ROMA - “Ah Romole’! Ma ndo’ cavolo vai? L’Americani stanno a Torre Maura e te devi annatte a becca’ proprio oggi ‘na pallottola tedesca in der cranio?”
Romoletto è un ragazzino romano con
gli occhi vispi. Ce ne sono tanti come lui in giro, non fosse altro che
per questo 1944 che sta facendo crescere tutti a velocità doppia.
Siamo all’inizio di giugno e a Roma l’aria sa di polvere da sparo.
L’odore, specie nei quartieri periferici, si muove con ondate
intermittenti come il polline dei campi incolti della campagna
circostante, soltanto più acre. Gli alleati stanno arrivando e chi ha
coraggio sa più o meno cosa fare.
Ragazzini di allora raccontano
frammenti di Storia per mano di appassionati ricercatori convinti che,
al di là di quanto sia già stato documentato, sia sempre e comunque
necessario “ricordare”. Gli studiosi bussano alle porte di anziani
testimoni, sbobinano le loro risposte, scavano tra faldoni ammuffiti di
archivi statali tossendo di quella polvere.
VIII ^ zona, Storie da
Centocelle ribelle è un racconto popolare. Una voce che soffia via la
polvere dai muri scrostati delle borgate romane. Una Storia vera,
dialogata alla “spicciola”, spigolosa, dialettale, cruda (voci che
Pasolini porterà poi al grande pubblico). VIII ^ zona è un racconto di
aria e di terra; un Centurione della Milizia che spara ad un aereo di
ricognizione americano, ragazzi che si spostano in “sicurezza”
utilizzando cunicoli sotterranei dell’antica Roma.
Riccardo Sansone è un giovane
ricercatore. I suoi studi lo hanno portato ad un meticoloso lavoro sulla
salvaguardia della memoria storica. Ha visitato scuole medie, licei,
svolto appassionanti lezioni. Riccardo ha raccontato spesso le
esperienze dei vecchi eroi ascoltati sui tavolacci delle superstite
vinerie di Centocelle, Alessandrino, Quadraro e decine di altri luoghi
“remoti”. Un taccuino, un piccolo registratore, una penna e Romoletto,
Carletto, er Sor Mario, Marisa, Paolo Renzi e Luigi Forcella tornano a
parlare, a raccontare una Roma che non c’è più. Le borgate si
organizzano in una rete clandestina tessuta sul territorio da difendere,
da liberare. La macchina della resistenza è un organismo vivo,
trasversale alle varie classi sociali. E allora commercianti, impiegati,
contadini, ladri di polli, ragazzini figli di genitori disoccupati
intrecciano le loro esistenze agendo nella semioscurità. Un movimento
sotterraneo che arriverà a stabilire solide collaborazioni persino con
la Guardia di Finanza e Carabinieri.
Luigi Forcella era un falegname,
comandante delle formazioni Garibaldi del Partito Comunista, Paolo
Renzi invece viveva a via Valmontone 37 con Emilia, i suoi cinque figli e
una medaglia d’argento al valor civile appesa al muro.
Ad un certo punto comparve sulla
mappa una riga di matita lungo i quartieri Quadraro e Centocelle. La
storia segnò una trincea che circoscrisse un’appassionata lotta
partigiana durante l’occupazione nazista.
In VIII ^ zona, Storie da
Centocelle ribelle Riccardo Sansone riporta a galla ricordi e momenti di
lotta con l’attenzione ai particolari tipica della buona narrazione.
VIII ^ zona, Storie da Centocelle ribelle è una storia vera, attenta,
commissionata dall’A.N.P.I. Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.
Un racconto ben curato anche dal punto di vista grafico, con ottime
tavole disegnate da Claudio Nevskj Civitella.
La rete regala
gratuitamente questa storia (in formato pdf) a chiunque desiderasse
leggerla contattando direttamente l’autore, ric.sansone@yahoo, oppure
L’A.N.P.I. Sezione “Giordano Sangalli” VII Municipio,
[email protected] - Tel: 06.2307658.