Nel mese di aprile di
quest’anno, si è costituito nella provincia di Belluno, il Comitato Acqua Bene
Comune. Da subito, il comitato ha promosso una campagna di sensibilizzazione e
informazione sull’attuale situazione di sfruttamento in cui si trova il bacino
idrico della Piave. Infatti, il 90% delle sue acque è artificializzato e nel
rimanente 10% sono previsti oltre una ventina di nuovi impianti di derivazione
per la produzione di energia. Ciò, se si realizzasse, comporterebbe un
ulteriore attacco ad un ecosistema già fortemente compromesso e un’ulteriore
diminuzione della portata d’acqua dei fiumi bellunesi, con nuove conseguenze
negative sulla fauna e sulla bio-diversità della Piave e dei suoi affluenti.
Beninteso, non si tratta di una battaglia ideologica
contro il sistema idroelettrico di produzione dell’energia.
E’ ben chiaro però, che in un territorio già così
devastato, attraversato da numerosi chilometri di tubature, che prelevano
grosse quantità di acqua a monte e che vengono rilasciate solo dopo svariate
centinaia di metri a valle, provocando la fine della vita per lunghi tratti dei
fiumi bellunesi, l’energia prodotta dall’idroelettrico, non può più essere
considerata rinnovabile.
Per questo, il comitato si è più volte espresso in
favore delle nuove forme decentralizzate di produzione di energia
idroelettrica, come ad esempio il fotovoltaico, le uniche capaci di rendere
indipendenti le comunità territoriali e i cittadini dagli interessi
privatistici delle multinazionali energetiche.
Parallelamente a questa, è stata creata una
campagna di contro-informazione sulle recenti attività del governo, che
attraverso un decreto legge a firma Fitto-Calderoli, ha definitivamente aperto
la strada alla privatizzazione del servizio idrico integrato, ovvero dell’acqua
potabile.
Tale decreto infatti, prevede che entro il 31
dicembre del 2011, gli Enti Locali siano costretti a dare in gestione a
privati, attraverso una gara d’appalto, le reti idriche comunali.
Per sostenere queste battaglie, il comitato ha
dato inizio ad una raccolta firme popolare, nella quale si richiede con forza
l’attuazione di una nuova politica territoriale sull’acqua, che preveda una
maggiore partecipazione dei cittadini e delle comunità sulle scelte relative
alla gestione e alla pianificazione di un bene comune così importante e
fondamentale.
A conclusione della raccolta firme è prevista, per
sabato 24 ottobre, una manifestazione nella città di Belluno, alla quale hanno
aderito numerose realtà territoriali e singoli cittadini, che si sono stancati
dell’arroganza che, da cinquant’anni a questa parte, vecchi e nuovi predoni
dell’acqua hanno dimostrato di avere nei confronti di un territorio, quello
italiano, già simbolo come nel caso del disastro del Vajont, di ciò che può
produrre il cinismo di chi antepone la logica del profitto al bene comune.
Manifestazione promossa dal comitato bellunese Acqua Bene Comune contro lo sfruttamento intensivo del bacino idrico della Piave e contro la privatizzazione del servizio idro-potabile.
Belluno - Manifestazione Acqua Bene Comune
SABATO 24 OTTOBRE Piazzale Stazione Belluno ore 15:00
27 / 9 / 2009
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