Azioni FIAT +45% nell'anno 2010, quote di mercato invece a -32%. Marchionne però raggiunge gli obiettivi e può incassare 120 Milioni di Euro in stock option.

Il guadagno del Signor M.

le stock option di Marchionne

Utente: pinghial
13 / 1 / 2011

Il titolo FIAT ha chiuso l’anno 2010 con un bel + 45%.

Le vendite di auto FIAT hanno chiuso l’anno 2010 con un bel – 32%.

Produce solo pochissimi modelli di auto ed in settori dove la concorrenza è fortissima e continua a perdere di fatturato.

L’Azienda è in crisi, c’è bisogno di un forte utilizzo della cassa integrazione, di bloccare la produzione, di chiedere ai lavoratori dei sacrifici.

Questi sacrifici si tramutano nelle richieste di Pomigliano o in quelle di Mirafiori dove il concetto che sta alla base è fondamentalmente la remissione di ogni individualità o personalità del lavoratore nelle mani dell’Azienda. Il sacrificio sommo e supremo pur di portare a casa 1300 euro al mese è quello di regalare la propria libertà all’Azienda.

E’ proprio vero che tutto ha un prezzo. Compresa la nostra libertà di esseri umani.

E’ necessario scorporare, sacrificare, spezzettare, fare operazioni societarie.

Si, va bene, ma le auto quando si produrranno?? Nel 2012 (alla fine dell’anno.. forse).

Però bisogna tagliare, risparmiare, anche se il costo del lavoro incide solo per l’8%.

Ma che bisogno c’è allora di chiedere determinati sacrifici se incide così poco?

E poi, quali saranno i modelli che si produrranno nel 2012?? Perché ok i sacrifici e tutto il resto, ma alla fine, com’è che torneremo competitivi sul mercato??

Non si sa.. nessuno (nemmeno Lui) ha i idea di qual saranno i modelli in produzione a fine 2012. Chissà, forse non lo sa perché nel 2012 non produrrà auto a marchio FIAT.

O forse perché è preoccupato di trovare i soldi da restituire ad Obama.

Insomma.

Ti chiedono di metter la firma su un accordo nel quale devi rinunciare a tutto in cambio del tuo posto di lavoro ma soprattutto della salvezza della Fabbrica Italiana Automobili Torino che altrimenti prende e va a produrre altrove dove gli operai sono più docili.

E ti chiedono di metterla nonostante non sappiano quando iniziare a produrre, non sappiano esattamente cosa produrre, in che mercato vendere, in quali quantità.

Però è necessario ora fare tutte le operazioni, scindere la società, il titolo in borsa e la coesione dei lavoratori.

Detta così, spalle al muro, non resta che firmare giusto??

C’è però quel +45 % che mi frulla in testa.

E mi frulla perché Marchionne dal 1.1.2011 potrà esercitare le sue opzioni sulle azioni.  LINK FONTE

Pur ammettendo che a seguito dello split delle azioni il Signor M. abbia la possibilità di acquistare le sue opzioni alla metà del valore inizialmente assegnato, facendo un rapido calcolo lui avrebbe la possibilità di acquistare 19.420.000 azioni FIAT spa 19.420.000 azioni FIAT Industrial entrambe diciamo a 4.9 € ad azione (che il 9.8 da contratto diviso 2).

Il Signor M., quindi, grazie anche ai brillanti risultati di bilancio ottenuti nell’anno 2010 (il +45%) potrà esercitare questa montagna di opzioni.

Cosa significa in soldoni??

Significa che nel caso volesse rivendere le azioni acquistate grazie alle opzioni in suo possesso ai prezzi di oggi avrebbe che le FIAT spa può rivenderle a 7.19€ ad azione e le FIAT Industrial a 9,09 € ad azione.

Azioni Fiat SPA

Compra 19.420.000 azioni a  4.9 e spende quindi 95.158.000 € .

Rivende le 19.420.000 azioni a 7.19 e guadagna 139.629.800 €.

Il totale della vendita da quindi un ricavato al Signor M. di 139.629.800 € – 95.158.000 € ovvero 44.471.000 €

Azioni Fiat Industrial

Compra 19.420.000 azioni a  4.9 e spende quindi 95.158.000 € .

Rivende le 19.420.000 azioni a 9.09 e guadagna  176.527.800 €.

Il totale della vendita da quindi un ricavato al Signor M. di 176.527.800 € – 95.158.000 € ovvero 81.369.800 €

Ovviamente tutto questo accadrebbe se lui esercitasse le opzioni di acquisto e vendesse oggi. Non è detto che però, in futuro, visto anche il trend delle azioni nel 2010, non possa ritrovarsi nella piacevole situazione di vendere a prezzi ancora maggiori ed il tutto pagando solo un misero 12,5% di tasse in quanto rendite finanziarie e non da lavoro.

Ovviamente, l’esercizio delle opzioni è basato sugli ottimi risultati del Gruppo.

Possiamo però tranquillamente sostenere che è facile chiedere a poche migliaia di persone di rinunciare alle loro libertà quando si ha la possibilità, grazie a questi sacrifici e senza alcuna strategia aziendale di poter personalmente guadagnare qualcosa come 120 milioni di euro.

Un conto è parlare di ristrutturare i turni e renderli migliori. Tutti ne giovano. Dall’operaio meno stressato all’Azienda che è produttiva. Diverso è invece chiedere rinunce in termini di diritti. Dare quella governabilità e quel potere assoluto al Signor M.

Perché siamo sicuri che al Signor M. non serva proprio che il titolo salga in Borsa e che per farlo la stessa deve pensare e credere in lui? E che per credere in lui (che non ha alcuna strategia industriale se non quella di costruire un pezzo di Crysler a Torino e la Panda derubata alla Polonia a Pomigliano) ha bisogno di dare forti segnali politici al mondo industriale? Segnali che riescano a riportare la classe operaia al ruolo che gli spetta?

Allora questo referendum ha davvero un valore industriale o ha solo valore politico?

E se vincesse il NO?? il Signor M. che fa??

Potrebbe andarsene dall’Italia?? Certamente. Io personalmente non lo rimpiangerei.

E gli operai?

Un’opzione alternativa esiste. Si chiama autogestione. Ragazze e Ragazzi, il mestiere di costruttori di auto lo sapete già fare. Non avete bisogno di M. per farle.