Kiev in fiamme, occupati i palazzi del Potere. La rivolta metropolitana si trasforma in insurrezione.

Relativa calma oggi in Ucraina: la Russia e l'UE spingono per una soluzione. Le giornate di sabato e domenica hanno destato l'allarme internazionale.

di Bz
27 / 1 / 2014

Calma relativa nelle strade di Kiev e delle maggiori citta del'ovest dell'Ucraina: la trattativa tra i 3 grandi partiti di opposizione e il presidente Yanukovich continuano sotto la pressione congiunta di Russia ed UE. Gli ultimi giorni nelle piazze hanno messo tutti all'angolo, costretto tutti a mettere da parte boria ed arroganza di fronte ad una escalation delle forme di violenza e di organizzazione dei manifestanti, in specie a Kiev, dove organizzazioni nazionaliste e parafasciste, lo si è visto in occasione dei funerali del militante bielorusso ucciso in piazza da un proiettile, si stanno prendendo una larga e pericolosa legittimazione. Così pure va posta attenzione sul ruolo degli ultras nella gestione delle piazze durante la protesta, a tal proposito segnaliamo una interessante cartografia da eastjournal.net

Il centro città di Kiev è come un campo di battaglia, barricate, fuoco e fiamme, lanci di molotov e fuochi d'artificio a cui  la polizia ha replicato anch’essa con bottiglie incendiarie, con cannoni ad acqua e sparando proiettili di gomma. Gli scontri continuano per mantenere le posizioni o prenderne di altre altamente simboliche come il palazzo delle Regioni o i gli edifici dei Ministeri che sono stati presi ieri.

Dentro i manifestanti che tengono le piazze hanno creato dei Comitati Rivoluzionari di Coordinamento che assumono  la direzione delle iniziative d’azione nella zona, ai quali riferiscono i leader dei partiti d’opposizione istituzionale che tengono le file dei negoziati col presidente Ianukovich.

Già da 2 giorni la rivolta si era diffusa in alcune importanti citta dell’ovest dell’Ucraina, come Leopoli, ieri si allargata a macchia d’olio e, secondo le agenzie, avrebbe coinvolto una 15 di città grandi e piccole, con l’occupazione dei palazzi del potere decentrato e dei municipi. Sempre in questi ultimi giorni sono stati segnalati chiari fenomeni di autorganizzazione ‘militare’ tra i manifestanti sia nella direzione della difesa delle zone liberate di Kiev sia nelle nuove occupazioni ma anche negli attacchi alle caserme dei Berkut, le forze anti sommossa responsabili delle morti dei giorni passati, e, nella uccisione di 3 uomini delle forze speciali. Lo sostiene il ministero dell'Interno ucraino: un poliziotto è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco in testa, gli altri 2 catturati e linciati.

Questi salti di qualità delle manifestazioni e degli scontri stanno configurando la rivolta ucraina come una classica insurrezione che dalla metropoli si allarga a tutti i territori dell’ovest, spaccando di fatto l'Ucraina in 2 territori, uno 'europeista' e uno filo russo, col fiume Dnieper a fare da divisorio; queste 'novità politiche' hanno costretto il Presidente ad una repentina ma, crediamo, troppo tardiva ricerca di un compromesso con i partiti di opposizione, che , come abbiamo ricostruito rispondono, almeno informalmente ai Comitati Rivoluzionari, e direttamente ai manifestanti in piazza attraverso assemblee e comizi.

Viktor Ianukovich cerca di salvare la poltrona, sacrificando il fedele premier Mikola Azarov per affidare il governo ai suoi avversari politici: oggi ha proposto un esecutivo guidato da Arseni Iatseniuk, capogruppo del partito dell'odiata Timoshenko, con il 'dottor Pugno di Ferro' Vitali Klitschko vice premier per gli affari umanitari. Apparentemente fuori dai giochi è il terzo leader dell'opposizione: l'ultranazionalista Oleg Tiaghnibok, il cui partito 'Svoboda' è stato presente in prima fila in questi due mesi di proteste.

L'opposizione ucraina ha rifiutato la proposta del presidente Viktor Ianukovich di guidare un nuovo governo, ma ha sottolineato che le trattative con il capo di Stato per mettere fine alla crisi politica comunque continuano.  Vitali Klitschko, il campione di pugilato, che sta emergendo pubblicamente come il principale referente istituzionale delI'opposizione e della rivolta, afferma che due punti sono irrinunciabili: l'abrogazione delle controverse leggi anti-protesta e le elezioni presidenziali anticipate. "Non faremo nessun passo indietro - ha proseguito Klitschko - manterremo le nostre posizioni a Maidan e nelle regioni. Le negoziazioni proseguiranno e non cederemo ad alcuna provocazione.”