Pochi giorni fa, durante una vivace manifestazione sotto il palazzo municipale, per protestare contro il blitz di pulizia etnica messo in atto un mese fa da polizia e carabinieri all’interno del campo sul fiume Crati, la comunità rom e le associazioni antirazziste cosentine hanno consegnato un foglio di via, redatto dal basso, all’assessore Bozzo.
Qualche giorno prima, si era svolto in via Popilia un consiglio circoscrizionale aperto per ribadire che il quartiere non è razzista e per chiedere all’amministrazione comunale interventi urgenti, come l’allaccio dell’acqua e della luce al campo rom, in prospettiva di una soluzione condivisa.
Stamani, in una conferenza stampa sotto la prefettura, i Rom e la rete di associazioni operanti nel campo, hanno consegnato al prefetto la seguente petizione:
Al Prefetto di Cosenza
Dr. Melchiorre Fallica
Al Sindaco di Cosenza
Avv. Salvatore Perugini
Oggetto: Petizione per il ritiro dei decreti di allontanamento di cittadini rom rumeni e per la tutela della comunità rom di Cosenza.
Con Decreto del primo ottobre 2009, il Prefetto di Cosenza ha emesso un provvedimento di allontanamento dallo Stato nei confronti di circa 90 rom appartenenti alla comunità rumena da tempo presente a Cosenza. Il provvedimento appare privo di motivazione alcuna.
A questi cittadini comunitari si contesta di non essere in grado di indicare la data di effettivo ingresso in Italia; di non poter dimostrare mezzi leciti di sostentamento e di vivere nel territorio italiano senza alcuna dimora effettiva, motivi per i quali gli stessi rom costituirebbero “una minaccia concreta, effettiva e grave ai diritti fondamentali della persona ovvero all’incolumità pubblica, rendendo incompatibile la civile convivenza”.
Sulla base di questa considerazione chiaramente discriminatoria, il Prefetto ha disposto l'allontanamento, intimando di lasciare il territorio nazionale entro il termine di trenta giorni dalla data di notifica del provvedimento, con divieto di reingresso per cinque anni dall'effettivo allontanamento dal territorio nazionale.
I Rom rumeni di Cosenza, con il supporto di associazioni locali e di un team di legali tra cui alcuni iscritti all’ASGI (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione) hanno inoltrato un ricorso contro il provvedimento del Prefetto, sollecitando altresì l’adozione di una misura immediata, sospensiva dell’allontanamento forzato.
Risulta evidente infatti, la violazione di quanto previsto dalla legge 30 del 2007, come modificata dal decreto legislativo n.32 del 2008, che prevede l’allontanamento forzato del cittadino comunitario soltanto per motivi imperativi di pubblica sicurezza, che sussistono quando la persona da allontanare abbia tenuto comportamenti che costituiscano una minaccia concreta, effettiva e grave ai diritti fondamentali della persona, ovvero all'incolumità pubblica, rendendo urgente l'allontanamento perché la sua ulteriore permanenza sul territorio é incompatibile con la civile e sicura convivenza” (art. 20 comma 3), oppure “altri motivi di ordine pubblico o di pubblica sicurezza” (art. 20 comma 1), sempre da dimostrare con motivazioni specifiche riferite a singole persone e non ad un intero gruppo con provvedimenti fotocopia, come nel caso dei decreti di allontanamento disposti dal Prefetto di Cosenza.
In base allo stesso articolo 20, comma 4, i provvedimenti di allontanamento devono essere adottati nel rispetto del principio di proporzionalità e non possono essere motivati da ragioni di ordine economico, né da ragioni estranee ai comportamenti individuali dell'interessato che rappresentino una minaccia concreta e attuale all'ordine pubblico o alla pubblica sicurezza.
Nel caso specifico, il decreto di allontanamento emesso dal Prefetto di Cosenza confonde e sovrappone fattispecie diverse e non risponde a nessuno dei citati principi, risultando radicalmente privo di motivazione, in quanto quelle addotte, sono del tutto generiche, prive di qualsiasi riferimento a situazioni o comportamenti individuali e non possono costituire i presupposti per l'adozione di provvedimenti di allontanamento per motivi di pubblica sicurezza, dovendo, questi, essere assunti sulla base di concreti ed attuali comportamenti che costituiscono una minaccia alla incolumità pubblica.
Inoltre tali provvedimenti costituiscono una violazione della normativa internazionale in tema di espulsioni collettive (Art. 4 del Protocollo addizionale n.4 della Convenzione Europea a salvaguardia dei diritti dell’Uomo), in quanto colpiscono una intera comunità e non singole persone, così come prescritto dalla legge.
I provvedimenti di allontanamento forzato dal territorio nazionale disposti dal Prefetto di Cosenza violano dunque i più elementari principi di legalità dell’azione amministrativa e si pongono in contrasto con la normativa comunitaria e le leggi interne di attuazione in materia di libera circolazione dei cittadini comunitari.
Quanto sta avvenendo a Cosenza potrebbe ripetersi presto in altre città italiane, e costituire, dunque, un precedente gravissimo con il quale l’autorità amministrativa adotta atti privi di motivazione che discriminano un intero gruppo di cittadini comunitari in ragione della loro provenienza e delle loro condizioni di disagio economico ed alloggiativo.
