Libia - La repressione contro la rivolta

20 / 2 / 2011

 

E' una protesta senza precedenti quella che incendia la La Libia del colonnello Muammar Gheddafi al potere da più di 40 anni.

Il regime libico sta cercando, con l'uso anche di truppe mercenarie di bloccare la rivolta.

E' difficile avere il numero esatto delle vittime della repressione particolarmente pesante nella Cirenaica, regione in cui anche negli anni passati le proteste si erano fatte sentire.

Si parla a Bengasi di oltre 200 morti nel tentativo delle truppe governative e dei mercenari assoldati da Gheddafi di riprendere il controllo della città.

Ed è stata una notte di scontri anche a Tripoli, ma al momento non è chiaro se vi siano state vittime.

L'Afp, parla di 77 persone morte in Libia dall'inizio della sommossa popolare, la maggior parte a Bengasi.

L'organizzazione non governativa Human right Watch ha rilasciato un bilancio di almeno 104 morti a partire da giovedì.

Secondo un testimone citato dal quotidiano britannico The Indipendent, Ahmed Swelim, le vittime sarebbero molte di più. "Il bilancio è molto più alto di quanto riferito. Ci sono più di 200 morti. Mio cugino, che è un medico di un grande ospedale, ha visto i cadaveri. Ci sono più di 1.000 feriti", ha spiegato.

Dalle fonti ufficiali del governo libico le uniche notizie che vengono pubblicate riguardanti l'arresto di presunti cittadini arabi, non libici che sarebbero agenti stranieri entrati nel paese con lo scopo di destabilizzare la situazione.

Mentre fonti dell'opposizione all'estero confermano gli arresti di alcuni avvocati e rappresentanti delle organizzazioni di difesa dei diritti umani.

L'osuramento di Internet è quasi totale e c'è una difficoltà enorme a raccogliere informazioni.

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