Sherwood Festival - Interventi video dall'incontro "Il potere della scienza"

Ricco di stimoli il dibattito con Miazzi, Tornatore, Baracca, D'Eramo, Pollice, Ribezzi

10 / 7 / 2010

La sera dell'8 luglio ha visto 200 persone assistere al dibattito “La parte della scienza - tavola rotonda sulla scienza e i suoi limiti, sul potere e la sua minaccia”, organizzato nell'ambito dello Sherwood Festival.

È innegabile che l'attuale idea di “progresso” ci consegna la più grave crisi ecologica, ambientale, economica e sociale che si sia mai vista nella storia dell'umanità, a tutti i livelli, dal globale al locale, consegnandoci con essa anche l'urgenza forte di ripensare, ridisegnare completamente questa idea.

È la stessa urgenza che ha portato centinaia di migliaia di persone a Copenhagen nel dicembre del 2009 per il Cop-15 (la conferenza dell'ONU sul clima), innescando la nascita di un nuovo movimento globale sulla giustizia climatica ed ecologica che, dopo l'assemblea dei popoli di Cochabamba dell'aprile 2010, sta ora costruendo il percorso per andare a Cancun dove si terrà il Cop-16.

Nella serata è stato anche distribuito l'appello della Rete Italiana per la Giustizia Sociale ed Ambientale.

Tuttavia è forte la consapevolezza che “andare a Cancun” significa riconoscere di esserci già, significa raccogliere ogni storia di conflitto e di costruzione del comune della propria terra, nella crisi che tutte e tutti viviamo ogni giorno, è su ogni tetto battuto dal sole, in ogni falda e corso d'acqua. È nelle lotte per riprendersi la terra, potenziandole in una costruzione corale, sperimentando e praticando: Cancun è il confluire delle radici profonde di una nuova pratica globale in cui la vita si sottrae al capitalismo, gridando forte, con tutta la dignità della Madre Terra, giù le mani dalla vita di tutti e di ciascuno.

* Partendo da questo dato fondamentale, Francesco Miazzi, del comitato “Lasciateci Respirare”, ha introdotto e coordinato il dibattito, che si è dispiegato attorno al nodo del rapporto fra scienza/tecnologia – che forniscono alla pressione antropica per incidere in profondiatà sull'ecosistema e la biosfera a livello globale – e i nessi sociali e produttivi nei quali siamo oggi immersi.

* Una breve introduzione di Luca Tornatore, astrofisico e attivista, ha ricordato il profondo intreccio fra scienza/tecnologia e la “microfisica del potere” e introdotto il tema dell'energia come prossimo paradigmatico terreno di conflitto e costruzione del comune.

* Angelo Baracca, Professore di Fisica all'Università di Firenza, ha ripreso ed esteso la discussione sul ruolo sociale della scienza e sulla natura “politica” del ritorno al nucleare.

* Marco d'Eramo, laureato in fisica e giornalista del Manifesto, ha brillantemente centrato il discorso sul tema dei limiti epistemologici della scienza, nonché sottolineato la contraddizione per cui l'incosapevolezza della sfera pubblica sembra allargarsi quanto più aumenta la complessità e l'intensità di saperi su cui si basano oggi i nessi sociali e produttivi.

* Guido Pollice, presidente di VAS, ha ripreso con forza i nodi più politici dell'immanenza della scienza e tecnologia nella vita delle persone, tornando sul nodo del nucleare e richiamando alla necessità di una nuova vasta campagna sul nucleare e sull'energia che miri innanzitutto a riportare nella sfera pubblica le domande fondamentali sullo sviluppo.

Infine Marco Ribezzi, fisico della Sapienza, ha concluso il dibattito discutendo il concetto di verità scientifica ed il suo rapporto con la “blogsfera”, ovvero la percezione sociale di realtà scientifica e il ruolo che tale percezione gioca nel determinare ciò che nella narrazione sociale diviene poi vero, falso, rischioso o accettabile.