Loro, legge e ordine. Noi, dignità e giustizia.

Risposta al comunicato del sindaco sulle case.

23 / 8 / 2009

Si muovono i pezzi grossi, anzi il più grosso. La Giunta in evidente difficoltà sul problema casa, incapace di dare risposte reali oltre la propaganda che già Campanile ha messo in campo lo scorso anno e spaventata dal consenso popolare che le occupazioni hanno ottenuto, fa scendere in campo il sindaco. Quale onore per noi comuni mortali!

Lo Stalin in gonnella ci ricorda che la legalità è uno dei valori che in democrazia regola la vita di una comunità, valori condivisi, ma da chi? Forse dall’Edra, da Morpurgo, da Benni, dalla rendita finanziaria, dal grande commercio, dagli immobiliaristi romani legati economicamente e familiarmente all’Angeloni. La legalità si piega, si modella, si gestisce, la si rende aderente alle speculazioni economiche di costoro. La legalità è l’infrastruttura che permette ai palazzinari di svendere il nostro territorio senza correre rischi, ottenendo, magari, in cambio qualche finanziamento per la prossima campagna elettorale. In Italia dalla Presidenza del Consiglio a quella del nostro Comune, legalità, legittimità e giustizia da qualche tempo, ormai, non sono più sinonimi, anzi, spesso sono in aperto contrasto tra loro. “Cercavi giustizia ma trovasti la legge”, un rompicapo sul quale varrebbe la pena spendere qualche riflessione.

Il Sindaco si chiede “chi è che decide quando un diritto può essere cancellato e quando invece un altro debba essere esteso? Chi impone espropriazione di alloggi? Chi fissa canoni o forma graduatorie?”. La risposta è semplice, Lei, la sua Amministrazione, il suo entourage politico, i costruttori, gli immobiliaristi, gli albergatori, i potentati economici (alcuni nomi li abbiamo appena elencati) e magari anche la Curia e il suo vasto potere temporale: pardon, patrimonio abitativo.

“Può davvero la vita di una comunità locale fondarsi sulla sistematica violazione delle regole?” - continua ancora l’Angeloni - evidentemente sì. Quando si fa rientrare nel piano Cervellati edifici come l’ex-Nirvana che è fuori dal centro storico, quando si demolisce l’ex-Sacelit o l’ex-Enel tramite il silenzio assenso ad una DIA, quando sono pignorati edifici pubblici come l’ex-GIL perché si sono stipulate polizze con i soldi pubblici, quando sempre con quest’ultimi si pagano le multe di Campanile e le telefonate di Mangialardi, quando tramite politiche clientelari si permette di comprare un terreno agricolo per poi trasformarlo in edificabile utilizzando la scusa della Complanare come opera dì interesse pubblico, quando si abbassano gli indici di edificabilità per costruire e cementificare ancora di più, quando in Consiglio Comunale siedono palesi conflitti d’interessi  - come il Consigliere Belardinelli (PD) rispetto alla variante arceviese ed Enzo Monachesi (IdV) rispetto agli interessi dei bagnini, quando si fa finta di avere il numero legale in Consiglio Comunale, quando si trasforma il canone sociale in concordato, quando si danno nove secondi per le controdeduzioni, quando si tappezza la città di manifesti illegali durante la campagna elettorale e poi si manda i Vigili a dare la caccia solo a quelli del Mezza Canaja, quando si utilizza un servizio pubblico come le forze dell’ordine per proteggere solo interessi privati come Villa Bucci (acquistata dal Sindaco) e Palazzo Gherardi, quando accade tutto ciò, dove sono le regole? Dov’è la legalità? Dov’è la giustizia? Dove sono i valori comuni e condivisi? Dov’è Signor Sindaco il “rispetto per i cittadini e per le regole della democrazia”?

Siamo stanchi dell’ipocrisia di chi usa la legalità a proprio uso e consumo, di chi scambia problemi sociali e politici con problemi di ordine pubblico, come siamo stanchi di chi denigra l’avversario politico con frasi come “dal Mezza Canaja non arriva alcun contributo concreto”. Il Sindaco forse si ricorda del “Piano per la ricostruzione di un patrimonio di edilizia pubblica cittadina e per il diritto all’abitare a Senigallia” che abbiamo presentato la scorsa estate? Sette punti, sette proposte concrete e fattibili, inascoltate e ignorate perché inconciliabili con la politica “pattizia”, fondata sulla contrattazione tra poteri politici ed economici.

Invitiamo il Sindaco a non giocare al lotto con i numeri delle case popolari. Le domande sono ferme dal 2007 e lo straordinario piano annunciato andrà si e no a soddisfare una sessantina delle duecentosessanta domande presenti nelle graduatorie per le case popolari. Senza contare che mentre per gli appartamenti di lusso i lavori vanno avanti, quelli per le case popolari proseguono a passo di lumaca. E il canone concordato? Una truffa a circa cinquecento euro al mese per far pagare una casa due volte, prima con l’affitto e poi magari con il mutuo.

Necessità e desideri vengono prima d'una generica legalità, anzi, ne sono i presupposti e nel momento in cui si manifestano si affermano tra le pieghe che la legge volutamente lascia scoperte, come dati di fatto, e per questo legittimi. Tutto ciò che oggi è illegale un giorno sarà diritto - come fu per lo sciopero -  ed è per questo che noi andremo avanti ad occupare.

Infine, cara Sindaca un vecchio adagio ci ricorda che “can che abbaia non morde”.

CSOA Mezza Canaja