In piazza per la Palestina: le immagini del corteo

Un servizio fotografico di Vanna D'Ambrosio.

31 / 10 / 2023

La piazza di sabato 28 ottobre a Roma per la Palestina ha innanzitutto dimostrato ogni distanza da fascismo e destre antisemite, ridando forza 'a una lotta che dura da più di un secolo e che non si è mai spenta anche quando è venuta meno l'attenzione dei media internazionali'.

Noi cresciamo con il senso dell'assenza dei villaggi che non ci sono più ma che un tempo esistevano, e che cerchiamo di rimpiazzare con l'immaginazione. Siamo sempre alla ricerca di una normalità che è andata perduta. I palestinesi sono come dei detective alla ricerca delle tracce di vita scomparsa. Il visibile e l'invisibile sono sempre lì. (Adania Shibli).

L'appello, lanciato dai Giovani Palestinesi d’Italia e altre realtà legate alle comunità palestinesi, per chiedere la fine dei bombardamenti israeliani su Gaza seguiti al raid di Hamas, ha visto oltre 40.000 persone (numeri gestiti dalle realtà organizzatrici) attraversare il percorso storico della manifestazione del 25 aprile, ovvero i tre chilometri che separano porta San Paolo e San Giovanni in Laterano. 

A causa di controlli effettuati su 7 pullman provenienti da Campania ed Emilia Romagna all'altezza di Roma Sud, il corteo è partito in ritardo.

Sulla strada, delimitata da un nastro giallo, blindati, polizia, carabinieri, militari della guardia di finanza e uomini della polizia locale; tra gli adulti e i bambini, cartelli per la “Palestina libera", contro la guerra ed “Israele criminale"; in supporto e solidarietà agli abitanti di Gaza e, in memoria, dei "bambini uccisi dai terroristi". 

Da chi, sistematicamente, prende di mira civili ed infrastrutture non militari come edifici residenziali, ospedali “luoghi che tutti credevano sicuri, secondo il diritto internazionale”, scuole, impianti di trattamento dell’acqua, ecc., rendendo la vita a Gaza ancora più insopportabile.

Ho paura di perdermi dentro questo paesaggio che mi provoca una forte nostalgia dopo una così lunga assenza, con tutti i cambiamenti che ha subito e l’ennesima conferma che di palestinese non è rimasto niente, né i nomi delle città e dei villaggi sui cartelli stradali, né i cartelloni pubblicitari i cui slogan sono tutti scritti in ebraico, neppure gli edifici di nuova costruzione, o perfino i vasti campi che si estendono fino all’orizzonte alla mia destra e a sinistra. (Adania Shibli).

Quando il corteo è transitato davanti alla sede della Fao, uno dei manifestanti si è arrampicato sulla recinzione esterna strappando la bandiera di Israele, recuperata dalla Polizia e poi riconsegnata all'organizzazione delle Nazioni Unite.

Attualmente, secondo il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, a Gaza oltre 50.000 donne incinte non possono accedere alle strutture sanitarie poiché diversi ospedali sono stati bombardati e i neonati nelle incubatrici degli ospedali sono a rischio immediato. Dall’inizio del conflitto, la connessione internet nei territori della Striscia di Gaza è sempre stata debole mentre con l’ultimo attacco è stata spazzata via.

Nell’ultimo giorno di raid israeliani nella Striscia di Gaza sono morte 304 persone, facendo salire il bilancio totale a 8mila e 306 morti. Lo ha fatto sapere il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas. Secondo il portavoce del dicastero Ashraf al-Qudra tra le vittime ci sono 3.457 bambini e 2.136 donne mentre circa 1.950 persone risultano ancora disperse sotto le macerie. Il numero dei feriti ha raggiunto invece quota 21.408. (LaPresse; 30.10.2023). 

Dinanzi a questo, l’Assemblea generale dell'Onu ha approvato la bozza di risoluzione presentata dalla Giordania, a nome dei Paesi arabi, per una tregua umanitaria tra Israele e palestinesi.   La risoluzione – intitolata “Azioni illegali di Israele nella Gerusalemme Est occupata e nei Territori palestinesi occupati” - ha ottenuto l'astensione dell'Italia perché  “non c’era una condanna di Hamas” e mancava il riferimento “alla difesa di Israele”.

L’occupazione non ci occupa solo fisicamente, ma ci ha occupato anche l’anima. Tutto quello che sogno è che i miei sogni non siano brutti come la realtà (Adania Shibli).

Palestina

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