Tratto dal blog http://nicolomingozzi.blogspot.com

Rimini come Predappio: la vergogna dei gadget nazi-fascisti

Dopo il pestaggio nazi di sabato 16 luglio e dopo i gravissimi fatti di Oslo, un video racconta la vergognosa vendita di gadget nazifascisti in riviera

25 / 7 / 2011

Rimini, un pomeriggio di Luglio 2011. Il cielo è nuvoloso, ogni tanto cade anche qualche goccia di pioggia. Un tempo non propriamente ideale per andare in spiaggia. Meglio optare per un giretto nella città romagnola, magari in autobus. Che si fa? Si va, ovviamente, ad acquistare un biglietto, in una tabaccheria di Viale Regina Elena, una delle strade più frequentate dai turisti. Tutto normale, se non fosse per quel paio di accendini neri, raffiguranti Mussolini e lo slogan “Boia chi molla”, posti proprio sopra la cassa
E non sono i soli: fanno loro compagnia alcune targhe, vicino all’ingresso. Recitano: “L’Italia agli italiani”, scritto proprio sotto il profilo del duce. “Mah” – viene da pensare – “sarà una tabaccheria di nostalgici. Sicuramente un caso isolato”. E invece no.
Percorrendo il viale (che, sia chiaro, non è l’unico in cui compaiono oggetti del genere) sono molti, troppi i negozi che mettono in bella mostra gadget nazi-fascisti. Ne potete vedere alcuni nel filmato qui sopra. Si va dal venditore di articoli da regalo che affianca alle tazze di Spongebob piccoli busti e statuette di Mussolini e di aquile con tanto di fascio littorio e la sigla Rsi al supermarket che espone innumerevoli bottiglie di vino (“Vino nero”) con le etichette raffiguranti Hitler, Mussolini, svastiche, croci celtiche e affini.
Per non parlare di chi vende grembiuli con un disegno del duce e la dicitura “statista” (sarà contenta la Mussolini, che ‘sbrana’ chiunque osi definire suo nonno “un assassino”) e di chi espone, chiusi in una vetrinetta, una serie di manganelli con il profilo del duce e slogan del tipo “Boia chi molla”, “Dux Mussolini” e “Me ne frego”.
A tutto ciò si aggiungono portachiavi, magliette, tazze, quadretti, portafogli, venduti dove meno te lo aspetti.
Resta da capire se quello di chi produce questa merce sia un tentativo di revisionismo o quello di creare un brand. Comunque sia, in entrambi i casi la situazione non è tollerabile. Anni di dittatura sanguinaria non possono essere liquidati con una tale produzione di gadget.
Mussolini ed Hitler non sono Hello Kitty: non si può creare una moda sfruttando l’immagine e gli slogan di pazzi criminali.
L’Anpi denuncia da anni la vendita di questi prodotti. In una nota del 31 Agosto 2010 pubblicata su Facebook, si legge: “Per l'ennesima volta la nostra città verrà ricordata da un turista non per il mare, gli alberghi o per la nostra calda accoglienza, ma per il commercio di materiale fascista, che imbarazza molte persone che vengono qui a passare le proprie vacanze”. “Taluni esercizi della passeggiata marittima e alcune bancarelle del centro città sembrano più assortiti dei negozi di souvenir mussoliniani di Predappio”, scriveva l’associazione partigiana. Purtroppo, da allora nulla sembra essere cambiato. Eppure la soluzione non sarebbe molto difficile.
Nel 2009 a Firenze scattarono i controlli della polizia municipale dopo la denuncia, sempre dell’Anpi, in merito alla presenza di materiale inneggiante al ventennio anche nei negozi del capoluogo toscano. Il vicesindaco sottolineò l’importanza di “un intervento immediato anche a prevenzione di comportamenti futuri» e promise “una vigilanza ferrea su questo fenomeno”, non da bollare come folcloristico. E’ ora di far rispettare il reato di apologia di fascismo e, se questo non bastasse, di approvare una legge ad hoc per farla finita con la vendita di prodotti che fanno apparire invidiabile un’epoca storica tragica per l’Italia e per il mondo.

Rimini, la vergogna dei gadget nazi-fascisti