La Russia è sull'orlo della guerra civile?

Il "signore della guerra" Evgenij Prigožin occupa Rostov e punta verso Mosca con i suoi 25 mila uomini: Putin in difficoltà: "i traditori saranno sconfitti con ogni mezzo necessario". Dichiarato il "regime antiterrorismo" in tre regioni.

24 / 6 / 2023

Il quadro di quello che sta accadendo in Russia è ancora poco chiaro e frammentato, ma di sicuro è destinato a segnare una frattura di portata storica. Quello che al momento sappiamo con certezza è che Evgenij Prigožin, oligarca e proprietario della compagnia militare privata Wagner, ha occupato militarmente la citta di Rostov sul Don, che ci sono voci non confermate di combattimenti tra la Wagner e l’esercito federale e che Vladimir Putin ha parlato alla nazione ben 12 ore dopo l’inizio della crisi definendo il suo ex “cuoco” un traditore che sarà punito. E sappiamo anche che è la prima volta dalla Seconda Guerra Mondiale che una città russa non è controllata dallo Stato.

Tutto è iniziato ieri sera, attorno alle 21 ora di Mosca, quando Prigožin ha denunciato che le forze di retrovia russe avrebbero colpito un campo della Wagner causando numerose vittime e accusando apertamente il ministero della Difesa russo Sergej Šojgu. La notizia ha creato subito grande allerta nei vertici militari e politici della Federazione Russa, anche perché sono note a tutti le frizioni tra Prigožin e Šojgu che vanno avanti da ben prima dell’inizio delle operazioni militari in Ucraina.

Nel volgere di poche ore la situazione sembra precipitare: Prigožin minaccia di portare i suoi 25 mila mercenari a Mosca, definendo l’operazione una “marcia della giustizia” e invita le forze armate russe a unirsi a lui. Attorno a mezzanotte (sempre ora di Mosca) viene confermato che la Procura generale ha aperto il procedimento per insurrezione armata contro Prigožin e l’ufficio stampa del Servizio federale per la sicurezza della Federazione Russa (Fsb) annunciano che le azioni e le dichiarazioni di Prigozhin corrispondono all'incitamento alla guerra civile sul suolo russo. Nel frattempo il generale Sergej Surovikin fa appello ai soldati della Wagner di fermarsi e destituire Prigožin e vengono rafforzate le misure di sicurezza per difendere i principali edifici governativi e obiettivi strategici a Mosca, con la capitale che non vedeva muoversi al suo interno così tante colonne dell’esercito dal tentato colpo di Stato dell’agosto 1991.

La notizia della “presa di Rostov” viene confermata dal capo della Wagner intorno alle 8 di mattina, dichiarando anche di aver preso anche il controllo di Millerovo, importante snodo logistico che si trova nell'oblast' di Rostov, a circa 220 km a nord del capoluogo. Subito dopo le autorità hanno introdotto il regime di "operazione antiterrorismo" (Cto) nelle regioni di Rostov-sul-Don e Voronezh, al confine ucraino, e nella regione di Mosca. Questo può consentire l’interruzione delle comunicazioni, lo svolgersi di perquisizioni senza mandato, la requisizione di mezzi di trasporto, appartamenti, uffici e altro.

Il tanto atteso discorso di Putin arriva alle 10: è un discorso secco e teso, con il suo volto che sembra solo il lontano parente di quello con cui alcuni giorni fa annunciava il possibile utilizzo di armi nucleari tattiche in Ucraina. Come dice Giovanni Savino, docente universitario napoletano di Storia contemporanea e specialista di nazionalismo russo, «nel discorso di Putin traspare ancora una volta la sua ossessione per la rivoluzione del 1917, evocandolo come “grande male” a causa del quale la Russia avrebbe perso una guerra già vinta, ovvero la Prima Guerra Mondiale». Il Presidente russo parla di “traditori che verranno puniti”, ma è evidente la difficoltà con cui sta affrontando la situazione, visto anche il rapporto molto stretto – economico e militare – che lo ha sempre unito a Prigožin.

La situazione è ancora in aperta evoluzione, ma proviamo a riportare alcune considerazioni. Sempre secondo Giovanni Savino: «Si tratta di una sfida che a Putin non era mai stata lanciata e qui non è importante chi prevarrà nell'immediato: difficile, a meno di un crollo emotivo e morale, che i 25.000 effettivi più altri soldati della Wagner a riposo possano farcela contro l'apparato statale, però si tratta di qualcosa che più volte ho scritto, la possibilità di una ulteriore degenerazione della situazione interna russa verso una crisi totale del sistema putiniano e una guerra tra bande».

È molto presto per dire se siamo agli albori di una guerra civile in Russia o meno. Ma la cosa certa è che quello che accadrà nelle prossime ore avrà un effetto immediato non solo per la Russia, ma per l’intero globo, perché segnerà inevitabilmente una svolta per la guerra in Ucraina. Tra l’altro, citando un tweet del giornalista Nico Piro: «il ruolo che sta recitando mediaticamente Prig è a destra di Putin, più bellicista di Medvedev. A me lui non pare una soluzione ma un modo per aggravare la guerra».