Operazioni di questo tipo precludono interventi di assistenza e di integrazione, e determinano le premesse per una clandestinizzazione dei rom rumeni e per un loro trasferimento incontrollabile verso altre zone del territorio regionale. Esattamente l’opposto di quello che si dovrebbe fare, per favorire percorsi di coesistenza pacifica e di integrazione dei rom rumeni nel tessuto cittadino. Queste pratiche amministrative di allontanamento e di esclusione sono destinate nel medio-lungo periodo a rompere legami sociali già esistenti ed a produrre una generale sensazione di insicurezza, tra i rom e tra questi ed i cittadini.
Per queste ragioni chiediamo al Prefetto di Cosenza di ritirare in autotutela i provvedimenti di allontanamento forzato già emessi e chiediamo alla magistratura di dichiarane la illegittimità, ove gli stessi provvedimenti non siano immediatamente ritirati.
Siamo disponibili a sostenere i Rom rumeni in ogni ulteriore istanza legale, fino ad arrivare, se necessario, ad una denuncia alla Corte Europea dei diritti dell’Uomo ed alla richiesta alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea per l’apertura di una procedura di infrazione a carico dell’Italia.
Chiediamo al Sindaco di Cosenza di convocare immediatamente un tavolo interistituzionale permanente, al quale siano presenti le associazioni che tutelano i diritti dei rom, per individuare soluzioni che favoriscano l’inclusione sociale dei rom rumeni, nel pieno rispetto della loro dignità e tenuto conto che trattasi di persone presenti sul territorio urbano da diversi anni.
Cosenza, 30 Ottobre, 2009
Primi firmatari:
Fulvio Vassallo Paleologo- Università di Palermo
Tonino Perna- Università di Messina
Gianfranco Schiavone (ASGI) Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione
Roberto Malini, co-presidente gruppo EveryOne, Milano
Matteo Pegoraro, co-presidente gruppo EveryOne, Milano
Dario Piccaiu, co-presidente gruppo EveryOne, Milano
Dott.ssa Angelica Bertellini, giurista – antidiscriminazione Mantova
Santino Spinelli, presidente Associazione Them Romano
Nando Sigona, Research Officer Refugee Studies Centre University of Oxford
Stefano Galieni, Responsabile Nazionale Immigrazione-PRC
Giuliana Mocchi, docente Unical
Silvio Gambino, docente Unical
Piero Colacicchi, Presidente Associazione osservAzione, Firenze
Alessandro Portelli-Università La Sapienza Roma
Dimitris Argiropoulos Ph.D Facoltà di Scienze della Formazione, Università di Bologna
Irene Campari, Circolo Pasolini di Pavia
Alfred Breitman, co-presidente del Gruppo Watching The Sky, Milano
Nico Grancea, attivista rom, gruppo EveryOne, Milano
Stelian Covaciu, attivista rom, gruppo EveryOne, Milano
Mariana Danila, attivista rom, gruppo EveryOne, Milano
Franco Dionesalvi, scrittore, Cosenza
Alfonso Senatore, docente Unical
Dijana Pavlovic, attrice, Milano
Giordano Sivini, docente Unical
Avv. Marco Paggi, Padova
Eva Rizzin, RicercAzione, Firenze
Fabio Norsa, Presidente Articolo3 - Osservatorio sulle discriminazioni, Mantova
Fedele Termini, Associazione Azzurra Mediterranea Onlus, Palermo
Alessandra Corrado, docente Unical
Ercole Giap Parini, docente Unical
Donatella Loprieno, docente Unical
Silvia Sivini, docente Unical
Gilda Catalano, docente Unical
Giovanna Vingelli, docente Unical
Giorgio Giraudi, docente Unical
Guerino D’Ignazio, Preside di Scienze Politiche, Unical
Barbara Curli, docente Unical
Antonella Salomoni, docente Unical
Paolo Pugliese, docente Unical
Walter Nocito, docente Unical
Antonino Campennì, docente Unical
Paolo Caputo, docente Unical
Nazzarena Zorzella, ASGI, Bologna
Cecilia Giordano, PRC Palermo
Francesca Mercadante, Emergency Palermo
Antonio Romano, Emergency Palermo
Vincenza Caminita, Emergency Palermo
Agnese Di Pietrantonio, Emergency Palermo
Francesco D'agostino, Emergency Palermo
Giuliana Commisso, docente Unical
Tania Macaluso, Emergency Palermo
Francesca Saudino, RicercAzione, Firenze
Carlo Berini, Mantova
Davide Gabriele, Presidente Ass. Sucar Drom, Roma
Radames Gabrielli, Presidente Federeazione Nazionale Rom e Sinti
Padre Alex Zanotelli
Gianni Novello, Vice Direttore Pax Christi
Federico Cerminara, Presidente Arcigay, Cosenza
Donatella Barazzetti, Centro Women’s Studies Milly Villa, Unical
Avv. Carmen Cordaro, Circolo Arci Thomas Sankara, Messina
Guido Savio, ASGI, Torino
Cristina Mattiello, insegnante, Roma
Massimo Ciglio, Preside, Cosenza
Avv. Sergio Palombarini, Bologna
Rosa Pia Bonomi, ASGI, Verona
Maria Teresa Silvestrini, consigliera comunale, Torino
Vincenza Perilli, ricercatrice precaria, Bologna
Renzo Fior, Presidente Emmaus Italia
Marianita Montresor, responsabile SAE (Segretariato Attività Ecumeniche), Verona