Libia - La protesta non si ferma

19 / 2 / 2011

E' arrivato a 84il numero delle vittime degli scontri tra forze dell'ordine e manifestanti che da tre giorni incendiano la Libia.

La cifra viene data dall'organizzazione umanitaria Human Rights Watch che cita fonti del paese.Per Amnesty international invece si parla di 46 morti. "Le autorità libiche devono porre fine immediatamente agli attacchi contro i manifestanti pacifici e proteggerli da gruppi antigovernativi", si legge in un comunicato dell'organizzazione dei diritti umani.

Al Jazeera afferma che nella sola Bengasi ci sarebbero stati 70 morti, come avrebbe testimoniato un medico. 

La Tv araba parla comunque di proteste in continuo aumento nonostante la repressione operata dal governo anche con l'uso di mercenari. 

E' difficile avere conferme per la mancanza di giornalisti stranieri e perchè le comunicazioni via web sono rese difficili.

I manifestanti chiedono le dimissioni del colonnello Muammar Gheddafi, al potere dal 1969.Proteste e contestazioni sono cominciate martedì e si sono intensificate ieri dopo gli appelli su internet per una "giornata della collera". Le prime manifestazioni sono state represse molto violentemente, in particolare a Bengasi, storica roccaforte dell'opposizione, ed El Beida, entrambe situate sulla costa mediterranea. Per quanto riguarda El Beida si dice anche che i manifestanti siano riusciti ad allontanare le truppe del governo e controllino in parte la città.

"Le forze di sicurezza hanno ricevuto l'ordine di lasciare il centro della città per evitare scontri con i manifestanti", hanno indicato fonti "ben informate" all'agenzia di stampa Afp. Fra le vittime degli scontri ad El Beida ci sono dimostranti, ma anche dei sostenitori del regime, hanno aggiunto queste fonti.