’educazione sessuale in piazza dei signori alle 16 organizzata dal Coordinamento studenti medi ed il corteo antifascista in piazza Garibaldi.