Grecia - Indignados

2 / 6 / 2011

“Alla fine ci siamo svegliati".  Questa è la sensazione tra le decine di migliaia di persone che hanno riempito le piazze greche. L'esplosione del movimento M15 in spagna è servita come una spinta perchè si esprimesse l'indignazione profonda del popolo greco. 

Il messaggio al potere politico e economico è chiaro. "E' ra che se ne vadano tutti" dice uno striscione in spagnolo davanti al Parlamento di atene nella storica Piazza della Costituzione.

Tutto è iniziato il 25 maggio alle sei di sera nel punto zero della  #greekrevolution, proposto solo due giorni prima in  facebook. L'invito ad esserci è stata minima, definita dalla parola "indignati". 

In solo 40 ore, 25.000 persone si sono ritrovate ad Atene, 20.000 a Tessalonica e 5000 a Patrasso. Ma nessuno avrebbe sperato che la presenza in piazza sarebbe cresciuta. Ora sono più di 40.000 in piazza della Costituzione e migliaia in tutte le città, che gridano, ballano e discutono.

Da allora la piazza è piena, ogni giorno a partire dalle 6 di sera. Domenica 29 maggio , definito il giorno della "rivoluzione europea" c'è stata la più grande piazza, piena di 100.000 persone in Piazza della Costituzione (Piazza Sintagma).

La cosa impressionante non sono solo i numeri.

C'è la passione della gente, che non si stanca di gridare per ore "Fuori, fuori" ai politici e e chiedere "Pane, educazione e libertà", uno slogan storico dei movimenti sociali greci.

E' la rarità benvenuta dell'azssenza di violenza e gas lacrimogeni in una manifestazione che dura da una settimana. Può partecipare gente di ogni età, con figlie e figli, e molti dicono "gli spagnoli ci hanno mostrato come manifestarci". E soprattutto è il processo costituente che sta prendendo spazio nelle piazze, con i principi di una democrazia diretta.

La lotta degli "indignados"  greci si autorganizza in assemblee quotidiani e la partecipazione della gente cresce ogni giorno. Ad Atene migliaia di persone partecipano alle assemblee, organizzano la vita nell'accampamento, fanno piani d'azione e chiariscono il proprio discorso pubblico. C'è stata una prima risoluzione, tradotta in varie lingue,  che si trova in rete. Si sono formate varie commissioni, organizzate assemblee tematiche, con la partecipazione di centinaia di persone. In piazza c'è una mensa popolare , un centro medico, punti d'informazioni e coordinamento dei volontari, gruppi tecnici, artistici, di diffusioni e stampa, di avvocati e di vigilanza.

La piazza si è trasformata in uno spazio di espressione vibrante, libera e comune, facendo venire in mente l'antica democrazia diretta ateniese, ed ancora il maggio 68 a Parigi e la piazza del sol a Madrid. Centinaia di persone restano tutta la notte in piazza, con le tende riempiendo tutti gli spazi all'ombra degli alberi. 

Senza partiti

Un'altra novità della mobilitazione è l'assenza dei partiti e organizzazioni politiche. Come nello stato spagnolo, si tratta di un movimento di persone il che non significa apolitico o individualista. Al contrario si tratta di un intento di definire di nuovo la politica  il senso del comune, in maniera diretta e oltre i limiti e le gerarchie delle strutture tradizionali. Anche se nel processo partecipano anche migliaia di attivisti sperimentati, la sua maggioranza si vede trasformata e animata dal processo, apprendendo dalla gente che è in strada per la prima volta, invece di dirigerla.

Il movimento degli "indignados" greci non rientra nelle frontiere ideologiche e e politiche già esistenti, generando una confusione enorme per il governo, tutti i partiti (inclusi quelli di sinistra), i sindacati ed anche le organizzazioni radicali di sinistra e il movimento anarchista.

Senza dubbio, tutti riconoscono che i prossimi giorni saranno critici per l'evoluzione del movimento.

Riuscirà ad estendersi oltre le piazze, anche nei quartieri e spazi lavorativi? Questa è la domanda che preoccupa gli "indignados" greci visto che al contrario dello stato spagnolo il movimento greco ha una sensazione di urgenza, cioè impedire il secondo "accordo di riscatto" che si sta preparando tra il governo e la troika (UE, BCE e FMI) per essere implementato alla fine di giugno.

In ogni modo gli  "indignados" greci scommettono sull'espansione del movimento in altri paesi europei.

L'annuncio che il popolo di Barcellona ha ripreso Piazza Catalunya venerdì scorso, ha provocato un'esplosione di felicità nell'assemblea ad Atene così come la notizia delle manifestazioni in spagna ed altrove di domenica scorsa. 

Si inventano altre maniere  incentivare quelli che fin ora non sono scesi in piazza come uno striscione che dice "Silenzio, che non svegliamo gli italiani" In questa situazione le piazze di tutta la Grecia anticipano con speranza la prossima manifestazione europea, domenica 5 maggio.

Tratto da:

Grecia - Settimo giorno