Galata Seaways. Nessun dirottamento ma tanta propaganda

La Procura di Napoli lo esclude, ma il processo mediatico si era già concluso.

12 / 6 / 2023

A distanza di qualche giorno dalle gravi affermazioni del ministro Crosetto relative ai fatti al largo di Ischia del mercantile turco Galata Seaways, le informazioni dei media continuano ad essere superficiali e poco chiare. Nel frattempo, però, la Procura di Napoli ha escluso il reato di dirottamento delle 15 persone migranti trovate all’interno della nave. Ma facciamo un passo indietro, ricostruiamo per quanto possibile le vicende e il modo in cui si è mossa la propaganda governativa.

Nella tarda mattinata di venerdì 9 giugno il comandante del mercantile turco Galata Seaways inoltra una “urgente richiesta di assistenza” al centro di coordinamento marittimo italiano per la presenza di 15 persone a bordo, di cui due armate. Dopo una serie di comunicazioni tra le autorità marittime turche e quelle italiane, si decide per un abbordaggio della nave da parte della Brigata Marina San Marco.

La notizia viene data agli organi di stampa direttamente dal ministro della difesa Guido Crosetto che parla fin dall’inizio di dirottamento (“I dirottatori della nave sono stati catturati”), di fatto non lasciando spazio a ipotesi diverse (e se si fossero solo nascosti all’interno del mercantile per arrivare in Francia, Paese di destinazione dell’imbarcazione?).

Gli organi d’informazione riprendono la notizia tout court parlando di “quattro o cinque migranti armati di coltelli” e della loro “volontà di prendere il controllo della nave con la violenza”. Solo poche testate aspettano, raccolgono maggiori informazioni o ricercano altre fonti.

La notizia non può che essere sparata in toni sensazionalistici, è la classica apertura dei tg e delle prime pagine. La nave viene “liberata” da “incursori” contro i “pirati” e i “dirottatori“.

Melting Pot Rassegna Stampa

Il giorno dopo, sabato 10 giugno, iniziano a trapelare le prime informazioni (un po’ più chiare) riguardo l’accaduto: 15 persone migranti, di nazionalità siriana e irachena, tra cui due donne incinte e due minori, erano effettivamente presenti all’interno del mercantile e nascoste in un camion. Per prendere aria avrebbero tagliato con un taglierino il telone del mezzo e sarebbero stati scoperti. Si sarebbero sì spaventate per “paura di essere rimpatriate” ma non avrebbero cercato di prendere il controllo della nave.

Dalle risultanze, infatti, la Procura di Napoli ha escluso l’ipotesi del dirottamento tanto che il mercantile è ripartito domenica 11 giugno.

Tuttavia, il 10 giugno un lungo messaggio di Giorgia Meloni, senza citare direttamente l’episodio, e ritwittato da Crosetto, ringrazia la Marina per gli sforzi compiuti: “Il Governo esprime la propria riconoscenza agli uomini e alle donne della #MarinaMilitare che sono al servizio della Patria e svolgono, con professionalità e generosità, funzioni cruciali per la Nazione e garantiscono la sicurezza e la difesa del Mediterraneo (…)“. Nulla in politica avviene mai per caso.

Queste informazioni, come fa notare Oiza Q. Obasuyi, ricercatrice e contributor di Open Migration, non sono state rettificate dalle testate giornalistiche italiane. Nei giorni successivi hanno invece invisibilizzato la notizia. Se qualche giornale si fosse adoperato a maggiore cautela si sarebbe reso conto che:

Stiamo parlando dell’ennesimo caso di profughi e profughe (sì, presenti anche donne incinte e minori) che sono costretti ad affrontare un viaggio terribile perché non esistono altre vie legali. Torniamo al punto di partenza”.

Ma come sarcasticamente scrive su Twitter Gianluca Martino, c’è dell’altro. Non solo i media italiani non hanno fatto alcuna verifica ma hanno poi omesso di trasmettere immagini che avrebbero potuto mettere in discussione la fake di Crosetto. Non possiamo credere che si tratti di una svista, siamo di fronte, e non da oggi, ad un asservimento dei media non solo alle politiche razziste del governo, bensì all’ideologia politico e culturale che accomuna delle persone che arrivano da una determinata parte di mondo a trafficanti, invasori, pericolosi criminali.