Ultimo fine settimana per firmare la petizione a sostegno del Parco della Pace. Banchetti in centro città

«Vogliamo il Parco della Pace. Lo vogliamo subito»; a Vicenza si raccolgono le firme

11 / 2 / 2011

Inizia a Vicenza l’ultima settimana di raccolta firme per la petizione sul Parco della Pace, con la quale si chiede la convocazione di un consiglio comunale monotematico che discuta il futuro della grande area verde a nord della città e veda la presenza del commissario governativo Paolo Costache, in questi anni, ha limitato il suo dialogo con la cittadinanza alle conferenze stampa.

Quello del Parco della Pace è un tema più che mai attuale per i vicentini; dopo l’annuncio dello scorso luglio – quando lo stesso Paolo Costa disse che l’area sarebbe diventata dei vicentini – tanta acqua è passata sotto i ponti, ma le recinzioni che circondano il prato sono ancora lì a impedire ai cittadini di potervi passeggiare.

Non solo: nulla di nuovo è successo nei palazzi romani, dove l’annuncio deve essere tradotto in atto formale, mentre nella città berica hanno rialzato la voce coloro che vorrebbero sottrarre anche quel territorio ai vicentini, per cementificarlo e trasformarlo in centro polifunzionale di Protezione Civile dotato di rimesse, capannoni e, soprattutto, capace di «creare sinergie con la vicina base militare». Insomma, il contrario di quel che hanno deciso i cittadini che su quel territorio si sono già espressi con una consultazione popolare.

Una voce – quella che vorrebbe rubare l’area ai vicentini – ancora una volta trasversale, che vede sulla stessa barca Ubaldo Alifuoco (Pd) e Manuela Dal Lago (Lega Nord): una stretta di mano tra coloro che sono sempre stati dalla parte della cementificazione e della devastazione ambientale e che, con il loro cartello “Patto per Vicenza”, tentano di impedire la realizzazione di una grande area verde nella città del Palladio.

Ma, soprattutto, tentano di impedire che quell’area diventi il simbolo di una mobilitazione che ha parlato e continua a parla di dignità e democrazia; che ha visto decine di migliaia di donne e uomini schierarsi, scendere in piazza e pretendere di parlare. 

«Loro - scrivono i NoDalMolin riferendosi ai soggetti che compongono il Patto per Vicenza - confabulano sotto voce e ogni tanto se ne escono con un comunicato; noi vogliamo parlare, ancora una volta, con la polifonia che ha caratterizzato questi anni di mobilitazione, quando migliaia di toni vocali hanno scandito slogan e canzoni». Ecco perché in queste settimane i vicentini hanno dato vita all’ennesima raccolta firme: «perché - concludono  - chiedere un consiglio comunale monotematico che discuta davanti alla città del Parco della Pace è un gesto collettivo, che vogliamo fare insieme a tante e tanti». Ed è per questa ragione che la campagna è iniziata con una fiaccolata, lo scorso 16 gennaio.

Per info e approfondimenti www.nodalmolin.it