L'insostenibile retorica del leghista becero

Comunicato del Cso Django sui fatti di Quinto di Treviso

23 / 11 / 2016

Mentre il dibattito sul referendum andava formandosi, il fronte del NO ha dimostrato fin da subito di essere variegato. L'idea di votare come la Lega Nord fa rabbrividire molti, noi in primis; ma la consapevolezza di rimanere su fronti opposti, l'evidenza dell'abisso che separa la nostra posizione da quella leghista è chiara, lampante, incontrovertibile.

Il NO reazionario della ruspa leghista si mostra anche nelle fantomatiche barricate che minacciano quotidianamente di costruire per arginare la presunta invasione che l'Italia intera, e la Marca nello specifico, stanno subendo da anni a questa parte. Ed ecco qual è la potenza trevigiana della Lega razzista: nemmeno un centinaio di persone in piazza dei Signori. Al grido di “basta clandestini” le truppe di Salvini & Co hanno continuato e continuano a fornire una versione volutamente falsa della realtà. Perché l'unica motivazione tangibile di questi poveretti è un razzismo profondo alimentato quotidianamente; un razzismo che cercano di trasmettere a una popolazione divorata dalla crisi, lasciata sola di fronte alle risposte inadeguate del ceto politico. Il maschio alfa becero razzista annusa la possibilità di un terreno fertile e comincia a ringalluzzire il braciere della paura, costruendo un infondato pericolo sicurezza, additando i migranti come i responsabili di ogni nostro problema. Non le politiche neo-liberiste di Merkel, Renzi, Hollande, May; non la concentrazione nella mani di pochissimi dei miliardi prodotti dal lavoro di ognuno di noi; non la distruzione del territorio e l'inquinamento che ci soffoca bensì, ad esempio, l'arrivo di una giovane ragazza incinta a Quinto di Treviso. 

Di nuovo Dal Zilio dà prova di grande forza e di grande coraggio e, a pieni polmoni, richiede che la pericolosa criminale venga immediatamente allontanata dal suo Comune. Sia chiaro: il sindaco di Quinto era perfettamente consapevole dell'arrivo di questa ragazza, aveva dato parere positivo. Gli altri ragazzi all'interno del pulmino incriminato erano già destinati ad altre strutture in altri comuni. Ma a quanto pare l'impulso a fare l'uomo forte del villaggio proprio non è riuscito a trattenerlo. 

Dal Zilio dice che per parlare con lui, per esprimere anche dissenso nei confronti delle sue scelte, basta mandare una lettera. Da parte nostra non c'è alcuna intenzione di intavolare una discussione con figure che hanno abbandonato l'umanità per scegliere di sovrastare i più deboli – migranti o italiani non fanno molta differenza, a nessuno di questi sono state aperte le porte, fossero senzatetto o sfrattati. 

Il nostro è un sentimento d'odio verso razzismo, intolleranza, devastazione. Un odio mosso d'amore, perché siamo umani e lo rimarremo.

Cso Django