Dal NO Muos a Vicenza: il 4 Maggio tutti dentro al Dal Molin

Diecimila in corteo a Niscemi

1 / 4 / 2013

Una marcia pacifica, ma imponente, composta da oltre diecimila persone ha circondato non solo metaforicamente la grande area della base americana di Niscemi, in contrada Ulmo, che occupa in maniera vergognosa e devastante un parco naturale tra i più belli d’italia, dove un tempo invece di grandi antenne militari c’erano alberi di sughero e flora e fauna rigogliosi.

La manifestazione, che la polizia e il ministero degli interni hanno tentato in tutti i modi di osteggiare, “preparando” il solito clima di paura nei giorni scorsi a suon di perquisizioni domiciliari di attivisti del territorio, veline con le quali si preannunciavano arrivi di “saccheggiatori e devastatori”, sequestri di quattro pietre e quattro chiodi che sono diventati “armi pericolose disseminate lungo il percorso, è una gran bella risposta di una terra che sembra svegliarsi ogni giorno di più da quel torpore che spesso l’ha condannata ad essere solo territorio di conquista per altri, per gli interessi di pochi.

Il lungo fiume di gente ha percorso i cinque chilometri in mezzo ai boschi con la tranquillità di chi sa che la battaglia non è fatta di un solo episodio, ma di una presenza solida e continuativa dei comitati No Muos, che ormai si sono radicati in tutta la Sicilia, oltre che ad essere una forza sociale maggioritaria a Niscemi. Entrando in paese il colpo d’occhio rende inequivocabile questa presenza: ovunque, nei bar come in ogni negozio, dai terrazzini delle case come dalla chiesa, sventolano bandiere e drappi no muos.

Tutto è aperto, tutto accoglie i manifestanti invece che respingerli come avrebbero preferito i funzionari della questura. La composizione del corteo è di quelle che spiegano cosa accade quando un movimento è reale: dagli scout ai centri sociali, dai teatri occupati ai gonfaloni dei comuni e della provincia con tanto di vigili urbani in servizio di rappresentanza. Dai comitati per la difesa dei beni comuni a qualche esponente di partito, ma senza bandiere come hanno imposto gli organizzatori.

Davanti ci sono le “mamme No Muos”, la vera anima radicale che da oltre cento giorni stanno bloccando con picchetti che iniziano alle cinque di mattina, i flussi di mezzi con i quali hanno tentato di portare all’interno della base operai e materiali per i lavori di costruzione del sistema radar. I diecimila, tutti, stanno lì a dire che quei blocchi, che hanno ricevuto le pesanti attenzioni di poliziotti e manganelli, sono legittimi, giusti, sacrosanti. Che gli “illegali” sono gli americani, i politici nostrani collusi con loro, le guerre, la morte bianca da onde elettromagnetiche, i governi che in barba alla costituzione e ai diritti hanno concesso tutto ciò, la mafia che ovviamente ci specula sopra attraverso gli appalti d’oro.

In concomitanza con il corteo la Regione Sicilia per bocca del governatore Crocetta, ha annunciato la revoca definitiva delle autorizzazioni al proseguimento dei lavori. Pur essendo un annuncio un poco sospetto per i tempi scelti, quasi a voler far apparire inutile la manifestazione e le azioni dal basso che sole, fin’ora, hanno agito concretamente contro lo scempio, è ovviamente anche una vittoria del movimento. Ormai nessuno può piu’ dire, nemmeno gli americani, che il Muos è una cosa “normale”.

Il Professor Zucchetti, che segue come esperto del Politecnico di Torino, tutta la parte scientifica per conto del Movimento, è categorico: Il Muos è un’opera abusiva, e le altre 46 antenne vanno monitorate perché provocano danni gravissimi alla salute dei cittadini.

Presenti i No Tav, i No Ponte e i No Dal Molin di Vicenza: il prossimo appuntamento sarà proprio quello del 4 maggio nella cittadina berica, “per entrare tutti insieme in una base che non vogliamo”, dicono dal palco applauditissimi.