Una guerra tra poveri si cela dietro la “Relazione Annuale sul 2008” nel capitolo dedicato all'economia italiana.

Il dramma che i mass media non rivelano sui dati della Banca D'Italia relativi a lavoro ed immigrazione.

Un esempio dell'inganno che il potere economico crea giorno dopo giorno con la finta informazione

26 / 8 / 2009

Il 18 agosto il Corriere della sera e la Repubblica assieme ai principali tg nazionali, liquidano lo studio di Bankitalia con un' analisi sommaria e parzialmente vera. 

In sostanza dalla loro analisi emerge un concetto chiaro e semplice, il lavoratore immigrato non toglie lavoro a quello italiano (1).

Questa è una visione volutamente superficiale e rassicurante che i principali mezzi di informazione danno della realtà.

Vogliono celare la fallimentare politica dei governi di centro sinistra e di centro destra su temi fondamentali quali lavoro e istruzione, sacrificati sull'altare del neoliberismo imperante.

Per completare, invece, la lettura di quei dati basta scorrere il documento ed analizzare la tabella che riporta i tassi di partecipazione e di occupazione della popolazione in età da lavoro.

Ci accorgiamo che la fascia di età che va dai 25 ai 54 anni e che comprende persone con un titolo di studio di scuola media inferiore è composta dal 41,2 per cento di stranieri ed un 28,8 per cento di italiani.

Incrociamo questi dati con un altro studio compiuto dall'Istat sul livello di istruzione degli italiani (2) e che riporta testualmente “In Italia nel 2007 il 48,2% della popolazione in età compresa tra i 25 ed i 64 anni ha conseguito come titolo di studio più elevato la licenza della scuola media inferiore, valore che – nel contesto europeo – colloca il nostro paese distante dalla media Ue27 (30 per cento nel 2006), nelle ultime posizioni insieme a Spagna, Portogallo e Malta” e ancora “Nel 2007 poco più del 75 per cento dei giovani italiani in età 20 – 24 anni ha conseguito almeno il diploma di scuola media superiore”.

L'analisi dei dati che abbiamo letto, non lascia scampo.

L'Italia continua a distruggere la conoscenza, il bene più prezioso che un popolo deve avere per non divenire massa acritica e arrogante manipolata dal potere.

Una buona parte del popolo italiano fatica a trovare un posto di lavoro tutelato e ben remunerato.

Scivola sempre più in basso, la dove un'altra fetta di popolazione, quella immigrata, fatica ad emergere.

Si realizza così una compressione ed una lotta fra poveri che viene combattuta con l'unica arma volutamente lasciata a disposizione, il lavoro nero.

Come non mettere in relazione tutto questo con i “rumors” delle gabbie salariali e dei contratti al ribasso in deroga a quelli nazionali?.

Morale della favola, si punta al cosiddetto rilancio dell'economia, istituzionalizzando e regolarizzando l'abbrutimento e lo sfruttamento di un proletariato che sfogliando giornali e mangiando con gli occhi informazioni prive di verità non ha più coscienza di sé.

(1) http://www.repubblica.it/2009/08/sezioni/cronaca/immigrati-10/bankitalia-lavoro/bankitalia-lavoro.html
http://www.corriere.it/economia/09_agosto_18/lavoro_immigrati_togliere_9e9c20fa-8be8-11de-a273-00144f02aabc.shtml

(2) “100 statistiche per il paese – indicatori per conoscere e valutare”

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