L'Italia è stata sottoposta ad una cura da cavallo dai SuperMario Draghi e Monti

DAVOS, la CRISI, il DENARO, le BANCHE

Mantenere sotto scacco le moltitudini col ricatto

di Bz
25 / 1 / 2013

Quelli che l'anno scorso - i vari premi Nobel Stiglitz, Krugman, la star economica Rubini, the Big Boss delle Agenzie di Rating, e anche qualche economista nostrano - avevano previsto l'implosione dell'area euro, della BCE, della UE sono ritornati a Davos, ritrovandosi davanti un sistema di governance della crisi che ha retto all'assalto alla diligenza da parte dei Mescaleros finanziari.

La diligenza è l'Europa, quale insieme economico, finanziario, politico, sociale ed istituzionale, che è in fortissimo affanno per l'insofferenza sociale montante, che ha di fronte - dopo oltre mezzo secolo - una povertà di massa in progressione, che convive con una crisi economico finanziaria sistemica tamponata, ma insuperata, con delle proiezioni economiche negative da recessione strisciante - troppi PIL negativi - con una disoccupazione montante ed un deficit pubblico in aumento quasi ovunque nella UE.

L'Europa è in crisi permanente, la crisi è l'Europa, con vari anelli deboli, uno dei quali è l'Italia, che è stata sottoposta ad una cura da cavallo dai SuperMario Draghi e Monti, che oggi si affacciano alla platea delle lobbies di Davos per riscuotere la gabella politica.

Monti, bacchettato dal Financial Times per l'eccesso di austerity, rilancia, supponente, affermando la bontà della ricetta usata e autoinvestendosi Premier, pena il diluvio universale in Europa, Draghi sbaraglierà definitivamente gli ostacoli politici che gli sono stati frapposti nella gestione della BCE, nella governance dell'eurozona.

Tutti i segnali, che riusciamo ad interpretare, ci dicono che non si stiano riconsiderando - in Europa - interventi neokeynesiani, come suggeriscono, in parte, dagli USA, ma manovre monetarie e finanziarie, ancora interventi tampone per, da un lato, stabilizzare i bilanci consolidati nel medio periodo, dall'altro, per portare a compimento la destrutturazione del mercato del lavoro, con i residui diritti e le residue rigidità che caratterizzano ciascun paese.

Questa lettura ci sembra confortata dagli interventi su Alfabeta di C. Marazzi ed anche di F. Raparelli in Dinamopress, da cui estrapoliamo 2 passaggi:

"Quindi si sta assistendo da una parte ad una nazionalizzazione del finanziamento del debito pubblico; dall'altra, si noti una cosa importantissima, cioè che questo tipo di politica monetaria è implicitamente un'ammissione del fatto che la crisi continua imperterrita. Non dobbiamo dimenticare questo aspetto, perché ciò vuol dire che le politiche di austerità e le politiche monetarie non hanno dato i frutti sperati. Una cosa che va nella stessa direzione è l'abbassamento dei requisiti da parte di Basilea 3 per quanto riguarda l'accumulo delle riserve, dei capitali propri delle banche: con questa mossa, in realtà, si permette alle banche di non dover accumulare 500 miliardi di euro sotto forma di riserve. Questo la dice lunga sulla situazione piuttosto disperata nella quale ci si trova e nella quale si trovano le stesse autorità monetarie."

"Paradosso vuole dunque che l'euro sia una moneta forte - che a partire dal 2011 si è apprezzata del 70% sul dollaro - mentre l'economia europea annaspi nella recessione.

Paradosso o semplice necessità? Direi la seconda, senza particolari dubbi. Proprio perché la Fed ha fissato il tasso di interesse allo 0,25% e immetterà ad oltranza 85 miliardi di dollari al mese nei mercati, attraverso l'acquisto di bond, l'America continua a crescere, seppur in modo

debole, e l'occupazione altrettanto. Certo, è la natura del dollaro come moneta imperiale a tenere a freno, nonostante tutto, l'inflazione. Ma rimane il fatto che la Fed ha le idee chiare: svalutare significa agevolare l'export a stelle e strisce, gli altri si arrangino. L'austerity, invece, non può che alimentare deflazione e recessione, i due processi viaggiano assieme."

In una fase politica ed economica di rivoluzionamento, potenzialmente tumultuosa, per l'Europa mantenere sotto scacco le moltitudini col ricatto del debito sociale contratto e dell'impoverimento diffuso, dell'instabilità dei mercati e del credito sono funzioni della governance di sistema, a cui si stanno adoperando i nostri 2 SuperMario.

Questo tornado monetario e finanziario continua ad aggirarsi spazzando grandi istituzioni finanziarie considerate intoccabili, lo ha fatto prima con Grandi Banche negli USA, poi nel Nord Europa, ora è il Monte Paschi di Siena, il capostipite storico del sistema bancario mondiale, a essere beccato con le mani nella marmellata dei Fondi spazzatura e della speculazione finanziaria sporca, tanto da dover far carte false con l'Istituto di vigilanza, la Banca d'Italia. Organo di controllo contro cui, subito, si sono sparate cannonate a palle incatenate, tanto da necessitare una rinnovata benedizione di Re Giorgio Napoliano. Non finirà così, ora che si è scoperchiato il bidone dei fondi speculativi in mano alle banche italiane.

su quest'ultimo punto consigliamo la lettura di

L'uomo del Monte e i suoi derivati

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