Brasile - Conclusa l'occupazione di Belo Horizonte, continua quella di Rio de Janeiro. Violenti scontri a San Paolo.

Aggiornamento su quanto sta succedendo in questi giorni a Belo Horizonte, Rio de Janeiro e San Paolo.

31 / 7 / 2013

Belo Horizonte

Durante il pomeriggio di ieri ha avuto luogo il tanto atteso incontro tra una commissione degli occupanti della Prefettura di Belo Horizonte e il Prefetto Marcio Lacerda; la riunione verteva su due punti principali: una modifica della suddivisione in zone e la sospensione di tutte le richieste di recupero dei terreni su cui si trovano le occupazioni urbane. Alla fine delle negoziazioni, durate 4 ore, gli occupanti della Prefettura si sono riuniti in assemblea, decidendo di porre fine all'occupazione dell'edificio, durata più di 30 ore. In un clima di soddisfazione per il raggiungimento degli obiettivi dei movimenti sociali e degli abitanti delle occupazioni urbane, gli occupanti all'uscita vengono accolti da numerosissime persone che, per tutta la durata dell'occupazione hanno manifestato il loro appoggio dall'esterno del palazzo.

Rio de Janeiro

Continua l'occupazione – ormai giunta al terzo giorno - del quartiere Lebron, dove abita il governatore Sergio Cabral. I manifestanti continuano ad aumentare, così come aumentano le dimostrazioni di sostegno e solidarietà della popolazione, anche degli abitanti del quartiere, i “vicini di casa” di Cabral.

Alcuni momenti di preoccupazione durante la serata di ieri e la notte, quando hanno iniziato a circolare le voci di un possibile ed imminente sgombero del presidio da parte della Policia Militar. Diverse fonti, tra cui avvocati, membri della stampa e attivisti, hanno riportato la notizia di un incontro avvenuto ieri tra Cabral e il Segretario alla Sicurezza José Mariano Beltrame con l'intenzione di porre fine entro questa mattina all'occupazione. Tuttavia la notte è trascorsa tranquilla per i manifestanti e stamattina all'alba si è tenuta un'assemblea riguardante il comportamento da tenere nei confronti dei grandi media, data la sempre maggiore attenzione riservata loro da stampa e televisione. “Il movimento non è qui per avere un dialogo con il governatore, siamo qui per fare pressione nei confronti dei Pubblici ministeri e sull'Assemblea Legislativa affinché conducano delle indagini sulla cattiva condotta amministrativa e sulle appropriazioni indebite perpetrate da Cabral e iniziare un processo di impeachment nei suoi confronti”, affermano i manifestanti.

La giornata di oggi – mercoledì – sarà dedicata a manifestazioni ed azioni in città, ma il gruppo non ha indicato nessuna data in cui intende lasciare il presidio.

San Paolo

Violenti scontri sono avvenuti invece a San Paulo, in occasione di una manifestazione di circa 200 persone che, concentratesi in largo Batata, chiedeva le dimissioni del governatore Geraldo Alckmin. Nel momento in cui i manifestanti hanno cominciato a muoversi per le strade della città, facendo azioni contro negozi di lusso e istituti bancari, circa 350 agenti della Policia Militar che erano presenti sul posto hanno iniziato un fitto lancio di granate stordenti e lacrimogeni. Decine gli arrestati e i feriti. Inutili i tentativi di negoziazione con i battaglioni della Policia Militar che hanno disperso la manifestazione arrestando in tutto 19 persone. Sempre numerose le polemiche sull'operato della PM. Riporta un testimone: “Mi hanno arrestato e portato al 14DP. Al momento del rilascio con me c'erano altre 14 persone. Il mio arresto è stato fatto a caso, con l'intento di terrorizzarci o perché avevano bisogno di capri espiatori. L'arresto è avvenuto a più di 2 km dal luogo degli scontri, dove non era in corso la repressione e la dispersione dei manifestanti. Con me avevo solo acqua e aceto e per questo sono stato arrestato” (testimonianza tratta dalla pagina facebook di Anonymous Sao Paolo).

Al momento 15 degli arrestati sarebbero stati rilasciati, mentre altri 4 sarebbero ancora in stato di arresto. Grande la solidarietà da parte dei movimenti sociali nei confronti degli arrestati, ennesimo sintomo dell'ormai evidente criminalizzazione e repressione delle lotte.

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