Nelle proteste in Turchia la notte scorsa è morto un ragazzo di 22 anni, Ahmet Atakan, ad Antiochia, nella parte meridionale del paese. Il giovane è morto dopo che era stato colpito alla testa da un lacrimogeno. La manifestazione a cui partecipava era per chiedere giustizia e un regolare processo per la vicenda del giovanissimo di 14 anni colpito anche lui da un lacrimogeno, durante le cariche contro i cortei del giugno scorso.
Nella notte scorsa erano in corso manifestazioni contro la violenza del governo in tutto il paese, anche ad Istanbul ancora una volta la polizia ha caricato con gas lacrimogeni e cannoni ad acqua.
La manifestazione ad Antiochia, in cui è morto Ahmet aveva anche come scopo quello di protestare a sostegno delle mobilitazioni degli studenti dell'Università di Ankara contro la costruzione di una nuova autostrada nelle vicinanze del campus universitario. Anche nei giorni scorsi gli studenti che protestavano erano stati caricati brutalmente.
MANIFESTAZIONI IN 19 CITTA'
LA PRIMAVERA NON E' FINITA
Nonostante
le temperature bollenti, il caldo e l' afa, la rabbia e la
determinazione del popolo turco continuano ad invadere le strade della
Turchia.
Se qualcuno pensava che il Ramadam determinasse una diminuzione
delle proteste e l'estate il definitivo riflusso del movimento di
protesta nato dallo scoppio della scintilla prodotto dal tentativo di
radere al suolo Gezi Park, ha capito ben poco.
Le manifestazioni proseguono e in modo sempre più determinato.
Ultima
notizia è relativa alla morte di Ahmet Atakan, 22 anni, ucciso durante
una manifestazione ad Hatay ( al confine tra Siria e Turchia) e morto
nell' ospedale di Antakya alle 2 a.m. di questa notte.
I motivi della manifestazione riguardano la richiesta di giustizia
nei confronti dei poliziotti che causarono la morte di Berkin Elvan (
14enne colpito da un lacrimogeno il 16 giugno
scorso durante le proteste Gezi Park e spentosi questa notte dopo mesi
in stato di coma), e la solidarietà e l' appoggio alle proteste che
hanno inondato nelle ultime settimane la capitale, Ankara.
Migliaia di studenti turchi facenti parte dell' università Odtu,
(in inglese Middle East Technical University) si battono ormai da tempo
per impedire una nuova devastazione ambientale.
Gli scontri,
moltiplicatisi in modo ritmato e denso, hanno raggiunto velocemente una
escaletion di forte repressione da parte delle forze dell' ordine,
spingendo i manifestanti a costruire barricate nelle vie della città.
Distruggere il parco interno all' università al fine di costruire
una nuova autostrada, di dimensioni enormi, a poche decine di metri dal
centro universitario: questo il motivo scatenante la rabbia dei
cittadini sempre più decisi dinanzi alla negazione della realtà da parte
di una governance che incentiva uno sviluppo insensato e dannoso.
Gli scontri si sono appunto moltiplicati, e lo scenario ad
Eskisehir, il quartiere dove si trova l' università Odtu, ci parla di
una composizione pronta a mettersi in discussione, con i propri corpi,
pur di difendere i propri diritti e le proprie libertà. Con il loro
senso dell' umorismo continuano a creare un immaginario vivido,
scoppiando fuochi d 'artificio quali simbolo di una lotta che non si
ferma.
Nel frattempo la autorità governative ad Hatay prendono parola
ufficialmente, annunciando che la morte del giovane manifestante è
avvenuta a causa di una caduta da un edificio.
Il risultato
dell' autopsia smentisce però tali dichiarazioni, affermando che non vi è
nessun segno, nessuna frattura che possa condurre ad una conclusione
simile.
Atakan è il sesto manifestante ucciso nelle proteste anti-governative in Turchia.
E questo sembra esser solo l'inizio....
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