#OccupyRimini - Next Stop

Il nostro punto di vista dopo l'incontro con l'amministrazione comunale

18 / 1 / 2012

Partiamo da qui. Il giorno precedente all'incontro con l'amministrazione comunale sono stati resi noti i dati dell'Osservatorio Ires-CGIL del 2011 e dall’Osservatorio nazionale sull’informazione per la legalità e contro le mafie relativo alla regione Emilia Romagna. I dati parlano da soli. Il tasso di disoccupazione sfiora nella provincia di Rimini l’8%, il valore più alto in Regione, con un gap in aumento tra tasso di disoccupazione femminile locale (11%) e regionale (7%) in crescita. Sono in particolare i lavoratori più giovani a risentire di più della crisi occupazionale con un trend che parte dal 2008 e che ad oggi non ha ancora dato segnali forti di inversione di tendenza, tra i 15-34 anni si sono persi oltre 2mila 800 occupati in un triennio, con un tasso di disoccupazione giovanile che ammonta al 27% e con un mercato del lavoro che offre sempre più lavori poco qualificati, stagionali che spingono fortemente nella direzione della contrattazione in nero. Non ultimo l’aumento vertiginoso e preoccupante di infiltrazioni malavitose nell’economia della nostra città (Rimini è al secondo posto dopo Bologna con un 17% nelle segnalazioni e un quadruplicarsi delle stesse negli ultimi anni: la capitale del divertimento low cost, infatti, è passata dalle 93 segnalazioni sospette del 2008, alle 436 del 2010). Da questi dati vogliamo partire perché a nostro parere sono significativi di come la crisi sta colpendo anche questo territorio con effetti nefasti che sono già in corso e che continueranno a riprodursi se non saremo capaci tutti e tutte insieme di attivarci – da subito - nella direzione di un cambiamento radicale anche nel governo della città attraverso una partecipazione diretta dei cittadini per creare nuove forme di gestione dei territori, accantonando il meccanismo della delega e cooperando insieme nella direzione della costruzione del comune. Avendo ben presente questo panorama e quello che ci circonda, abbiamo scritto un progetto per la nostra città, un progetto di forte valenza sociale e che cerca di sviluppare nuove modalità di partecipazione e di mutualismo non in forma ideologica o identitaria ma comune. Mercoledì 4 gennaio abbiamo voluto aprire la porta di uno dei tanti stabili abbandonati di proprietà comunale e affidati in gestione ad AMIR SPA, proprio per sollecitare l’amministrazione comunale rispetto alla tutela delle tante strutture che appartengono a tutti noi. Strutture come quella di via Dario Campana 61, sottoposte ai meccanismi di finanziarizzazione, di ipoteca e di svendita simili a quelli che su scala planetaria stanno determinando una crisi economica senza precedenti. Abbiamo varcato quella porta per dare vita ad un laboratorio sociale cittadino, avendo ben presente quello che facevamo ma essendo anche estremamente coscienti che i “giochi politici” da una parte e la stretta feroce della crisi sulle nostre vite dall’altra, non ci avrebbero lasciato altro tempo ed altre modalità se non questa per cercare di conquistare nuovi diritti per tutti e tutte. Il 13 gennaio l’amministrazione comunale ci ha ricevuti. Presenti i tre assessori, con deleghe al Lavoro, alla Cultura e Identità degli Spazi e Politiche giovanili. Abbiamo voluto partecipare all’incontro con una delegazione ampia che potesse rappresentare la molteplicità delle soggettività che compongono il percorso di OccupyRimini: migranti, cassaintegrati, lavoratrici delle cooperative sociali, studenti, precari. L’incontro si è concluso a nostro avviso con nulla di certo e definitivo rispetto alle istanze e richieste che abbiamo presentato, ora si tratta di tenere alta e costante la questione della necessità di uno spazio fisico dove poter sviluppare il progetto. Per queste ragioni vogliamo pensare questo primo incontro con l'amministrazione comunale come un primo step significativo ma non definitivo almeno fino a quando non si troverà una soluzione rapida alle necessità che abbiamo espresso. Di spazi comunali dismessi e abbandonati al degrado e all’incuria nella nostra città ce ne sono, l'amministrazione deve decidere da che parte stare se dalla parte dell'incuria, dell'abbandono del degrado o se  intende agire nel solco del rinnovamento – come paventa - rispetto alle precedenti amministrazioni oppure rimanere espressione di un ceto della rappresentanza scollegato dalla società che accontenta le sue articolazioni/gruppi mentre tutti gli altri ne rimangono esclusi. Se risposte non arriveranno in tempi rapidi decideremo – come sempre -  in forma assembleare nuove modalità per farci sentire e conquistare uno spazio sociale, pubblico e cittadino.

Il percorso di #Occupy Rimini nel frattempo continua con determinazione e rilancia per questa settimana alcuni appuntamenti: il primo mercoledì 18 gennaio con un volantinaggio che si terrà durante il mercato settimanale e l'attivazione di una mini inchiesta sulla crisi in città oltre a continuare a promuovere l'appello a sostegno del progetto.

Giovedì 19 gennaio alle 12.30 si terrà invece una conferenza stampa di aggiornamento del percorso ma anche di denuncia rispetto alle lettere/convocazioni intimidatori inviate dalla Digos di Rimini e ricevute da una ventina di attivisti di #Occupy Rimini dopo le schedature ed identificazioni già avvenute il 4 gennaio, convocazioni che denotano come questioni di rilevanza sociale e politica trovino risposte immediate solo da parte degli apparati repressivi dello Stato. Per queste ragioni nel primo week end di febbraio e il 17 febbraio sarà organizzata una grande iniziativa si autofinanziamento per le spese legali.

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gli e le abitanti di #OccupyRimini