Padova - L'onda non si processa, dietro quello scudo c'eravamo tutt@!

Utente: trilly
24 / 2 / 2010

Era previsto per oggi il processo agli studenti e alle studentesse dell'Onda anomala di Torino Bologna Napoli e Padova che hanno partecipato al G8 University Summit di Torino lo scorso 19 maggio 2009. L'udienza, che si è svolta al al Palagiustizia, è stata rinviata al prossimo 1 aprile.

Nella città di Padova gli studenti hanno appeso degli striscioni all'esterno delle Facoltà di Lettere e Filosofia, Scienze politiche, Psicologia e al Palazzo del Bo' per sensibilizzare tutt@ sul processo dell'operazione "Rewind".

Il comunicato degli studenti

Il 6 luglio 2009 la procura di Torino, capitanata dal solerte procuratore generale Giancarlo Caselli, con l'operazione denominata "Rewind", ordina 21 mandati di carcerazione a carico di attivisti dell'onda studentesca di varie città italiane: Napoli, Padova, Venezia, Bologna e Torino.

Nel corso dell'inchiesta nell'autunno del 2009, si aggiungeranno all'elenco indagati altri attivisti padovani, torinesi, bolognesi e genovesi tutt'ora sottoposti a misure restrittive della libertà.

Ciò che viene loro imputato e' di aver preso parte alla grande mobilitazione del 19 maggio 2009 a Torino contro il G8 University Summit e agli scontri con le forze dell'ordine che presidiavano la zona rossa del vertice.

Ma in quella giornata eravamo in piu' di 10.000 tra studenti, dottorandi e precari dell'università a prendere la parola pubblicamente con un grande corteo per esprimere -ancora una volta dopo le mobilitazioni dell'autunno- la nostra indisponibilità al processo di dismissione dell'università pubblica.

E non solo: quel giorno eravamo in più di diecimila a voler sancire come illegittimo ciò che si stava svolgendo all'interno di quella zona rossa, che avevamo la dichiarata intenzione di violare.

E così è stato, dietro a quello scudo a urlare di essere “l'anomalia del futuro” e ad impedire che del nostro futuro fosse impunemente deciso sopra le nostre teste eravamo insieme, tutti e tutte 10.000.

E come avrebbe potuto essere altrimenti dopo un autunno come quello dell'anno passato, durante il quale le partecipatissime mobilitazioni dell'onda avevano avuto una potenza tale da spazzare via le tremontiane retoriche degli “studenti fannulloni” per lasciare posto a migliaia di studenti chei avevano invece intenzione di riprendersi la parola da protagonisti e di rovesciare le trasformazioni agite dal governo sull'intero mondo della formazione?

Ma dopo essere stati per mesi al centro del discorso mediatico, a seguito delle grandi giornate di Torino si è immediatamente palesata l'ambiguità e la funzionalità del monolite mass-mediatico: improvvisamente dalle colonne del Corriere della Sera e di Repubblica non si parlava più di un grande movimento contro l'abbattimento della formazione pubblica, ma di un'Onda bifida, composta da una parte buona e pacifica, la maggiore,e da uno sparuto gruppo di violenti e facinorosi che avrebbe guidato gli scontri del 19 maggio a Torino.

E questa teoria è servita anche a sorreggere l'operazione del procuratore Caselli, emblematicamente denominata “Rewind”, riavvolgere, per riscrivere funzionalmente, sulla nostra pelle, quanto era successo..

ma chiunque sia stato quel giorno a Torino sa come sono andate davvero le cose.

E non ci stupisce che questo tentativo di criminalizzazione di pochi per nascondere quella che è stata una conflittualità espressa collettivamente, provenga dagli stessi spalti di coloro che oggi dalle colonne degli stessi giornali sostengono il processo di abbattimento dell'università pubblica, accogliendo con plauso i violenti tagli alla formazione mascherati da distribuzione “differenziata” dei fondi secondo criteri “meritocratici”.

E oggi in occasione della prima udienza di questo processo di nuovo rivendichiamo -al fianco di quei 21 che ne stanno ancora pagando le conseguenze- ciò che abbiamo determinato in quelle giornate tutti assieme: dietro quello scudo c'eravamo tutti e tutte!

Links Utili:

Padova - L'onda non si processa

Padova - G8 University 2009, ribellarsi è giusto!